diazvista
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giovedì 29 dicembre 2011
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bellissimo e difficile
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Tutti di fretta, tutti poco attenti ai particolari, nessuno che riesca o voglia davvero fermarsi ad ammirare con cura un opera straordinaria e profonda come questa.
Se solo fosse uscito in sala 4-5 anni orsono, quando ancora si riusciva a gustare (almeno sufficientemente) un opera d'arte, sarebbe stato un successo, un film senza precedenti, una proiezione che avrebbe lasciato l'animo di qualsiasi spettatore, un pò incerto e pensieroso.
Oggi non c'è tempo per essere pensierosi! Non c'è tempo per l'incertezza, n'è tempo per gustare una visione così ampia della vita.
Penso che come Malick, nessuno sia riuscito fino ad oggi a trasmettere e anche solo a mettere sulla pellicola una così bella visione della vita come insieme di più istanti, che portano alla fine di tutto.
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Tutti di fretta, tutti poco attenti ai particolari, nessuno che riesca o voglia davvero fermarsi ad ammirare con cura un opera straordinaria e profonda come questa.
Se solo fosse uscito in sala 4-5 anni orsono, quando ancora si riusciva a gustare (almeno sufficientemente) un opera d'arte, sarebbe stato un successo, un film senza precedenti, una proiezione che avrebbe lasciato l'animo di qualsiasi spettatore, un pò incerto e pensieroso.
Oggi non c'è tempo per essere pensierosi! Non c'è tempo per l'incertezza, n'è tempo per gustare una visione così ampia della vita.
Penso che come Malick, nessuno sia riuscito fino ad oggi a trasmettere e anche solo a mettere sulla pellicola una così bella visione della vita come insieme di più istanti, che portano alla fine di tutto.
La mia domanda è, gente, chi sarebbe capace di parlare della scomparsa di un figlio, di un fratello, in un film adatto a tutti?
Chi ha perso un parente caro, chi ha perso un figlio, chi ha perso un fratello, apprezzerà questo film, e, col tempo lo apprezzeranno anche tutti gli altri, perchè ognuno di noi passa dei momenti brutti e bui, e le domande che ci si pone, sono proprio quelle del film, narrate con voci flebili, immagini che deliziano gli occhi, suoni che rilassano.
diazvista
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antomadd
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venerdì 16 dicembre 2011
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delusione
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Pensavo fosse un capolavoro ma ........ solo una parola ....... INGUARDABILE
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cattivik
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giovedì 1 dicembre 2011
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film o "rivelazione"?
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Film formalmente perfetto da Accademia. Ma quanta presunzione nel volerci "rivelare" il mistero del "Creato" ed il nostro ruolo di formiche nel cosmo! Ad altro livello artistico, mi sembrava di leggere un libro di Coelho con le sue rivelazioni/divulgazioni esoteriche. Forse certe "verita'" meriterebbero accenni discreti anziche' effetti da Super Quark. Per fortuna ci e' stato evitato il commento di Piero Angela, anche se le domande sussurrate risultavano forse più ridicole. Ma la filmografia americana tende a enfatizzare la semplicita', in Europa forse sarebbe bastato far trapelare un dubbio inquietante con qualche tono esistenzialista. Ma nonostante Malick sia stato cultore di Heidegger forse non ha rinunciato alla magniloquenza del Creato influenzato dalla trascendenza cristiana.
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Film formalmente perfetto da Accademia. Ma quanta presunzione nel volerci "rivelare" il mistero del "Creato" ed il nostro ruolo di formiche nel cosmo! Ad altro livello artistico, mi sembrava di leggere un libro di Coelho con le sue rivelazioni/divulgazioni esoteriche. Forse certe "verita'" meriterebbero accenni discreti anziche' effetti da Super Quark. Per fortuna ci e' stato evitato il commento di Piero Angela, anche se le domande sussurrate risultavano forse più ridicole. Ma la filmografia americana tende a enfatizzare la semplicita', in Europa forse sarebbe bastato far trapelare un dubbio inquietante con qualche tono esistenzialista. Ma nonostante Malick sia stato cultore di Heidegger forse non ha rinunciato alla magniloquenza del Creato influenzato dalla trascendenza cristiana.
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sarti1971
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sabato 19 novembre 2011
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senza alcun senso
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Mi domando come faccia a poter piacere un film come questo! Senza capo ne coda!
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michelino
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mercoledì 16 novembre 2011
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ipnosi pura
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La bellezza e la potenza evocativa delle immaggini di questo film mi hanno catturato dal primo fotogramma senza lasciarmi spazio per un minimo di riflessione sui contenuti della trama.
Era dai tempi di Tarkovskij che non mi lasciavo ipnotizzare così dalla fotografia di un film.
VIVA IL GRANDE CINEMA.
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giulio marlia
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venerdì 11 novembre 2011
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cinema come esperienza extrasensoriale
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Come fate a dare una valutazione di 3,16 ad un'opera che sconvolge e riscrive tutte le regole di composizione e di montaggio del linguaggio filmico?
Non è che Malick non conosca queste regole,semplicemte va oltre e tenta di costruire o di sperimentare nuove modalità di espressione cinematografica,nella forma del cine-poema o del cinema di poesia (cosa riuscita a pochissimi,tra cui Tarkovskij,Pasolini,Sokurov ).
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svampa
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domenica 6 novembre 2011
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troppa poesia, da apparire patetico
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È raggelante accorgersi che film di questo genere, privi di tecnica, privi di attacchi sul movimento, con molta voce fuori campo, riescano a mietere simili successi. Sarà stato il nome del regista, quel Malick così amato dalla critica, che da anni, realizza i suoi film, ma che evita accuratamente di presentarsi in pubblico, in una ritrosia che potrebbe essere un veicolo pubblicitario, più che una scelta di star fuori dal mondo dello star system. O forse è un po’ l’uno ed un po’ l’altra. Scelta discutibile a mio avviso, perché questo comportamento manca di rispetto al pubblico.
In ogni caso, parlando del film, emerge subito una lentezza, che, nel cinema spesso è foriera di grandi atmosfere, ma in The Tree of Life, è una lentezza fine a se stessa e quindi monotona, noiosa.
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È raggelante accorgersi che film di questo genere, privi di tecnica, privi di attacchi sul movimento, con molta voce fuori campo, riescano a mietere simili successi. Sarà stato il nome del regista, quel Malick così amato dalla critica, che da anni, realizza i suoi film, ma che evita accuratamente di presentarsi in pubblico, in una ritrosia che potrebbe essere un veicolo pubblicitario, più che una scelta di star fuori dal mondo dello star system. O forse è un po’ l’uno ed un po’ l’altra. Scelta discutibile a mio avviso, perché questo comportamento manca di rispetto al pubblico.
In ogni caso, parlando del film, emerge subito una lentezza, che, nel cinema spesso è foriera di grandi atmosfere, ma in The Tree of Life, è una lentezza fine a se stessa e quindi monotona, noiosa. Non succede nulla. Ma anche in altri film non succede nulla (vedi a Single man) ma il regista in quel caso riesce a caricare di sensazioni la pellicola. In questo film invece Malick non ci riesce. Il film avanza per forza di inerzia, dandosi arie: avanza con la presunzione di essere un film d’autore. Ma non basta raccontare storie sospese per fare un film d’autore: conta lo sguardo, il modo di raccontare, anche il nulla, ma saperlo raccontare in maniera piacevole ed interessante per il pubblico. Ecco, questo film non appassiona il pubblico. Lo annoia, in cerca di un qualcosa che forse si trova solo nelle ultime fasi del film. Un film deve innanzitutto appassionare, regalare emozioni. La storia non conta. Si può fare un film anche su una non storia, ma l’importante è mantenere quell’ interesse che dona piacevolezza a chi lo sta guardando. Altrimenti diventa una mera esercitazione, un prodotto sperimentale. Le lunghe sequenze di sconfinati paesaggi (bellissimi, certo), le immagini dell’universo, i mari, copiano 2001: Odissea nello spazio. Troppo simile la traiettoria che percorre la macchina da presa rispetto a quella del film di Kubrick. Malick vuole restare nella storia, come Kubrick, ci è riuscito per davvero. Malick probabilmente ci riesce, ma solo grazie a critici compiacenti, perché questo film è un film povero, monco di moltissime caratteristiche oggettivamente indispensabili per una sua riuscita. Sean Penn appare quasi spaesato nel suo ruolo indistinto. Non si coglie bene la sua psicologia. O forse la si coglie troppo, mancando in concretezza e quindi mancando in fatti che lo spettatore possa comprendere. Niente a che vedere con This must be the place, dove Penn snocciola una prestazione da brivido, una trasformazione che (in questo caso) potrebbe valere veramente e meritatamente l’OSCAR… staremo a vedere e vedremo se sarò stato buon profeta.
Un film va diviso in più strati: dallo stato più superficiale, quello che comprendono tutti e che allieta la sua visione, fino allo strato più profondo, quello in grado di esser colto solo dai critici cinematografici. The tree of Life manca completamente gli strati superficiali e va alla ricerca solamente di quelli più nascosti per farli fruire solo ai critici. Ma un buon film per essere tale deve piacere per prima cosa allo spettatore e poi (casomai) cercare di strizzare l’occhio ai critici. In questo caso il film cerca solo la consacrazione critica, in una ruffianeria, davvero imbarazzante.
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jensa
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domenica 6 novembre 2011
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un regista decisamente lontano dalla scene cinemat
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Ancora oggi incontro persone che non hanno visto Blade Runner e tantissime altre che non hanno il coraggio di dire che hanno interrotto la visione di 2001 odissea a metà film.Certamente non nomino questi 2 capolavori per un confronto con Tree of Life.Sono convinto che i film che hanno della morale non piacciono, certe tematiche che toccano corde delicate lasciano certamente qualche dubbio a chi non vuole sentirsi dire come stanno le cose. Ora questo film è piuttosto chiaro in proposito e il suo modo frammentario di passare da immagini documentaristiche a una handycam amatoriale rende forse il tutto un pò da mal di testa, ma ben presto durante la visione del film si riesce a capire che è una cosa voluta dal regista.
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Ancora oggi incontro persone che non hanno visto Blade Runner e tantissime altre che non hanno il coraggio di dire che hanno interrotto la visione di 2001 odissea a metà film.Certamente non nomino questi 2 capolavori per un confronto con Tree of Life.Sono convinto che i film che hanno della morale non piacciono, certe tematiche che toccano corde delicate lasciano certamente qualche dubbio a chi non vuole sentirsi dire come stanno le cose. Ora questo film è piuttosto chiaro in proposito e il suo modo frammentario di passare da immagini documentaristiche a una handycam amatoriale rende forse il tutto un pò da mal di testa, ma ben presto durante la visione del film si riesce a capire che è una cosa voluta dal regista. Con i mezzi a disposizione e con qualche accorgimento si poteva rendere il tutto molto omogeneo senza alcuni stacchi molto marcati. Hollywood fa' questo ed altro, ma visto da un ottica di un regista decisamente lontano dalla scene cinematografiche,nutro interesse alla pellicola. Ma mi preoccupa la miseria di chi spara a zero per alcuni commenti dove è chiaro che alle persone non gli piace sentirsi un pugno nello stomaco quando và al cinema. Gli altri vogliono spesso essere registi di loro stessi e del quotidiano, ma mai del proprio viaggio metafisico. Io gli altri non li considero e non mi viene di esprimere un pensiero laico, le cose vanno accettate sia se sono bianche e sia se sono nere. Noi stessi siamo circondati dal cerchio della vita. The tree of life è un film difficile da poter vedere, in esso vi è racchiusa la crisi del mondo cinematografico arrabbattato a dover far lavorare dei super eroi come thor e iron man. Crisi che racchiude in se la miseria di questo mondo e di chi ne fà parte. L'opinione mia personale è che io sono al di fuori da questo parametro, io non ho bisogno di falsi stereotipi e posso digerire un film che non è fatto di convenzione e basta. Sono presuntuoso da poter dire che sono interessato a scoprire quale potrebbe essere il fulcro dell'esistenza. La vita è un progetto divino e facciamo tutti parte di un viaggio, che si concluderà prima o poi. Non credo si possa assegnare un punteggio a questo film. E 'semplicemente un'esperienza. Anche a me e' capitato di ricordare la mia infanzia fatta di frammenti appena qua e là. Un ricordo tira l'altro e via discorrendo, e questo film è altamente raccomandato per questo. Finita la sua visione se avete della nostalgia allora avete compreso il film e apprezzerete ogni cosa già dal giorno successivo. Esistono film di azione, commedie, horror, ed esiste il cinema contemporaneo. Dove in un film sembra ci sia mancanza di struttura dalla parte dello spettatore ce' spesso mancanza di intelligenza! Le cose vanno "Comprese" non "Prese"
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maurizio2008
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venerdì 4 novembre 2011
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lobotomia in videoclips
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Piu che un film, pare che il regista abbia voluto realizzare un collage piuttosto scoordinato di immagini sulla natura e le galassie, con aggiunta di videoclips random ambientati in una cittadina americana stilizzata degli anni '50.
Mentre scorrono lentissime le immagini del Grand Canyon o dei verdi pascoli del "Mulino Bianco", ci si aspetta in ogni momemnto che piacenti fanciulle in abiti succinti saltino fuori dallo schermo, pronte a declamare le virtu' digestive dell'ultimo yougurt alla vaniglia o le proprietà terapeutiche di una nuova acqua oligominerale.
Quasi tutti i personaggi si trascinano senza convincimento come fantasmi in coma, senza spessore, profondità ne forza di volontà la quale è invece richiesta in dose massiccia agli spettatori per evitare che fuggano via dalla sala cinematografica.
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Piu che un film, pare che il regista abbia voluto realizzare un collage piuttosto scoordinato di immagini sulla natura e le galassie, con aggiunta di videoclips random ambientati in una cittadina americana stilizzata degli anni '50.
Mentre scorrono lentissime le immagini del Grand Canyon o dei verdi pascoli del "Mulino Bianco", ci si aspetta in ogni momemnto che piacenti fanciulle in abiti succinti saltino fuori dallo schermo, pronte a declamare le virtu' digestive dell'ultimo yougurt alla vaniglia o le proprietà terapeutiche di una nuova acqua oligominerale.
Quasi tutti i personaggi si trascinano senza convincimento come fantasmi in coma, senza spessore, profondità ne forza di volontà la quale è invece richiesta in dose massiccia agli spettatori per evitare che fuggano via dalla sala cinematografica. Un' atmosfera sonnolenta e oberata di sussurri e mormorii da sala ospedaliera pervade questo pseudo documentario dall'inizio alla fine.
Secondo il grande regista Billy Wilder un buon film è come una collana di perle dove ogni sequenza è stupendamente congegnata e collegata. Qui della collana non è rimasto neppure il filo. Viene spontaneo chiedersi se tutti i commenti positivi che Malick ha ricevuto non provengano effettivamente da amici e parenti.
E' stato anche detto che il regista ha pensato questo film per se stesso. Niente di più sbagliato quando in sala c'è un pubblico pagante che si aspetta perlomeno di dare valore alla spesa del biglietto, aspettandosi di assitere ad una proiezione con un minimo di logica, divertimento, ironia o anche dramma intelligente, senza ricorrere agli effetti ovvi e banali della lacrima facile per il bambino morto e la famiglia inconsolabile. Il che sarebbe pure accettabile a livello di Soap Opera se tutto il magma che fluisce noiosamente in questo polpettone indigesto e soporifero non fosse messo insieme in maniera assolutamente delirante.
Qualche immagine ben girata in alta definizione e povertà assoluta di idee a livello narrativo o contenutistico. E' una vergogna che non sia possibile chiedere il rimborso del biglietto.
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ashtray_bliss
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domenica 23 ottobre 2011
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l'albero della vita e' un dono di dio.
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Questa pellicola puo' essere descritta in svariati modi. Puo' risultare noioso, senza senso, pesante. Ma questa pellicolla si contrappone a tutte quelle contemporanee che possono offrire solo mero intattenimento come magari un film d'azione o una commedia rosa. Questo film va oltre il senso di un cinema leggero, superficiale e a volte vacuo. Mallick con questo film vuole fare un tributo, un tributo alla vita in tutte le sue forme, dalla piu' piccolla cellula agli organismi piu' complessi, come l'uomo. Mallick ci invita a riscoprire la magnificenza della vita in ogni sua forma, ecco perche' tenta a stupirci con le meravigliose e intense immagini della creazione della terra. Ma The Tree Of Life e' anche un opera spirituale e religiosa.
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Questa pellicola puo' essere descritta in svariati modi. Puo' risultare noioso, senza senso, pesante. Ma questa pellicolla si contrappone a tutte quelle contemporanee che possono offrire solo mero intattenimento come magari un film d'azione o una commedia rosa. Questo film va oltre il senso di un cinema leggero, superficiale e a volte vacuo. Mallick con questo film vuole fare un tributo, un tributo alla vita in tutte le sue forme, dalla piu' piccolla cellula agli organismi piu' complessi, come l'uomo. Mallick ci invita a riscoprire la magnificenza della vita in ogni sua forma, ecco perche' tenta a stupirci con le meravigliose e intense immagini della creazione della terra. Ma The Tree Of Life e' anche un opera spirituale e religiosa. Piu' volte Dio viene citato come l'artefice di tanta bellezza, di tanta meraviglia che circonda l'uomo senza che lui se ne renda conto, colui che ci guidera' fino alla fine dei tempi. Dio ci ha dato la possibilita' di cercarlo e trovarlo attraverso il suo creato, e ci rende partecipi attraverso il mistero e la grandezza della vita. Ma Mallick non si ferma qui, non gli basta rendere un solo- splendido- omaggio alla vita e a Dio ma mette in risalto anche le due nature opposte dell'uomo. L'uomo che cerca la violenza, e che si convince che nella vita per ottenere successo bisogna essere aggressivi e non abbassare la guardia, bisogna saper imporsi noi e le nostre volonta. Questa natura viene impersonata dal padre (Pitt) del ragazzino, un padre autoritario e severo che ama i suoi figli ma cerca sempre di nascondere, di opprimere questo suo lato piu' sensibile e vulnerabile. L'altra natura invece, quella della madre (Chastain) gli insegna la via della grazia, della dolcezza, dell'amore incondizionato, assoluto e infinito per ogni cosa che Dio ci ha regalato. Lei stessa e' una madre amorevole e dolce che non nasconde e non si vergogna di essere sensibile e insegna ai figli lo stesso amore per la vita che prova lei stessa. Due nature opposte, contrarie l'una all'altra, due nature che si contrastano ma pero' riescono a fondersi pienamente nel carattere di Jack ormai adulto confuso e diviso da queste due nature opposte, e si trovera a dover affrontare il suo passato e gli insegnamenti dei due genitori. Alla fine si riconcigliera' con i due genitori e riuscira' a perdonarli (specialmente il padre) e ricongiungersi in un luogo fuori dal tempo, riconducibile a una sorta di paradiso- un luogo calmo, pacifico e sereno come la natura di Dio- con i genitori e i fratelli, cogliendo in pieno il significato dellla vita: dare e ricevere amore, il bene piu' grande che l'uomo possa mai conoscere.
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