robert1948
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lunedì 11 febbraio 2008
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l'autismo di moretti
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Pessimo film . Pessima storia.
Rammarico per come vengono spesi i soldi dei contribuenti poichè il film è anche finanziato dal Ministero dello Spettacolo.
Rammarico per l'incremento irreversebile delle nevrosi di Moretti che ormai è diventato come il protagonista autistico di "Rain man" .
Rammarico per le volgari scene di sesso che la Ferrari con somma improntitudine dichiara essere eleganti e niente affatto gratuite.
Rammarico per come tutti i big della critica , da servi quali sono ,si siano espressi sul film .
Rammarico per tutte le imprecazioni dell'operaio Fiat , alla visione del film , a cui per disgrazia dovesse essere venuto a mancare la moglie .
Soltanto un pizzico di invidia per Moretti che finalmente si "è fatto" la Ferrari ; che sa interpretare alla perfezione il personaggio della "matura troiona" .
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Pessimo film . Pessima storia.
Rammarico per come vengono spesi i soldi dei contribuenti poichè il film è anche finanziato dal Ministero dello Spettacolo.
Rammarico per l'incremento irreversebile delle nevrosi di Moretti che ormai è diventato come il protagonista autistico di "Rain man" .
Rammarico per le volgari scene di sesso che la Ferrari con somma improntitudine dichiara essere eleganti e niente affatto gratuite.
Rammarico per come tutti i big della critica , da servi quali sono ,si siano espressi sul film .
Rammarico per tutte le imprecazioni dell'operaio Fiat , alla visione del film , a cui per disgrazia dovesse essere venuto a mancare la moglie .
Soltanto un pizzico di invidia per Moretti che finalmente si "è fatto" la Ferrari ; che sa interpretare alla perfezione il personaggio della "matura troiona" . Ed è soltanto per questo , da molti anni a questa parte , che registi e produttori la chiamano.
Robert 1948
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ale234@hotmail.it
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lunedì 11 febbraio 2008
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grande moretti
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u buon film in linea con il libro. Notevole atmosfera grande umanità e strepitosa interpretazione di Moretti
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alex
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lunedì 11 febbraio 2008
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numero 1
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gio.capor
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lunedì 11 febbraio 2008
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caos calmo, quasi piatto
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Spiacente, ma non sono riuscito ad apprezzare tanto sforzo autoriale a più mani (Veronesi, Grimaldi, Moretti, Piccolo etc.) e, ancor meno, la morettizzazione del personaggio principale, per quanto l’interpretazione di Moretti sia la cosa più riuscita e convincente del film. Non ho mai letto il romanzo di Veronesi, da cui è stata tratta la sceneggiatura, ma sono davvero stufo di uscire da qualunque sala cinematografica con il solito interrogativo-tormentone: meglio il romanzo o il film? Ho avuto, comunque, l’impressione che Grimaldi ce l’abbia messa proprio tutta per stemperare il caos interiore del protagonista in un susseguirsi altalenante di situazioni e dialoghi ora bamboleggianti e vezzosi, quando è con la figlia, ora surreali e cazzeggianti, quando si sforza di interagire con gli altri personaggi, col risultato finale di strapparti puntualmente (e ruffianamente) un sorriso o una lacrima.
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Spiacente, ma non sono riuscito ad apprezzare tanto sforzo autoriale a più mani (Veronesi, Grimaldi, Moretti, Piccolo etc.) e, ancor meno, la morettizzazione del personaggio principale, per quanto l’interpretazione di Moretti sia la cosa più riuscita e convincente del film. Non ho mai letto il romanzo di Veronesi, da cui è stata tratta la sceneggiatura, ma sono davvero stufo di uscire da qualunque sala cinematografica con il solito interrogativo-tormentone: meglio il romanzo o il film? Ho avuto, comunque, l’impressione che Grimaldi ce l’abbia messa proprio tutta per stemperare il caos interiore del protagonista in un susseguirsi altalenante di situazioni e dialoghi ora bamboleggianti e vezzosi, quando è con la figlia, ora surreali e cazzeggianti, quando si sforza di interagire con gli altri personaggi, col risultato finale di strapparti puntualmente (e ruffianamente) un sorriso o una lacrima. Moretti è così perfettamente calato nel ruolo da farci condividere in pieno il suo apparente disinteresse per i casini aziendali dei colleghi e quelli sentimentali della cognata (la solita Golino in stato confusionale) per i quali, superato il primo tempo, s’incomincia a provare una certa insofferenza. Si arriva infatti alla catarsi copulatoria Moretti/Ferrari (unico tema del film evidenziato da giornali e programmi radiotelevisivi di questa settimana) del tutto estenuati, distratti e impreparati, al punto da trovarla davvero eccessiva, imbarazzante e gratuita. Mi sento ridicolo e persino ipocrita ad ammettere questo disagio, essendo peraltro un cultore occasionale del filone porno-trash anni 70, ma certe cose, viste fare da Moretti, diventano veramente oscene e inguardabili. Un po’ come rientrare a casa e sorprendere il babbo che s’ingroppa la vicina sul tappeto persiano dell’ingresso.. Concludendo e passando ai voti, cercherò tuttavia di non essere spietato: 4.
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nothomist
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lunedì 11 febbraio 2008
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il senso di una storia senza senso
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Il film rispecchia fedelmente ciò che è (e, ovviamente, anche ciò che non è) il libro: una storia, senza morale né secondi fini; semplicemente una storia, in cui al dolore muto si intrecciano molte altre storie, fatte di fallimenti personali e professionali, sogni infranti e speranze che vanno in fumo (o che solo nel fumo si realizzano…). Come nel libro, anche nel film i bambini appaiono – un po’ retoricamente, bisogna ammetterlo… - ben più saggi degli adulti, avvolti come sono nei loro castelli di pensieri. Moretti convince per l’inespressività del suo volto, che urla una mancanza di dolore quasi senza bisogno di parole; gli altri sono tutti un po’ fuori luogo, o sono solo ingabbiati in personaggi senza un vero spessore.
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Il film rispecchia fedelmente ciò che è (e, ovviamente, anche ciò che non è) il libro: una storia, senza morale né secondi fini; semplicemente una storia, in cui al dolore muto si intrecciano molte altre storie, fatte di fallimenti personali e professionali, sogni infranti e speranze che vanno in fumo (o che solo nel fumo si realizzano…). Come nel libro, anche nel film i bambini appaiono – un po’ retoricamente, bisogna ammetterlo… - ben più saggi degli adulti, avvolti come sono nei loro castelli di pensieri. Moretti convince per l’inespressività del suo volto, che urla una mancanza di dolore quasi senza bisogno di parole; gli altri sono tutti un po’ fuori luogo, o sono solo ingabbiati in personaggi senza un vero spessore. Alla fine si rimane con la sensazione che ogni cosa, inspiegata, non aveva senso.
Che fosse questo il messaggio del film?
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(di maria rosaria)
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lorenzo
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domenica 10 febbraio 2008
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sorpresa: moretti esce da se stesso. e lo fa bene.
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Dopo aver letto ed apprezzato l'ottimo libro di Sandro Veronesi, sono rimasto sorpreso della scelta di Moretti come protagonista del film tratto da quel libro. Spesso prigioniero di se stesso, temevo potesse distogliere un poco l'attenzione dal filo conduttore della bella storia di Veronesi (l'insostenibile leggerezza del dolore pesante),con pericolose distrazioni catalizzate dal suo ego.Sorpresa: Moretti esce da se stesso. E lo fa in maniera magistrale. Tre stelle al film (un pò tirato via il finale, quasi "grattato" rispetto alle ultime splendide pagine del libro), cinque stelle a Moretti.
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obraz
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domenica 10 febbraio 2008
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buono
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medz
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domenica 10 febbraio 2008
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caos calmo, la tv, il lutto, moretti
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Caos calmo è un film senza dubbio interessante, ma che a mio avviso non può essere considerato sufficente, visto anche la buona sceneggiatura che aveva alle spalle. Forse è banale ripeterlo nuovamente, ma è obbligatorio, poichè per l'ennesima volta ci ritroviamo di fronte a un film cinematografico che in modo troppo fastidioso assomiglia alla televisione; e se lo stesso regista Antonello Grimaldi afferma in un intervista che per lui il confine tra cinema e fiction televisiva è labile, per me non lo è, poichè porta ad un appiattimento e ad un omologazione dei prodotti e soprattutto delle emozioni. Film troppo televisivo e forse anche furbo, con qualche scena mirata, forse, a far parlare di sè.
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Caos calmo è un film senza dubbio interessante, ma che a mio avviso non può essere considerato sufficente, visto anche la buona sceneggiatura che aveva alle spalle. Forse è banale ripeterlo nuovamente, ma è obbligatorio, poichè per l'ennesima volta ci ritroviamo di fronte a un film cinematografico che in modo troppo fastidioso assomiglia alla televisione; e se lo stesso regista Antonello Grimaldi afferma in un intervista che per lui il confine tra cinema e fiction televisiva è labile, per me non lo è, poichè porta ad un appiattimento e ad un omologazione dei prodotti e soprattutto delle emozioni. Film troppo televisivo e forse anche furbo, con qualche scena mirata, forse, a far parlare di sè. Tuttavia ad uno stile praticamente televisivo Grimaldi sa aggiungere qualche fine tocco, anche per riuscire a raffigurare stilisticamente il caos calmo del film: basti pensare ai dialoghi quasi mai ripresi nel consueto campo/controcampo ma con la cinepres sempre in movimento, quasi soffrisse di una sottile nervosismo, intrinseco al film. Ma a parte il livello stilistico, il film soffre di una struttura troppo schematica che riduce le decine di personaggi che girano intorno al protagonista a simboli fin troppo forzati (come la Smutniak e il suo cane o il bambino down) che se sfruttati meglio o un po' limati avrebbero sicuramente reso di più, anche mostrando più chiaramente il significato della storia che rimane troppo nascosto, sommerso dalla sensazione del "già visto"; chi critica la somiglianza tra tutte le storie del cinema (e televisione italiana) non sbaglia (famiglie in cristi, depressioni, pianti e elaborazioni del lutto): giocando su questi punti, si cade per forza su stereotipi e luoghi comuni oramai stravisti, non posso non citare il Morettiano sfogo di pianto dopo il giro in macchina e altre varie scene, che appaiono piuttosto fastidiose e talvolta inutili alla fine del film; verso l'ora e mezza di film, si appressa anche la noia. Tuttavia rimangono sequenze intense e ben girate (l'inizio o anche la prima scena in cui i genitori vanno a prendere i figli a scuola e Moretti è già li fermo in attesa) e un cast straordinaio (su tutti la Golino e Gassman). Ovviamente non posso non riservare parole di elogio anche per il maestro Moretti, sempre all'altezza delle aspettative, un po' trattenuto (ma il personaggio lo consente) e intenso; Moretti oramai non recita neanche più, vive il personaggio introducendo in lui il suo tipico morettiano personaggio, che al 90% è Moretti stesso; i personaggi di Moretti vivono in lui tanto quanto lui vive in loro. Sempre grande. Speriamo presto torni anche alla regia.
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[+] allineamento imbarazzante
(di no'n' comment)
[ - ] allineamento imbarazzante
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gio!_
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domenica 10 febbraio 2008
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il mio occhio rivendica ancora la sua parte
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Mi sono trovata a vedere questo film quasi per caso, quindi non avevo letto ne recensioni ne il libro da cui è tratto, solo visto il trailer qualche tempo fa..
Proprio perchè visto senza aspettative la delusione è stata tremenda:
La trama sembra inizialmente vertere sulla questione del lutto, almeno per la prima parte, forse poco più riuscita della seconda. Abbiamo sullo sfondo delle "questioni secondarie" come la fusione in ambito lavorativo, o i vari parenti, ognuno alle prese con i propri problemi..
Questa prima parte sembra portarci lentamente verso un'analisi interiore (un bilancio di Pietro?) spesso scandita da elenchi, verso il riappropiarsi del proprio quotidiano con la figlia attraverso graduali passaggi.
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Mi sono trovata a vedere questo film quasi per caso, quindi non avevo letto ne recensioni ne il libro da cui è tratto, solo visto il trailer qualche tempo fa..
Proprio perchè visto senza aspettative la delusione è stata tremenda:
La trama sembra inizialmente vertere sulla questione del lutto, almeno per la prima parte, forse poco più riuscita della seconda. Abbiamo sullo sfondo delle "questioni secondarie" come la fusione in ambito lavorativo, o i vari parenti, ognuno alle prese con i propri problemi..
Questa prima parte sembra portarci lentamente verso un'analisi interiore (un bilancio di Pietro?) spesso scandita da elenchi, verso il riappropiarsi del proprio quotidiano con la figlia attraverso graduali passaggi.
Invece no, il lutto non viene vissuto ne dal marito(scelta discutibile ma accettabile) ne dalla figlia(credibile? non un modo riduttivo di affrontare il dolore?); La mancanza, il dolore per questa moglie-madre morta viene fuori quando la bimba si deve legare i capelli, al momento di mangiare, e in un misero pianto in un'auto (piange per lei o per la sua incapacità di soffrire?) .
Nella seconda parte sembra di assistere ad un altro film:
la questione del lutto è messa alla pari con la questione lavorativa; salta fuori un'amante non giustificata ne dal plot ne da un intuibile nesso; il tutto si chiude nel più banale dei modi con la bimba che saggiamente consiglia al padre di lasciare il parco e lui che se ne va in auto con un bel sottofondo musicale ("un posto al sole" docet?).
Insomma delusione per il modo in cui si tratta un tema forte come quello del lutto, delusione per la non risoluzione della questione, delusione per la non chiarezza della trama( ad esempio:
all'inizio del film Pietro salva Tizia dall'annegamento, lei torna in gioco sembrerebbe per una coincidenza di incontri con il fratello di Pietro (di lei intuiamo solo la delusione di sentirsi tradita dal marito), poi lei arriva in casa di lui e fanno sesso per lunghissimi minuti infine sparisce), alternata a momenti di ipersignificazione incredibili (la ragazza col cane che ha dei flashbacks su di lui che abbraccia tutti per spiegarci come mai alla fine lei lo abbraccia, o il discorso finale della bimba che dopo aver già fatto capire la sua posizione al padre (ne parlano sul divano, lei dice di accettare il lavoro) ribadisce il concetto chiedendo che lui se ne vada come regalo di Natale (patetico??))
A proposito della scena di sesso aggiungo solo che è finita l'epoca in cui "bisogna mostrare o guardare tutto" perchè bisogna liberarsi dei tabù o per non passare da "bigotti". No, se il cinema è arte o è mezzo di espressione ogni cosa che viene mostrata deve avere un senso. In questo caso che senso ha?
-non è giustificata dalla trama (erano già amanti??lei è vittima di una qualche sindrome per cui si deve fare il suo salvatore??);
-è in contraddizione con il personaggio (trova il fratello mentre fuma uno spinello mentre la figlia dorme e si scandalizza, ma poi si fa rumorosamente in salotto l'amante?);
-è gratuita e brutta (personalmente il mio occhio rivendica ancora la sua parte) oltre che inutilmente lunghissima(era il caso???);
-inoltre dopo questi minuti di immagini sessuali che ho accompagnato con lunghi pensieri("giuro non lo farò mai più" "ah tutto sommato ora riesco a capire la mentalità di mia nonna" " oddio il culo di Moretti no!") si conclude con la bella immagine di lui a letto con la bimba (cattivo gusto???).
Salvo solo gli attori..
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[+] caduta
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gimondi
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domenica 10 febbraio 2008
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una brutta fiction
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C'è tanta fiction italica in questo film. Nel non recitare, nel non dirigere, nel non scrivere la sceneggiatura.
Tutto ruota in una trama scontata-scombinata dove un uomo (purtroppo c'era già anche un orrido libro) che ha tradito la moglie (che muore, fa molto fiction, il vedovo commuove) e non sa come elaborarne il lutto. Frutto di una forte identità morale (è un dirigente di pay-tv e gira in BMW) non vuol favorire la fusione tra la rete e un un colosso dei media americano. (Telepiù - ora Sky che ora produce fiction) Che fa? Si mette in panchina e si fa cercare da un improbabile stuolo di depressi familiari amici colleghi (fa molto serial) dalla recitazione che più fiction non si può. Per far crescere il sentimento ci metton le scene con la bambina (che fa tanto "Medico di famiglia" dove Scarpati era vedovo.
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C'è tanta fiction italica in questo film. Nel non recitare, nel non dirigere, nel non scrivere la sceneggiatura.
Tutto ruota in una trama scontata-scombinata dove un uomo (purtroppo c'era già anche un orrido libro) che ha tradito la moglie (che muore, fa molto fiction, il vedovo commuove) e non sa come elaborarne il lutto. Frutto di una forte identità morale (è un dirigente di pay-tv e gira in BMW) non vuol favorire la fusione tra la rete e un un colosso dei media americano. (Telepiù - ora Sky che ora produce fiction) Che fa? Si mette in panchina e si fa cercare da un improbabile stuolo di depressi familiari amici colleghi (fa molto serial) dalla recitazione che più fiction non si può. Per far crescere il sentimento ci metton le scene con la bambina (che fa tanto "Medico di famiglia" dove Scarpati era vedovo...) Per mandare al cinema gli attempati erotomani da fiction una sera il nostro Paladino (i) si fa colei (reduce da interventi plastico chirurgici, che fa fiction) che ha salvato da un annegamento (eroe da fiction e scena girata male come una fiction). Ma senza accendere lo stereo, solo ansimando e facendolo strano, (fa più fiction alla Arcuri e non fa svegliar la bimba). Ah c'è anche Rex che qui non indaga perché è un San Bernanrdo (a Roma! Povero lui) che essendo dotato di grandi narici e sentendo l'odor di merda televisiva che circola si trascina la Smutniak (star della fiction) per la piazzetta. Forse è solo il pilota ( quasi due ore!) per un seriale dal titolo: "La morte del cinema" (che fa molto fiction).
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[+] bravissimo gimondi!
(di anquetil)
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(di andrea)
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[+] d'accordo con gimondi
(di snaporàz)
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[+] quando un parere "fa fiction".
(di julca)
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