Fiamma d'amore

Film 1931 | Drammatico 85 min.

Regia di Alfred Hitchcock. Un film con Helen Haye, Edmund Gwenn, Jill Esmond, John Longden, Frank Lawton, Edward Chapman. Cast completo Titolo originale: The Skin Game. Genere Drammatico - USA, Gran Bretagna, 1931, durata 85 minuti. - MYmonetro 3,07 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Dal romanzo di John Galsworthy. Un film giovanile di Hitchcock, che il mago del brivido fece solo per ragioni alimentari.

Consigliato sì!
3,07/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,13
CONSIGLIATO SÌ
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Recensione di Piero Di Domenico
Recensione di Piero Di Domenico

Fiamma d'amore (The Skin Game) racconta la storia della sanguinosa lotta tra due famiglie che si vogliono accaparrare un pezzo di terra vicino alla cittadina inglese dove entrambe vivono e delle quali una fa parte della piccola nobiltà di campagna del luogo, mentre l'altra è formata da parvenus e nuovi industriali arricchiti. La famiglia Hillcrest, di origini nobili, guida della comunità e custode delle tradizioni feudali collettive, entra in conflitto con la famiglia Hornblower, di umili natali ma con una potenza di investimento in costante crescita, risultato dell'acquisto di appezzamenti terrieri sui quali costruire industrie. Durante l'asta per il possesso della tenuta dei Jackman le due famiglie si fronteggiano duramente, facendo salire la cifra del podere alle stelle, ma sono gli Hornblower ad uscire vincitori al termine della trattativa, ricorrendo all'aiuto di una terza persona. Gli Hillcrest giurano vendetta ai rivali e l'occasione sembra presentarsi allor quando la signora Hillcrest viene a conoscenza di un segreto che riguarda il nipote della famiglia Hornblower, il quale ha sposato Chloe, un'ex prostituta.
Per non lasciarsi travolgere dallo scandalo, gli Hornblower sono costretti a cedere la fattoria ai Jackman. Il nipote, saputa la verità sulla moglie, decide di divorziare, mentre Chloe, in attesa di un bambino, tenta il suicidio gettandosi in piscina. Anche se Jackman si reca dagli Hillcrest per ringraziarli, questi ultimi non ne vedono ormai più la ragione: la lotta si è protratta così a lungo che l'origine che l'aveva prodotta è stata dimenticata lasciando posto solo alla vendetta e alla disperazione.
Nonostante sia stato affermato da numerosi critici che la lotta di classe non era un tema che si addiceva particolarmente ad Hitchock, il regista ha avuto il merito di creare effetti di suspence e di rendere i personaggi molto più drammatici rispetto al testo teatrale originale, definito dagli stessi "serio e verboso".

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a cura della redazione
lunedì 31 luglio 2006

Dopo la buona prova di Murder! - che aveva toccato temi congeniali al regista - Hitchcock si trovò a dover adattare per il grande schermo un'opera teatrale di John Galsworthy, The Skin Game, che risaliva agli inizi degli anni '20. La vicenda, che narrava della lotta senza quartiere fra una famiglia della vecchia nobiltà terriera inglese e un industriale arricchito che mira a impossessarsi di nuovi terreni per costruirvi sopra le proprie fabbriche, negli anni '30 (ma probabilmente anche quando fu rappresentata per la prima volta) risultava ormai datata. Ma i dirigenti della British International Pictures continuavano la loro politica mirante a privilegiare testi teatrali filmati e Hitchcock non era ancora in grado di imporre soggetti alternativi: Nel libro-intervista di Truffaut, Hitch dedica a The Skin Game (edito in Italia con il titolo Fiamma d'amore), pochissime, lapidarie parole: "Il soggetto non l'avevo scelto io e non merita che se ne parli".
Le riprese si svolsero fra la fine del 1930 e gli inizi del 1931. Per la parte dell'industriale senza scrupoli fu scelto Edmund Gwenn, già attore teatrale e molto popolare in Inghilterra (tornerà a lavorare con Hitch in altri tre film: Vienna di Strauss, Il prigioniero di Amsterdam e La congiura degli innocenti). Gli attori dovettero provare a lungo prima delle riprese; stando a quello che scrive l'attore-scrittore Rodney Ackland, Hitchcock si diede molto da fare per mostrare agli interpreti come dovevano recitare, offrendo regolarmente una performance molto più vivida ed efficace di quella degli stessi attori. Una scena che però si guardò bene dall'interpretare fu quella del tentato suicidio di Chloe nella piscina degli Hillcrist: "Per la prima volta - ne seguirono poi diverse altre - (Hitch) si godette lo spettacolo dei suoi assistenti che ripetutamente gettavano un'attrice in acqua; questa volta toccò a Phyllis Konstam, che fu scagliata nella piscina apprestata sul set non meno di dieci volte" (Spoto; sorge però qualche dubbio sulla veridicità di quest'aneddoto, dato che nel film l'unica inquadratura relativa al tentato suicidio - Chloe tirata fuori dall'acqua dal marito e da Rolf - non avrebbe motivato un trattamento tanto duro). Nonostante lo scarso entusiasmo mostrato da Hitch per Fiamma d'amore, il film fu riconosciuto dalla critica come un elegante esempio di cinema e le imperfezioni furono attribuite più al drammaturgo che al regista.
"È un testo teatrale verboso, serio e meticolosamente costruito, che offre scarse possibilità di introdurvi ritmi ed effetti cinematografici" scrive Taylor a proposito del dramma di Galsworthy. Tuttavia si tratta pur sempre di un'opera teatrale più movimentata rispetto ad altre che Hitchcock aveva dovuto adattare in precedenza; pur lavorando malvolentieri, il regista tentò quindi in vari modi di rendere l'azione maggiormente "cinematografica". Per esempio introdusse alcune belle inquadrature di paesaggi campestri "che richiamano il superbo lavoro di ambientazione in esterni effettuato in The Fariner's Wife e in L'isola del peccato (G. D. Phillips)". Ma soprattutto utilizzò la macchina da presa con più creatività di quanto avesse fatto, per esempio, in Juno and the Paycock: panoramiche, qualche carrello, giochi di montaggio. Si veda per esempio la panoramica sul volto di Chloe mentre la signora Hillcrist le passa accanto con aria sprezzante, poco prima che cominci l'asta (l'inquadratura è una soggettiva della signora Hillcrist). Oppure il movimento ininterrotto della cinepresa che vaga di qua e di là a esplorare i volti dei partecipanti all'asta. O ancora, sempre durante l'asta, le panoramiche veloci, quasi a schiaffo, che vanno da Hornblower a Dawker e viceversa (in altri momenti la contrapposizione fra i duellanti è invece affidata a un montaggio veloce di brevi inquadrature: Hornblower, il signor Hillcrist, Jill ecc.).
Molto efficace anche il leggero carrello che arretra dal volto piangente di Chloe fino a inquadrarla a figura intera mentre, desolata, ammette in silenzio che ciò di cui la accusano è vero. Dietro di lei, agghiacciato, sta il suocero; poi la macchina da presa si avvicina lentamente fino a un nuovo primo piano. Un'altra bella trovata, anche senza l'ausilio di particolari movimenti della macchina da presa, è l'inquadratura in cui - al di là del rettangolo buio della porta dei Jackman, accanto alla quale attende l'autista -si sentono le voci dei due poveri affittuari e quella di Hornblower discutere animatamente: il dramma viene esposto senza mostrare le vittime o il persecutore nemmeno una volta (solo dopo qualche minuto, alla fine della scena, i tre escono sulla soglia). Proprio alla luce di quanto si è detto, pare eccessivo il severo giudizio di Chabrol e Rohmer:
"Non solo Fiamma d'amore è il film più brutto che abbia mai girato, ma è pure un'opera raffazzonata e, si direbbe, completamente trascurata dall'autore. Non c'è traccia di stilizzazione nell'interpretazione degli attori, né di precisione nella regia. Addirittura l'operatore si è lasciato ingannare, più di una volta, dai movimenti
degli attori, che fanno visibilmente quel che gli pare: vediamo allora che si accenna a un movimento di macchina e subito viene bloccato o, viceversa, un personaggio finisce fuori quadro e la macchina da presa, colta dal panico, lo cerca disperatamente "Certo, come in altri film di quel periodo, anche in Fiamma d'amore Hitchcock non si è sprecato, ma se siamo lontani dalle intensità di The Lodger, di L'isola del peccato o di Blackmail, non siamo nemmeno di fronte, diversamente da quello che sostengono i due critici, a "un film indegno dell'autore".


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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 10 maggio 2010
Luca Scialo

In una Gran Bretagna d'inizio anni '30, in cui l'industrialismo selvaggio travolgeva qualsiasi cosa si trovasse sul suo cammino, anche la natura più florida e armoniosa, due ricche famiglie si contendono un pezzo di terra poichè riservano per esso un uso diverso: la famiglia Hornblower, di umili origini ma con un'attività in ascesa e sempre più proficua vogliono [...] Vai alla recensione »

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