Titolo originale | Confidences Trop Intimes |
Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Patrice Leconte |
Attori | Sandrine Bonnaire, Fabrice Luchini, Michel Duchaussoy, Ludovic Berthillot . |
Tag | Da vedere 2003 |
MYmonetro | 3,22 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 dicembre 2012
Un consulente fiscale si trova un giorno dinanzi una cliente inattesa che gli racconta dei propri problemi di coppia. In Italia al Box Office Confidenze troppo intime ha incassato 1,9 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Un consulente fiscale si trova un giorno dinanzi una cliente inattesa che gli racconta dei propri problemi di coppia. La donna lo ha scambiato per uno psicoanalista che ha lo studio accanto. L`uomo è affascinato da questa situazione e non rivela la verità. La donna la scoprirà da sola ma continuerà a confessarsi con lui. Questo è il plot di base del film di Leconte che, dopo L'uomo del treno torna a dirigere una coppia di attori ad altissimo livello per una storia che tratta, ancora una volta in modo originale, le attese, i sogni e i bisogni di uomini e donne. Lo fa grazie a un controllo totale della sceneggiatura e a una luce che rende gli spazi difficili da abitare ma al contempo "intimi". Il finale è, come spesso accade a questo autore, un po` troppo spiegato ma si tratta di un peccato veniale. Ancora una volta Leconte ha saputo colpire al cuore.
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Incredibile, come da una premessa così banale un regista e due attori riescano a plasmare un film così intrigante ed elegante, lento ma tuttavia veloce per la curiosità che immette nello spettatore per seguire gli sviluppi della vicenda. Non è così scontato, ma con un regista come Patrice Leconte e due attori come Sandrine Bonnaire e Fabrice Luchini il risultato era quasi assicurato.
Patrice Leconte sa come lavorare sugli opposti e sulle dinamiche di relazione, prendendo le mosse da un piacevole equivoco (?). Tra il detto, la spudoratezza financo eccessiva, e, all'opposto, il non-detto, la timidezza di approccio e sguardo, la correttezza e disponibilità anche qui parossistiche, si muovono questi bei personaggi, sui quali si innesta un dramma fatto di dialoghi ben scritti, volti [...] Vai alla recensione »
Anna è una donna sposata e infelice.Come molte donne in questi casi,va dallo psicanalista,ma a volte succedono cose incredibili.Sbaglia porta,invece che alla terza a sinistra suona alla terza a destra (tende a confondere sinistra e destra, succederà ancora,più avanti,con il bagno, Laconte dissemina piccoli particolari e indizi,la vicinanza a stilemi hitchcockiani è notevole anche in questo) e si ritrova [...] Vai alla recensione »
Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Il film di Leconte non cede nel nucleo più vero e che forse resister&agr [...] Vai alla recensione »
Attori stupendi. Una storia affascinante che ci permette di esplorare le nostre emozioni più intimi. Una regia perfetta. Un film INDIMENTICABILE.
Attori stupendi. Una storia affascinante che ci permette di esplorare le nostre emozioni più intimi. Una regia perfetta. Un film INDIMENTICABILE.
L'ho "beccato" per caso in seconda serata tv facendo zapping, mi sono svegliata completamente e così ho potuto godermi questo film che non conoscevo anche se, lo debbo dire, ho un debole consolidato per la filmografia francese. Intanto mi è piaciuta l'idea iniziale dell'errore di specialista che fa la protagonista: va a finire dal consulente finanziario invece che dallo psicanalista.
L’inizio è folgorante. Una donna, di cui non sappiamo ancora nulla, cammina per la strada, si infila in un portone, chiede indicazioni per lo psicoanalista, sale le scale e... sbaglia porta. L’uomo che si trova di fronte è un consulente fiscale che, pur perplesso, la scambia per una sua cliente. Lei vede un divano, equivoca e parte raccontando il suo matrimonio e gli impicci che sta vivendo con il [...] Vai alla recensione »
Convinta di entrare nello studio di un psicoanalista, Sandrine Bonnaire imbocca per sbaglio la porta dello studio del consulente finanziario Fabrice Luchini che, sbalordito e incuriosito, invece di rivelarle l'equivoco la ascolta parlare dei suoi problemi sessuali con il marito e, incontro dopo incontro, ne rimane sedotto. E' intrigante l'idea di partenza di «Confidenze troppo intime», un film scritto [...] Vai alla recensione »
L'idea di partenza è intrigante quanto improbabile. Al primo appuntamento con lo psicanalista Anna, donna sposata e variamente infelice, scambia lo studio del medico con quello del commercialista William. Un po' per timidezza, un po' per curiosità, il consulente fiscale non rivela l'equivoco; poi ci scherza (in fondo, osserva, tutte e due le professioni si occupano del rapporto tra quel che si dichiara [...] Vai alla recensione »
Una donna che cammina frettolosa, s'infila in un portone, sale in ascensore ed esce nel corridoio del piano. La lenta e fugace carrellata che la segue fin quando suona un campanello ci mette sull'avviso: quel personaggio anonimo e dimesso si sta (ci sta) facendo risucchiare in un thrilling di particolare qualità ipnotica. In effetti non c'è niente di stentoreo o survoltato in «Confidenze troppo intime», [...] Vai alla recensione »
Jérôme Tonnerre aveva scritto solo l'inizio della sceneggiatura quando decise di mostrare quelle prime venti pagine a Patrice Leconte. «Mi disse se le interessa possiamo scriverla insieme. L'idea iniziale era folgorante, e mi aveva entusiasmato». L'idea era tanto semplice quanto efficace. Una donna entra in un portone, chiede alla custode dove sia lo studio dello psicoanalista, sale e sbaglia porta. [...] Vai alla recensione »
Una donna entra furtiva in una palazzina grigia e anonima. Percorre un corridoio con le porte tutte uguali. Svolta ad una e bussa: «Avevo un appuntamento, sono in ritardo». L’uomo che le apre, non avendo più la segretaria e non sapendo cosa fare, la fa accomodare nello studio. Lei si siede nervosa, osserva intorno, s’accende una sigaretta e inizia a confessare cose intime, del marito che non la tocca [...] Vai alla recensione »
«Quello che si dichiara e quello che si nasconde» è una pratica che accomuna, in modo singolare e imprevedibile, il lavoro dello psicanalista (qualunque sia la sua scuola di riferimento, il suo nume tutelare, lo stregone della psiche che ne determina il metodo) e la professione, meno brillante, più precisa, più disturbante (per i clienti), del commercialista.