Titolo originale | We Own the Night |
Anno | 2007 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 117 minuti |
Regia di | James Gray |
Attori | Joaquin Phoenix, Mark Wahlberg, Robert Duvall, Eva Mendes, Alex Veadov Tony Musante, Dominic Colon, Danny Hoch, Oleg Taktarov, Moni Moshonov, Antoni Corone, Craig Walker, Joseph D'Onofrio, Elena Solovey, Maggie Kiley, Paul Herman. |
Uscita | venerdì 14 marzo 2008 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,89 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 dicembre 2016
Un padre poliziotto stimato e due fratelli che si trovano su sponde opposte. Si uniranno per vendicarlo. In Italia al Box Office I padroni della notte ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 778 mila euro e 304 mila euro nel primo weekend.
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Due fratelli e un padre. Così si potrebbe sintetizzare l'idea di base del film. Un padre che è uno dei più rispettati poliziotti di New York e due figli Bobby e Joseph che più diversi non potrebbero essere. Bobby (che ha anche ripudiato il cognome paterno) che gestisce un locale equivoco centro di traffici poco leciti della mafia dell'Est. Joseph (un Wahlberg sprecato dopo l'intensa prestazione in The Departed) che ha seguito le orme paterne entrando in polizia. Il confronto all'interno della famiglia è duro ma quando il padre viene ucciso proprio dalla mafia e Bobby è presente sulla scena del delitto la situazione cambia. I fratelii si riavvicinano per vendicarne la morte.
James Gray aveva interessato la critica e il pubblico internazionali con Little Odessa. Peccato che poi i suoi temi siano rimasti sempre quelli (la mafia dell'Est, la polizia) inseriti in film d'azione che, nonostante i proclami di riferimento a modelli alti come Visconti e il Neorealismo, risultano estremamente stereotipati. Senza anticipare nulla sul finale non si può mancare di dire che, oltre a tutto, un'azione decisamente illegale compiuta da un appartenente al corpo della polizia di New York sotto gli occhi dei colleghi non solo viene consentita ma addirittura premiata. Assomiglia un po' troppo a una soluzione da western della decadenza per divenire accettabile in un film poliziesco metropolitano. Anche nell'era Bush. (2 stelle perchè Duvall, qualsiasi ruolo ricopra, è sempre un grande attore).
New York, 1988. Bobby Green gestisce con successo El Caribe, uno dei locali più popolari della città; suo padre, Albert Grusinsky, è il vice-capo del dipartimento di polizia, e suo fratello Joseph è anche lui uno stimato poliziotto. Il difficile rapporto tra l'uomo e la sua famiglia si complica ancora di più quando la polizia di New York comincia a indagare su alcuni traffici di droga legati proprio al locale di Bobby...
Presentato al Festival di Cannes nel 2007 ed accolto senza troppo entusiasmo negli Stati Uniti, I padroni della notte è il terzo film del regista e sceneggiatore James Gray, premiato al Festival di Venezia nel 1994 per la sua pellicola d'esordio Little Odessa. Ancora una volta, come nei primi due lavori, Gray ci propone un thriller metropolitano in cui ritornano tutti i temi ricorrenti della sua produzione: il rapporto tra padre e figlio, il rapporto tra fratelli, la lotta fra polizia e crimine, la presenza della Mafia russa in America. E ne I padroni della notte ritroviamo anche la stessa coppia di protagonisti del precedente The yards, Joaquin Phoenix e Mark Wahlberg, qui pure nelle vesti di produttori ed affiancati da un vecchio leone del grande schermo come Robert Duvall.
L'azione ha luogo a New York nel 1988, ed è incentrata sulla relazione fra un padre e due fratelli che hanno preso strade diverse: Joseph (Wahlberg, che dopo The departed torna a vestire i panni di un poliziotto) ha seguito le orme paterne ed è entrato a far parte delle forze dell'ordine, mentre Bobby (Phoenix) è il manager di un famoso locale e trascorre le proprie giornate tra feste e partite a poker, sempre in compagnia della fidanzata portoricana Amada (Eva Mendes). Il tema principale del film, ovvero la guerra senza quartiere fra il dipartimento di polizia capitanato da Albert Grusinsky (Duvall) e la Mafia russa, che punta ad ottenere il monopolio assoluto del mercato della droga, è inserito poi nella cornice della New York di fine anni '80, con tanto di colonna sonora composta da hit d'epoca (si va da Heart of glass e Rapture dei Blondie a Let's dance di David Bowie).
Su questa base narrativa, Gray costruisce un solido poliziesco di alto artigianato, con evidenti influenze del cinema di Scorsese, Coppola, De Palma e Mann, ben curato anche dal punto di vista dell'approfondimento psicologico (soprattutto nella prima parte) e con alcune scene di indubbia efficacia. Il regista può contare inoltre su un cast all'altezza, nel quale il ruolo del protagonista, Bobby Green, è interpretato con convinzione da un bravissimo Joaquin Phoenix, rispetto al quale il personaggio di Wahlberg rimane un po' in ombra. Il primo tempo della pellicola, pur senza brillare per originalità (lo sviluppo della trama risulta nel complesso abbastanza prevedibile), è realizzato in maniera accurata e diligente; purtroppo, però, nella seconda parte la successione delle vicende appare eccessivamente schematica e non del tutto convincente, con la scontata "conversione" di Bobby da cultore della bella vita ad integerrimo agente di polizia ed un finale al di sotto delle aspettative. E la resa dei conti conclusiva, più che un presunto atto di giustizia, sembra piuttosto una vendetta privata che stona non poco con il messaggio morale del film stesso.
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Mi dispiace constatare un totale disaccordo con la recensione di Mymovies. "I padroni della notte" è un film di altissima qualità, a cui è assurdo attribuire una valutazione di solo due stelle, che sarebbero diventate addirittura una se nel cast non fosse stato presente Robert Duvall. Già autore del bellissimo "Little Odessa", James Gray indaga di nuovo l'ambiente della malavita ma la tematica fondamentale [...] Vai alla recensione »
Che Joaquin Phoenix avesse già fatto vedere di che pasta era fatto era ben noto a tutti dopo le splendide interpretazioni come in Il Gladiatore e Quando l'amore brucia l'anima. Qui riesce anche a superarsi sfoderando un'interpretazione sublime accompagnata da altri volti noti del grande schermo come il buon vecchio Robert Duvall, qui nei panni del capo della polizia di New York e padre sia di Bobby [...] Vai alla recensione »
Davvero ben fatto, a me è piaciuto con due grandi interpretazioni di Duvall e Phoenix mentre Wahlberg m'è sembrato sottotono, o comunque al di sotto delle proprie possibilità. La storia sarà pure la solita già vista in altre occasioni ma scorre liscia senza intoppi, con un buon ritmo. A me sembra un poliziesco a tinte western metropolitano, dalle atmosfere pesanti, [...] Vai alla recensione »
No. Non condivido appieno la recensione del (comunque bravissimo) Zappoli. Bellissimo film, intenso, ottimo approfondimento psicologico dei personaggi. Il cattivone russo Nezhinski (Alex Veadov) riesce ad essere realmente "pauroso", ad esempio nella scena del microfono nell'accendino la sua carica malefica e paranoica buca lo schermo. Quando il mitico Duvall recita le sue massime (Se ti sposi una [...] Vai alla recensione »
Il film è un omaggio commovente alla NYPD ed una riabilitazione filmica appassionata del pericoloso ed oscuro lavoro dei poliziotti onesti di New York. Un lavoro, quello dei poliziotti, visti, a secondo dei punti di vista, retoricamente, come eroici paladini della giustizia o, ideologicamente, come servi del potere, spesso misconosciuto e a volte finanche messo alla berlina, non soltanto [...] Vai alla recensione »
Film praticamente "perfetto" nel suo genere e nelle sue tematiche più e più volte affrontate nel corso della storia della settima arte. A renderlo migliore di tanti altri ci sono sicuramente gli attori scelti (Phoenix a dir poco straordinario,così come il carismatico Robert Duvall e la bellissima Eva Mendes) e quella tensione emotiva che fin dai primi minuti lo spettatore [...] Vai alla recensione »
Bobby Grusinsky (Joaquin Phoenix), gestore di un locale di discutibile fama,sede di traffici di droga,condotti con la regia della malavita russa e Joseph Grusinsky,(Mark Wahlberg), integerrimo e misurato poliziotto, sono fratelli . Il contrasto fra i due protagonisti stride fin dall'inizio. E stride, acuta, l'appartenenza dei due, ad una stessa famiglia,qui rappresentata solo dal padre (Robert [...] Vai alla recensione »
Visivamente, un buon poliziesco. Sostanzialmente, una storia convenzionale, infarcita di violenza, con tanto di estenuante vendetta finale. Roba vista e stravista, moralmente inaccettabile, zeppa di incongruenze e di compiacimenti sanguinari volgarissimi. Si salva Duvall, ma è mestiere. Mainconico Musante. Inutile la Mendes. Regia da spot televisivo. Notevolissima scenografia.
Il film non è propriamente da buttare; il vero problema è che il vero Phoenix è quello della prima mezz'ora. La metamorfosi che segue, non è improbabile, ma semplicemente ridicola. Colpa del copione, o scelta errata dell'immenso Commodo e Jhonny Cash?. Propendo per la seconda opzione anche se con debita riserva. Con la speranza comunque, che il grande Jhoaquin, non si presti più a ruoli del genere. [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto vedo che c'è chi dice che il film è visto e stravisto. E' questo che non riesco assolutamente a capire... James Gray ha uno stile assolutamente unico, e di una qualità eccezionale come molto di rado capita di vedere nel cinema di oggi. E' uno dei pochissimi grandi talenti usciti negli ultimi quindici anni.
Uno dei migliori gangster movie di sempre. Imperdibile!!
Film drammatico poliziesco avvincente,reale,crudo,interessante,con un' ottima interpretazione da parte degli interpreti principali.Nel complesso finalmente un film bello da vedere che tratta un'argomento reale,concreto.Voto 8
Bel film...l'avesse girato Scorsese il critico mymovies si sarebbe strappato le vesti...invocando il miracolo cinematografico...l'ampio disaccordo del pubblico dimostra come certe opinioni "professionali" siano spesso incredibilmente distanti dalla sensibilità del pubblico che, a mio avviso giustamente, premia questo film...
Storia di due fratelli, uno ligio al dovere e un altro molto rilassato e aperto a compromessi, che dovranno affrontare una tragedia comune. Gli eventi li porteranno ad una maturazione e a prendere strade diverse dalla precedenti. "I padroni della notte" è un film bellissimo e sottovalutato, a metà tra un gangster movie e un racconto pedagogico, pieno di bravi attori e dotato [...] Vai alla recensione »
un ottimo film che dovrebbe far riflettere tantissimo gli spettatori su moltissimi aspetti di quel modo di vivere sia dalla parte del gangster che quella dal poliziotto. un film corretto manca qualcosa per essere considerato sopra la media e secondo me a causa del regista, perchè phoenix dimostra di essere sempre un grande attore come del resto lo sono walberg e il grande duvall soprattutto.
Questa pellicola di James Gray parte con le migliori premesse. La storia è accattivante: Bobby (Joaquin Phoenix) gestisce un night per conto di un magnate russo, mentre il fratello Joseph (Mark Wahlberg), come il padre (Robert Duvall), è uno stimato poliziotto. Le diversità sono evidenti ma vengono a cadere quando quest'ultimo finisce vittima di una imboscata, restando pesantemente ferito.
New York, qualche tempo fa. Phoenix interpreta Bobby, un rampante gestore di locali notturni. El Caribe è lo scenario della storia, di proprietà di un anziano signore russo dall'aspetto rassicurante, Marat Buzhayev. Droga, alcol, eccessi, una ragazza portoricana e il successo, dividono la vita di Bobby, figlio e fratello però del capo della Polizia e del dirigente della narcotici.
New York, qualche tempo fa. Phoenix interpreta Bobby, un rampante gestore di locali notturni. El Caribe è lo scenario della storia, di proprietà di un anziano signore russo dall'aspetto rassicurante, Marat Buzhayev. Droga, alcol, eccessi, una ragazza portoricana e il successo, dividono la vita di Bobby, figlio e fratello però del capo della Polizia e del dirigente della narcotici. [...] Vai alla recensione »
Il film sembra antecedente agli anni 2000, un film già visto uguale a tanti altri del genere niente che ti faccia dire "cavolo che bel film" o "che bel poliziesco". A mio parere abbastanza scadente. Si può dire bravi a gli attori, ma è un film con personaggi che non richiedevano una difficile interpretazione.
Che dire?grande film,superba regia(Gray ha affinato lo stile dopo l'ottimo esordio di Little Odessa)scenografia molto suggestiva,attori in stato di grazia,Duvall e Phoenix almeno 2 spanne sopra gli altri.Almeno 3 scene memorabili:quella in cui Phoenix si tradisce con l'accendino e conseguente caduta dal palazzo,l'inseguimento sotto la pioggia(che ricorda molto lo sile registico di William Friedkin)e [...] Vai alla recensione »
piuttosto scontato...ma piacevole...nn annoia....per chi ama il genere...lo consiglio.....la parte in cui eva mendes è stata brava?....quella iniziale.....:)
Buon film con un ottima fotografia,bellissimi titoli di testa,un come sempre straordinario R.Duvall, cattivoni assolutamente realistici...ma con una sceneggiatura troppo scontata e un Marc Walhberg relegato a comparsa di 2°piano...potevano scegliere un'attore più inutile!Meglio j.Phoenix che si conferma tra i migliori ex?-attori della sua generazione!
noiosissimo...capace di farti addormentare in un cinema...per tutto il film non fanno altro che combattere la criminalità...nei tribunali...a colpi di burocrazia..con cavilli e quant altro..non mi annoia tanto da "Il caso di Thomas Crawfford"...al confronto "Miami Vice" è un capolavoro del cinema d'azione..e ho detto tutto..
Era dai tempi di The Yards, fischiatissimo alla proiezione delle 19.00 in Debussy, che non avevamo notizie di James Gray. Purtroppo, con puntualità tanto esasperante quanto prevedibile, anche We Own the Night (che titolo magnifico!) si è attirato spaventose bordate di fischi (sul finale quando monta la commozione li senti proprio arrivare, i fischi.
Si comincia con le immagini dell'album 1980 'Police Work' del gran fotografo Leonard Freed, morto l'anno scorso: poliziotti poveri al lavoro in una New York ingovernabile oppure governata dalle leggi delle famiglie e del sangue. Non è lontano il 1988 del film, quando la rete della droga cominciò a stringere la città con i suoi locali, e i soldi della mafia russa presero a circolare umiliando la mafia [...] Vai alla recensione »
James Gray ha un'ottima abitudine: fa un film, racconta una storia solo quando ha qualcosa da dire. Più o meno una volta ogni sette anni (anche se il prossimo, Two Lovers , è atteso per il 2009), come testimoniano gli interessanti Little Odessa (1994) e The Yards (2000). Da quest'ultimo si porta dietro anche la strana coppia di protagonisti Mark Wahlberg e Joaquin Phoenix, ed è un'ottima scelta.
Fischiato e bollato come "'fascista"' da parte della critica mondiale a Cannes, ma Libération e la gauche francese venerano questo film. Ultra applaudito, poco dopo, dal pubblico del Festival dov'era in concorso. I padroni della notte è il racconto crepuscolare, da cinema classico americano, ma senza vie d'uscita, di una famiglia di poliziotti nella New York anni Ottanta.
Con I Padroni della notte James Gray chiude una trilogia che comprende anche "Little Odessa" e "The Yards" (mai uscito da noi). Tre variazioni sullo stesso tema: una tragedia familiare sullo sfondo del crimine metropolitano. New York, 1988. Bobby è il direttore di un night di Brooklyn; proprietario un mafioso russo che lui considera un secondo padre.
Detto così, sembra una sparata da criminali. Ma "We Own the Night" (titolo originale del film) era il motto dei poliziotti newyorchesi negli anni 80. Stava scritto sulle fiancate delle auto, nel tentativo di rassicurare i cittadini che non dormivano sonni tranquilli e di metter paura ai trafficanti di droga. Prendetelo, se volete, come il seguito – apocrifo e non intenzionale – di "American Gangster", [...] Vai alla recensione »
Come nel capolavoro di Lumet, "Onora il padre e la madre", anche qui due fratelli, un padre, echi di tragedia nera. E di nuovo la storia è geometrica, girata con perizia: robusto poliziesco d'altri tempi. Qualcuno ha sentenziato: «Il miglior cinema americano oggi possibile». L'ha scritto e diretto James Gray, vincitore di un leoncino veneziano, nel 1994, a 24 anni con "Little Odessa" (recuperatelo!). [...] Vai alla recensione »
Deve qualcosa a Friedkin (almeno al Friedkin de Il braccio violento della legge) James Gray, newyorkese anacronistico, amato da Chabrol e amante di melodrammi nero pece, che apre il suo terzo film, Padroni della notte, con un omaggio al grande fotografo della Magnum Leonard Freed (mancato l'anno scorso) e una selezione di scatti da uno dei suoi libri più belli, Police Work (1980).
Il nuovo film di James Gray fa il paio con il precedente The yard: anche in quel caso i protagonisti di una cupa saga criminale erano Joaquin Phoenix e Mark Wahlberg. Lì erano amici per la pelle, qui sono fratelli, uniti dal sangue ma divisi dalla vita. Bobby (Phoenix) gestisce un night, mentre Joseph (Wahlberg) ha seguito le orme paterne nella polizia di Brooklyn.
Una difficile e bella storia di famiglia simile alle tante uscite in questo periodo (Onora il padre e la madre, La famiglia Savage, Sogni e delitti): interessante anche perché diretta dal singolare regista newyorkese trentottenne autore di Little Odessa (in quel film e in questo, la massima umiliazione per un uomo sta nell'inginocchiarsi davanti all'antagonista).
La notte ci appartiene. Questo il motto del film di Gray, che sposa integralmente il punto del poliziotto. Anzi, della famiglia Grusinsky: Albert, il padre (il "solito", straordinario Robert Duvall), il figliol prodigo Joseph (un serissimo Mark Wahlberg) e il figlio perso e poi recuperato, Bobby (un Joaquin Phoenix dall'altezza autenticamente tragica).
Nove volte su dieci, l'eroe è un abile spacciatore di se stesso. Anche i film costruiti su un protagonista anticonvenzionale cercano di vendercelo nelle prime scene. Se siamo nella stessa barca, bene; altrimenti sarà difficile credere a quello che fa. I padroni della notte inizia così: l'eroe, giovane e già bolso, emerge dal buio di una stanza; guarda la sua fidanzata, sdraiata su un divano; la bacia, [...] Vai alla recensione »
La genesi di We Own the Night, slogan di battaglia negli anni '80 della polizia di New York che voleva riconquistare la città sfuggitale di mano e diventata regno di gangster e trafficanti, risaie a un incontro avvenuto nel 2000 tra James Gray e l'executive di uno studio. «Che ne dici»,, chiese l'uomo di Hollywood, Il terna dei film è la mafia russa decisa a prendere il controllo dei mercato della [...] Vai alla recensione »
Altri crimini, altre famiglie. Se Lumet gioca sulla complicità tra consanguinei, James Gray, classe 1969, sfrutta il motivo più classico dei fratelli rivali in seno al suo ambiente favorito, la comunità russo-americana (era suo il notevole Little Odessa). Phoenix infatti gestisce il night di un vecchio gentile che lo tratta quasi come un figlio, sta con una vistosa portoricana (Eva Mendes), insomma [...] Vai alla recensione »
IF asked to name a young American director who made his mark in the early 1990s, who gravitates toward criminal underworlds and loves movies with the passion of a geek, most people would say Quentin Tarantino. But there is another, less obvious answer: James Gray, who directed his first feature, “Little Odessa,” when he was 24 and in many ways has turned out to be the anti-Tarantino.
La tesi dei Padroni della notte (titolo originale We Own the Night) di James Gray è analoga a quella di Infernal Affairs di Andrew Lau: poliziotti e delinquenti sono intecambiabili. Invece che fra cinesi - o fra irlandesi, come in The Departed di Martin Scorsese - qui siamo fra russi di New York: padre (Robert Duvall) e un fratello (Mark Wahlberg) sono agenti di polizia d'alto grado; l'altro fratello [...] Vai alla recensione »
Obbedienza e ribellione. Il patriarca comanda la polizia, il primogenito Joseph ha scelto lo stesso duro lavoro, salendo i gradi della carriera, mentre la "pecora nera" Bobby fa il direttore di sala in un locale di Brooklyn dove si spaccia droga alla grande. Lui non si immischia, si limita a osservare e, al massimo, a "sniffare" di tanto in tanto. Insomma, mentre i primi due sgobbano e rischiano la [...] Vai alla recensione »
Una famiglia tutta chiacchiere e distintivo, i Grusinski. Tre uomini, un traffichino vizioso (Joaquin Phoenix), un poliziotto giovane e ligio alla divisa, pure troppo (Mark Wahlberg), un patriarca che fa dell'onestà, del rigore, della disciplina, della polizia, una religione (il solito, immenso, Robert Duvall). Il primo è Bobby Green, tutto chiacchiere e sorrisi nel suo localetto losco in cui la mafia [...] Vai alla recensione »