mical
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martedì 24 aprile 2012
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una cartolina di roma mal riuscita
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Sono entrata in sala senza aspettarmi grandi cose, ma con la speranza almeno di divertirmi... invece ho assistito a una sequela di situazioni demenziali degne del peggior cinema di sempre, personaggi astrusi e improbabili (uno su tutti: come si fa a far passare Benigni per un romano doc???), gag stanche e sgangherate, immagini e luci patinate che non rendono giustizia alla bellezza magica di una città come Roma, insomma, divertimento zero. Non so cosa avesse in mente Allen quando ha deciso di girare questo film, ma l'impressione generale è che abbia voluto buttare nel calderone di tutto e di più, senza pensare troppo, senza sforzarsi più di tanto, spinto avanti più da sprazzi di bassissima genialità che non da idee vere e proprie, magari contando con troppa fiducia sulle doti istrioniche di attori come Benigni e Albanese, ma senza aggiungere niente di veramente suo.
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Sono entrata in sala senza aspettarmi grandi cose, ma con la speranza almeno di divertirmi... invece ho assistito a una sequela di situazioni demenziali degne del peggior cinema di sempre, personaggi astrusi e improbabili (uno su tutti: come si fa a far passare Benigni per un romano doc???), gag stanche e sgangherate, immagini e luci patinate che non rendono giustizia alla bellezza magica di una città come Roma, insomma, divertimento zero. Non so cosa avesse in mente Allen quando ha deciso di girare questo film, ma l'impressione generale è che abbia voluto buttare nel calderone di tutto e di più, senza pensare troppo, senza sforzarsi più di tanto, spinto avanti più da sprazzi di bassissima genialità che non da idee vere e proprie, magari contando con troppa fiducia sulle doti istrioniche di attori come Benigni e Albanese, ma senza aggiungere niente di veramente suo. Il risultato carente si vede in pieno e fa ridere il titolo italiano che trasforma una brutta prova di cinema in una forzata dichiarazione d'amore. A questo tipo di amore preferirei comunque l'indifferenza e Mr Allen farebbe meglio a puntare più sulla qualità che non sulla quantità. E' meglio fare meno film, ma farli bene.
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alfredo patania
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martedì 24 aprile 2012
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ridi pagliaccio.
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«Recitar! Mentre presso dal delirio
non so più quel che dico e quel che faccio!
Eppur è d'uopo... sforzati!
Bah! sei tu forse un uom?
Tu se' Pagliaccio!»
Sei forse un uomo? Tu sei Pagliaccio. Le critiche sul film lette fino ad ora sembrano voler rinunciare alla sua comprensione, perché non lo guardano e non lo ascoltano. E' triste vedere che neanche giornalisti professionisti sui quotidiani nazionali abbiano più la minima capacità di ascolto. E non ci riferiamo soltanto all'osservazione - non banale, nè però geniale - che nell'episodio di A. Baldwin finzione e realtà si mischiano proprio come avviene nell'opera di Leoncavallo. Ci riferiamo al testo, alla lettera di questi versi, che sono la chiave d'interpretazione del film.
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«Recitar! Mentre presso dal delirio
non so più quel che dico e quel che faccio!
Eppur è d'uopo... sforzati!
Bah! sei tu forse un uom?
Tu se' Pagliaccio!»
Sei forse un uomo? Tu sei Pagliaccio. Le critiche sul film lette fino ad ora sembrano voler rinunciare alla sua comprensione, perché non lo guardano e non lo ascoltano. E' triste vedere che neanche giornalisti professionisti sui quotidiani nazionali abbiano più la minima capacità di ascolto. E non ci riferiamo soltanto all'osservazione - non banale, nè però geniale - che nell'episodio di A. Baldwin finzione e realtà si mischiano proprio come avviene nell'opera di Leoncavallo. Ci riferiamo al testo, alla lettera di questi versi, che sono la chiave d'interpretazione del film. "Recitare, e non saper più cosa si dice, e cosa si fa, presi dal delirio". La commedia di Allen vuole trasmettere l'idea del potere seduttivo dello spettacolo, inteso quale vera e propria recita, che fa andare di testa chi lo guarda, e che è una forma di potere per chi lo esercita. Verrebbe naturale pensare che il fine dello spettacolo sia lo spettatore, il suo gaudio. Non così oggi, e Allen lo sa: lo spettacolo vuole sè stesso. Il mezzo si è emancipato dal fine. "Lei è famoso per essere famoso", dice l'autista a Benigni, famoso immeritevole. L'Apparato "spettacolo" consuma i suoi oggetti, li svuota. Vuole solo i flash e l'inseguimento, il mezzo vuole sè stesso, trascurando l'assenza di qualsiasi contenuto di spettacolo. Che però non si stia occupando solo dello spettacolo in senso tecnico, ma della Vita, e delle sue "tecniche di seduzione", ce lo dice in altri episodi: cosa sono, in fondo, prostituta e ladro, se non degli illustri sconosciuti chiamati dalla trama e "recitare una parte"? Quella della mogliettina, e quella dell'amante in un letto d'albergo. Esito? La seduzione dei due candidi sposini. E l'episodio di Albanese è la prova di questo intento, l'intento di dire che non si parla solo dello spettacolo dei professionisti, ma delle recite della vita quotidiana: la ragazzina impazzisce per un attore famoso, e poi impazzisce per un attore improvvisato, ladro di suite d'albergo. E ancora, l'episodio dell'attricetta americana che tradisce l'amica, rubandole il fidanzato, per poi tradire lo stesso ragazzo, piantandolo in asso per scappare a Los Angeles e Tokyo, a girare un film con attori più famosi di lei, a inseguire, anche lei, già attrice, lo spettacolo. Il potere dello spettacolo è quello dell'invidia, del volerne partecipare a tutti i costi, anche da servi, anche elemosinando la parte di spettatore. Il servo che dice al padrone "usami", per sentirsi anche lui potente. Infine, l'unico che non recita perché non lo sa fare: il tenore talentato. Lo spettacolo lo vuole, perché vuole sè stesso a tutti i costi: quindi si accontenta di farlo cantare sotto la doccia. Ma c'è altro: il talento naturale, senza l'artificio della professione e della "maschera", che canta solo sotto la doccia, è l'immagine della non-finzione, dell'autenticità. Il padre di famiglia, cui piace la vita tranquilla, con la famiglia e "seppellendo i morti", non sa recitare e si accontenta della verità (perché è abituato a vedere la morte, che smonta qualsiasi finzione). E' affidato a lui il ruolo di cantare questa verità (non sei uomo, sei pagliaccio). E' immagine stessa del poeta Allen - che non a caso si mette nel ruolo di suo folle impresario - e, ironicamente, di "minus habens", in un mondo dove aver di meno è un dono e non un handicap.
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luciacinefila
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martedì 24 aprile 2012
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noia mortale e sbadigli a non finire
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Evento eccezionale.......... il regista considerato un genio dai più,ha diretto ed interpretato un film( sempre che il prodotto finale meriti questo appellativo)la cui visione presuppone il pagamento a favore dello spettatore di una somma ingente di denaro.. a causa dell'immenso tedio che avviluppa lo sventurato sin dal primo nanosecondo della visione.
Non si può certo negare che in casi come questi la visione di un "cinepanettone" procura sicuramente maggior soddisfazione, e senza timore di smentita alcuna,un maggior interesse da parte del publico.In sintesi che dire.....niente è degno di nota,non lo è la sceneggiatura, non lo sono i dialoghi( che sembrano usciti da una commediola recitata in un teatro di periferia),ne tantomeno gli attori fra cui lo stesso Allen, che sono riusciti nel seppur difficilissimo risultato di apparire finti sempre e comunque.
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Evento eccezionale.......... il regista considerato un genio dai più,ha diretto ed interpretato un film( sempre che il prodotto finale meriti questo appellativo)la cui visione presuppone il pagamento a favore dello spettatore di una somma ingente di denaro.. a causa dell'immenso tedio che avviluppa lo sventurato sin dal primo nanosecondo della visione.
Non si può certo negare che in casi come questi la visione di un "cinepanettone" procura sicuramente maggior soddisfazione, e senza timore di smentita alcuna,un maggior interesse da parte del publico.In sintesi che dire.....niente è degno di nota,non lo è la sceneggiatura, non lo sono i dialoghi( che sembrano usciti da una commediola recitata in un teatro di periferia),ne tantomeno gli attori fra cui lo stesso Allen, che sono riusciti nel seppur difficilissimo risultato di apparire finti sempre e comunque...sconsigliato anche in una freddissima serata di tempesta.....
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luciacinefila
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martedì 24 aprile 2012
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noia mortale e sbadigli a non finire
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Evento eccezionale.......... il regista considerato un genio dai più,ha diretto ed interpretato un film( sempre che il prodotto finale meriti questo appellativo)la cui visione presuppone il pagamento a favore dello spettatore di una somma ingente di denaro.. a causa dell'immenso tedio che avviluppa lo sventurato sin dal primo nanosecondo della visione.
Non si può certo negare che in casi come questi la visione di un "cinepanettone" procura sicuramente maggior soddisfazione, e senza timore di smentita alcuna,un maggior interesse da parte del publico.In sintesi che dire.....niente è degno di nota,non lo è la sceneggiatura, non lo sono i dialoghi( che sembrano usciti da una commediola recitata in un teatro di periferia),ne tantomeno gli attori fra cui lo stesso Allen, che sono riusciti nel seppur difficilissimo risultato di apparire finti sempre e comunque.
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Evento eccezionale.......... il regista considerato un genio dai più,ha diretto ed interpretato un film( sempre che il prodotto finale meriti questo appellativo)la cui visione presuppone il pagamento a favore dello spettatore di una somma ingente di denaro.. a causa dell'immenso tedio che avviluppa lo sventurato sin dal primo nanosecondo della visione.
Non si può certo negare che in casi come questi la visione di un "cinepanettone" procura sicuramente maggior soddisfazione, e senza timore di smentita alcuna,un maggior interesse da parte del publico.In sintesi che dire.....niente è degno di nota,non lo è la sceneggiatura, non lo sono i dialoghi( che sembrano usciti da una commediola recitata in un teatro di periferia),ne tantomeno gli attori fra cui lo stesso Allen, che sono riusciti nel seppur difficilissimo risultato di apparire finti sempre e comunque...sconsigliato anche in una freddissima serata di tempesta.....
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cate64
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martedì 24 aprile 2012
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vorrei indietro i soldi del biglietto
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Brutti i dialoghi, noiosi e recitati male. Brutta la fotografia fondamentalmente piatta. Le scene esterne sono quasi tutte al tramonto e Roma è stupenda, ma banale.
La colonna sonora... beh lasciamo perdere, quelle tipiche musichette italiane che ricordano la tarantella. Una montagna di apparizioni famose. Inutili.
La storia non esiste, a parte evidenziare che gli uomini sono maschi latini rimbambiti davanti alla "gnocca" (non si salva nemmeno il padre di famiglia Benigni) e le donne tutte poco di buono. Una maestrina è pronta a tradire il marito ma poi cambia l'uomo nel suo letto e vabbe' dai, si prende quello che c'è (che è pure meglio perchè tra Albanese e Scamarcio.
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Brutti i dialoghi, noiosi e recitati male. Brutta la fotografia fondamentalmente piatta. Le scene esterne sono quasi tutte al tramonto e Roma è stupenda, ma banale.
La colonna sonora... beh lasciamo perdere, quelle tipiche musichette italiane che ricordano la tarantella. Una montagna di apparizioni famose. Inutili.
La storia non esiste, a parte evidenziare che gli uomini sono maschi latini rimbambiti davanti alla "gnocca" (non si salva nemmeno il padre di famiglia Benigni) e le donne tutte poco di buono. Una maestrina è pronta a tradire il marito ma poi cambia l'uomo nel suo letto e vabbe' dai, si prende quello che c'è (che è pure meglio perchè tra Albanese e Scamarcio.....). Il tenore sotto la doccia è sinceramente l'unica cosa che mi ha emozionato. Ma mai una risata. Una montagna di pubblicità per niente velata, dai pomodori, all'affettato, il vino ecc.ecc. Non poteva mancare alla fine il vigile in canottiera dal balcone a dire le quattro scemenze di chiusura. Commenti di corridoio: fa solo
voglia di andare a Roma. Sembra un film su commissione, tipo propaganda. Sembra strano che uno come W. Allen e anche Benigni si siano impegnati a metterci le facce e la firma.
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gpistoia39
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martedì 24 aprile 2012
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perchè? non avete forse riso?
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Io ho riso tantissimo, e anche gli alti spettatoti in sala. E' una bellissima commedia che si rifà ad Allen dei primi tempi. Beh che c'è di male a citare se stessi? A una commedia si chiede che faccia ridere, e questa fa ridere tantissimo.
[+] ridere?! piangere!
(di ellill�)
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super-partes
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martedì 24 aprile 2012
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xenofobia cinematografica
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Questo film, divertente e persino geniale sotto molti aspetti, non può essere il capro espiatorio dei difetti dell'Italia. La colpa è nostra se appariamo così e non sarà certo un film a cambiare l'opinione che hanno all'estero di noi, anzi, la situazione culturale italiana attuale è molto peggiore di quanto appaia nel film, che è leggero e mai offensivo. Dovremmo limitiamoci a gustarci questa pellicola senza pensare se facciamo o no bella figura. Però dato che in questo caso si tratta di un non italiano che ci racconta (non "giudica", attenzione), allora la prendiamo sul personale. Diciamo pure che il parere dei "forestieri" non ci è tanto simpatico. Non siamo forse noi quelli che con il doppiaggio non vogliamo che si parli altra lingua se non la nostra, anche nei film stranieri?
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bunuel
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martedì 24 aprile 2012
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gli italiani non capiscono woody allen
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Ma Woody Allen non era il regista "che gli italiani adorano"? Diciamo la verità, gli italiani non conoscono Woody. Al massimo Scarlett Johansson. Forse hanno visto qualche suo film dal 2005 in poi, ma il pensiero di questo grande artista del Novecento è piuttosto sconosciuto qui, e c'è voluto che arrivasse in Italia per far venir fuori la verità. Le reazioni fortemente negative, e talvolta anche gratuite, a questo film sono la chiara dimostrazione che: 1) Per molti è stata la prima volta che hanno visto un film di Allen e probabilmente non l'hanno neanche capito. 2) Siamo chiusi a guscio su noi stessi, e non ci piace avere stranieri nel nostro territorio ("artistico", in questo caso), soprattutto se ci dipingono in un modo che non ci piace, perché "i panni sporchi si lavano in casa".
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Ma Woody Allen non era il regista "che gli italiani adorano"? Diciamo la verità, gli italiani non conoscono Woody. Al massimo Scarlett Johansson. Forse hanno visto qualche suo film dal 2005 in poi, ma il pensiero di questo grande artista del Novecento è piuttosto sconosciuto qui, e c'è voluto che arrivasse in Italia per far venir fuori la verità. Le reazioni fortemente negative, e talvolta anche gratuite, a questo film sono la chiara dimostrazione che: 1) Per molti è stata la prima volta che hanno visto un film di Allen e probabilmente non l'hanno neanche capito. 2) Siamo chiusi a guscio su noi stessi, e non ci piace avere stranieri nel nostro territorio ("artistico", in questo caso), soprattutto se ci dipingono in un modo che non ci piace, perché "i panni sporchi si lavano in casa". E' una certezza quasi assoluta che all'estero sapranno valutare il film per quello che vale.
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donald60
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martedì 24 aprile 2012
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perché tutto questo odio?
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La cosa più strana leggendo tutte le recensioni negative non è vedere che il film non piace, ma rendersi conto dell'odio incredibile che ha suscitato negli animi degli spettatori. Okay, il film può non piacere, può non essere considerato uno dei migliori di Woody Allen, ma perché tutto questo astio? Un dubbio mi viene... perché quando un giudizio negativo si trasforma in un atteggiamento denigratorio nei confronti di uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, vuol dire che c'è probabilmente qualcosa che ha infastidito, e pure tanto. Considero tutta questa avversione la nostra ammissione di "colpevolezza", l'ammissione che forse in fondo una parte di verità, nelle scene da commedia di Allen che riguardano gli italiani, ci sia.
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La cosa più strana leggendo tutte le recensioni negative non è vedere che il film non piace, ma rendersi conto dell'odio incredibile che ha suscitato negli animi degli spettatori. Okay, il film può non piacere, può non essere considerato uno dei migliori di Woody Allen, ma perché tutto questo astio? Un dubbio mi viene... perché quando un giudizio negativo si trasforma in un atteggiamento denigratorio nei confronti di uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, vuol dire che c'è probabilmente qualcosa che ha infastidito, e pure tanto. Considero tutta questa avversione la nostra ammissione di "colpevolezza", l'ammissione che forse in fondo una parte di verità, nelle scene da commedia di Allen che riguardano gli italiani, ci sia. Se davvero fosse un film campato in aria, come si scrive in giro, sarebbe accolto con indifferenza. Però forse Woody ha colpito proprio nel segno. Quelli che si sono sentiti più chiamati in causa sono certamente i critici, dato che il film ironizza proprio sul giornalismo italiano. Ma non siamo noi il popolo della tv spazzatura, del giornalettismo, delle escort? Il problema è che non vogliamo fare brutta figura, perché preferiamo nascondere lo sporco sotto al tappeto.
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andreacip
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martedì 24 aprile 2012
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grandi aspettative, grande delusione.
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Film davvero balordo. Ovunque banalità, luoghi comuni e recitazione mediocre.
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