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Planet Terror, vintage tecnologico

Per la sua metà di Grindhouse, Rodriguez sfida Tarantino con il digitale.
di Gabriele Niola

Simulare vecchie tecnologie con nuove tecnologie

giovedì 27 settembre 2007 - Making Of

Simulare vecchie tecnologie con nuove tecnologie
Da tempo oramai Robert Rodriguez cerca di esplorare le possibilità narrative delle nuove tecnologie del cinema e Planet terror, forse il meno spericolato tra i suoi film dal punto di vista della sperimentazione tecnologica, cerca il massimo del vintage con il massimo della tecnologia.
Coordinati, ispirati e rispettati da Quentin Tarantino, un gruppetto di registi di Hollywood formatisi con il cinema degli anni '70 sta cercando di attualizzare le dinamiche dei film di genere (prevalentemente serie B) che vedevano da ragazzi. Tra questi (in un modo o nell'altro tutti presenti in Grindhouse) Rodriguez è sicuramente quello dall'esperienza più lunga, nonché il più legato a Quentin Tarantino (fin da Dal tramonto all'alba) e il più sperimentatore.
Come abbiamo avuto modo di vedere infatti Tarantino ha girato la sua metà di Grindhouse solo apparentemente come un B-movie, in realtà A prova di morte è un film raffinatissimo, mentre invece l'altra metà del film originale, Planet Terror appunto, che arriva ora da noi è stato più fedele all'idea originale: un vero film di serie B senza nulla del cinema di serie A. Eppure la metà di Rodriguez è molto più tecnologicamente sperimentatrice di quella di Tarantino.
Il regista di Pulp fiction ha girato tutto in analogico, cercando l'effetto "invecchiato" con tecniche manuali e non trovandolo a dovere. Certo, A prova di morte ha ben altri punti di forza, tuttavia dal punto di vista delle possibilità nelle mani del regista Rodriguez, girando tutto in digitale ha raggiunto risultati sicuramente più soddisfacenti.

Le proiezioni di casa Tarantino
Tutto nasce una sera a casa di Quentin Tarantino, che è solito invitare amici e conoscenti e proiettare vecchi film di genere di cui possiede la pellicola originale, lo racconta lo stesso Rodriguez: "A casa sua Quentin mostra spesso diversi vecchi trailer dai film anni '70, roba tipo Punto Zero o sexploitation o film di zombie. Poi proietta un film vero e proprio, tutto rovinato con alcune parti che mancano, poi ancora trailer e un altro film. Vedere pellicole così è un'esperienza fantastica, molto meglio di vederne le copie ripulite in dvd".
A partire da queste serate è venuta a Robert l'idea di fare un film così, che sia in realtà un doppio film e che abbia in mezzo dei trailer, per ricreare quel tipo di atmosfera: quella dei cinemacci di periferia a basso costo e bassa qualità.
Accettata l'idea tutto stava nel fare effettivamente il film, e se dal punto di vista delle tecniche registiche da usare non si poneva il problema (data la conoscenza maniacale della materia dei due cineasti in questione) se ne ponevano invece dal punto di vista della simulazione di tutte quelle componenti extrafilmiche che rendevano la visione stessa un'esperienza di serie B. Si parla di rulli mancanti, pellicola che prende fuoco, colori che si sbiadiscono, sonoro che se ne va e poi torna, graffi sulla pellicola e colori dalle gradazioni strane perchè la pellicola era di cattiva qualità.

Quentin l'incredulo
Robert Rodriguez ha trovato la sua risposta nel cinema digitale. Girando direttamente su supporti immateriali, senza passare per la pellicola, aveva la possibilità di manipolare completamente le immagini, di poter applicare qualsiasi variazione a qualsiasi parametro e dominare l'estetica del film in postproduzione. "Volevamo fingere di proiettare una reliquia e abbiamo fatto tutto digitalmente. È quasi un passo indietro, perchè attraverso la tecnologia simuliamo vecchi sistemi di ripresa" spiega Rodriguez, riferendosi al fatto che la possibilità di una completa manipolazione dell'immagine gli ha consentito di raggiungere risultati che il suo amico Quentin con l'analogico poteva solo sognare.
Ma ognuno ha il suo stile e Tarantino non si è convinto neanche davanti all'evidenza: "Ho detto a Quentin che facendo il film in digitale saremmo riusciti a farlo sembrare esattamente come un film d'epoca e lui mi ha risposto «Fallo e me ne convincerò», allora ho preso del materiale da Sin City e da Dal tramonto all'alba, l'ho degradato al digitale, e ci ho mixato sopra un po' di musica. Volevo farlo sembrare una graphic novel. Gli ho mostrato il risultato e ci è rimasto di sasso: «Ok hai vinto tu», mi ha detto".

Fenomenali incidenti
Ma forse la cosa migliore sono i commenti che Rodriguez dà riguardo all'esperienza stessa di avere un simile controllo e non tanto riguardo a cosa è riuscito a fare.
Filmare in digitale infatti oltre ad abbattere i costi consente tutta una nuova gamma di interventi a posteriori che prima non erano pensabili, e proprio perchè non erano pensabili nessuno ci pensa.
Si tratta di prendere mano con un nuovo strumento, provare, sperimentare e comprenderne le nuove potenzialità per poter partorire nuove idee: "È incredibile come puoi sempre aggiungere qualcosa nella tua cassetta degli attrezzi da regista" ha detto Rodriguez, che in molte parti del film cambia la dominante del colore, portando tutto verso il rosso o verso il verde, replicando quelli che all'epoca erano incidenti. "In alcune parti ho portato tutto sul verde. Sembra che la pellicola sia andata a male ma l'immagine è fantastica, che incidente fenomenale!".

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