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Il petroliere: il West americano secondo Paul Thomas Anderson

Il regista di Magnolia torna al cinema con una storia sugli albori della ricchezza e del potere della California.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

La genesi

mercoledì 13 febbraio 2008 - News

La genesi
In principio ci fu "Petrolio!". Scovato in un negozio londinese in un momento in cui sentiva fortemente la mancanza di casa, il romanzo di Upton Sinclair - con la sua copertina a richiamare il West Americano così caro al cineasta - ha offerto a Paul Thomas Anderson il punto di partenza per realizzare la sua quinta opera cinematografica. È grazie alle prime 150 pagine del libro che il regista di Magnolia trova l'ispirazione (e il materiale) per scrivere la storia di un ambizioso petroliere che non guarda in faccia nessuno - che sia uomo o Dio - nella sua corsa a ottenere il potere in un territorio ancora inesplorato come quello della California dei primi anni del Novecento. "A volte mi chiedo quale sia la percezione della gente sulla California" ha dichiarato il regista. "Pensano che si tratti della terra del divertimento? Se è così hanno un'idea completamente sbagliata. L'area di San Joaquin Valley, ad esempio, è separata dall'autostrada e presenta due paesaggi agli antipodi: da una parte le piantagioni e dall'altra i giacimenti petroliferi". Non è bastato però leggere "Oil!" per riuscire a ricreare l'Ovest americano di inizio secolo. Anderson si è documentato in modo approfondito, trovando alcuni spunti per completare il ritratto dei suoi personaggi in fotografie d'epoca e opere cinematografiche come Il tesoro della Sierra Madre, che ha visto ripetutamente mentre scriveva Il petroliere. Che poi il film sia stato girato a Marfa, in Texas, negli stessi luoghi in cui è stato girato Il gigante, è solo una deliziosa ciliegina sulla torta.

L'incontro con Daniel Day-Lewis
Se Anderson non avesse saputo che Daniel Day-Lewis aveva amato Ubriaco d'amore, probabilmente non avrebbe trovato il coraggio di contattarlo per offrirgli la parte di Daniel Plainview, nonostante fosse stata scritta appositamente per lui. A sua sorpresa l'attore ha accettato di partecipare al film leggendo la bozza di sceneggiatura che gli aveva mandato. E poi c'è stato l'incontro. "Abbiamo passato un paio di mesi insieme a New York. Di quei giorni ricordo le tante colazioni fatte insieme e le infinite passeggiate. Avevamo bisogno di conoscerci, come una coppia che si frequenta a lungo prima di decidere di sposarsi" ha raccontato il regista.

La dedica a Robert Altman
Dopo essere stato accostato ad Altman nel corso degli anni (per i suoi "affreschi sociali"), Paul Thomas Anderson dedica Il petroliere al grande cineasta scomparso nel 2006. "I suoi film, da I compari a Nashville sono stati una fonte di grande ispirazione per me e il mio cinema" ha dichiarato. "Ci eravamo avvicinati molto negli ultimi anni della sua vita e avevo lavorato con lui, per questioni puramente assicurative, a Radio America. Per un mese gli sono stato seduto accanto - il mio lavoro consisteva in questo - e non posso dire quanto abbia ricavato da quest'esperienza. Ovviamente è stato un onore e un privilegio, ma è stato anche molto istruttivo. Bob era bravissimo a metterti a tuo agio, era un regista estremamente rilassato. Ricordo che in alcuni momenti ero teso per situazioni che si erano create sul set e lui mi guardava e mi diceva: 'Di che ti preoccupi? Tutto si risolverà'. Quando se n'è andato stavo ancora montando Il petroliere e al di là dell'enorme perdita mi è dispiaciuto moltissimo non aver fatto in tempo a farglielo vedere. Ecco perché gli ho voluto dedicare il film".

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