The Tree of Life |
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Un film di Terrence Malick.
Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 189 min.
- India, Gran Bretagna 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 18 maggio 2011.
MYMONETRO
The Tree of Life
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una bellezza difficiledi ANGEAFeedback: 203 | altri commenti e recensioni di ANGEA |
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mercoledì 25 maggio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo è un film sulla "banalità". La banalità della vita di un ragazzo che diventa un uomo e della sua famiglia, la banalità delle domande e delle risposte che lui, sua madre e suo padre si pongono. I piccoli diverbi personali, le piccole e grandi tragedie familiari, i piccoli odi e le piccole meschinità, le piccole bellezze della loro e della nostra vita. Sì, il film è banale come è “banale” il nostro “esserci nel mondo”. E dunque una banalità che non è per nulla banale, ma è il fondamento del nostro stesso esistere. Chi non si è mai posto queste domande: Perché sono qui? Da dove vengo? Verso dove vado? Perché esiste il male? Queste domande “banali” sono i fondamenti e che hanno portato alla nascita di ogni filosofia e di ogni religione. Perché sono le domande che noi, creature situate in uno spazio e un tempo preciso, non possiamo a un certo punto della nostra vita evitare. Proprio noi che viviamo un tempo che è quello di un istante tra innumerevoli evi avanti e dietro di noi, noi che viviamo uno spazio che è un punto nell’immensità dell’universo. Noi schiacciati e sgomenti “canne pensanti” davanti all’immensità infinite, noi in bilico tra la “via della natura” e “quella della grazia” (spirito geometrico e spirito di finezza secondo la definizione di Pascal). E l’esposizione del film, in bilico tra Kubrick e lo “Specchio” di Tarkovskij, è un inno alla bellezza carica di sublime di questo mondo di trepidazione, dolore, mistero, luce, grazia che coinvolge l’uomo e tutte le creature.. Certo non è un film semplice, ma per apprezzarne la bellezza occorre prenderlo per ciò che è: abbandonare il concetto di successione logica o cronologica, lasciarsi trascinare dal vortice delle associazioni di idee secondo un processo analogico. Immagini bellissime e salti temporali (dall’inizio del tempo ai dinosauri, all’alba dell’umanità alla fine dell’universo), lentezza della narrazione e sovrapposizione dei temi. E un prefinale sulla resurrezione dei morti in bilico tra cristianesimo, speranza umana e la possibilità di una “pace nel nulla” (gli uomini che si ritrovano sulla spiaggia al crepuscolo del giorno). Un accenno infine alle scelte musicali: Solenni e magnifiche le musiche in particolare straordinare le “Barricate misteriose” di Couperin, il preludio e fuga BWV 853 di Bach e “lacrimosa” dal Requiem di Preisner. Un film ispirato, sicuramente da vedere, pensare, sentire col cuore.
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