Funeralopolis - A Suburban Portrait

Film 2018 | Documentario +16

Titolo originaleFuneralopolis : A Suburban Portrait
Anno2018
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Regia diAlessandro Redaelli
AttoriAndrea 'Felce' Piva, Lorenzo 'Vashish' Passera .
TagDa vedere 2018
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Alessandro Redaelli. Un film Da vedere 2018 con Andrea 'Felce' Piva, Lorenzo 'Vashish' Passera. Titolo originale: Funeralopolis : A Suburban Portrait. Genere Documentario - Italia, 2018, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 24 settembre 2018

In Italia al Box Office Funeralopolis - A Suburban Portrait ha incassato 17,8 mila euro .

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,49
CONSIGLIATO SÌ
Un documentario duro e crudo che immerge lo spettatore in situazioni e spazi spesso solo immaginati.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 24 settembre 2018
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 24 settembre 2018

Vash e Felce (il secondo trentenne, l'altro più giovane) fanno musica insieme, consumano droghe (eroina compresa) e condividono tutto. Sono cresciuti a Bresso e si sono incontrati grazie al rap e all'esoterismo. La telecamera li segue ovunque senza remore né censure.
Alessandro Redaelli, in un'intervista ha dichiarato: "Volevo fare un lungometraggio, e mi dicevo: sono povero e non ho nessuno che mi possa appoggiare, cosa faccio? Un documentario d'osservazione era l'unica opzione". Non sempre questo punto di partenza conduce a risultati apprezzabili. Anzi, spesso accade il contrario.

La democratizzazione del mezzo conduce ad esiti privi di controllo a cui manca un'idea di fondo. Dal primo montaggio di 5/6 ore Redaelli ha saputo invece trarre, come fa uno scultore da un blocco di marmo, l'essenza di un'osservazione che si fa inevitabilmente (magari anche contro le intenzioni dello stesso osservatore) riflessione.

È un risultato non da poco. A partire dall'assoluta naturalezza dei soggetti ripresi che, con sapienza potremmo dire di scuola minerviniana, il regista ha saputo ottenere grazie alle decine di ore di riprese ottenute in un anno e mezzo di frequentazione. Ne emerge un ritratto da cui faranno bene a tenersi a distanza coloro che non sanno andare oltre al primo livello che qui può risultare disturbante. Bestemmie, riti pseudo satanici, 'buchi' ripresi in primissimo piano non mancano ma l'obiettivo non è quello di uno sterile "epater le bourgeois".

Redaelli ci mostra due percorsi di vita differenti già sul piano culturale (Felce è laureato mentre Vash si è fermato alla terza media) che si affiancano e sfiorano altre vite, ognuna con una propria storia di sofferenza. Sono quelle stesse vite a cui si accostava Don Gallo senza retorica e senza inutili moralismi. "Io sono più paleocristiano" dice a un certo punto Vash che è lo stesso che esibisce un teschio di capra in uno pseudo rito satanico.

Lo sguardo della camera coglie continuamente entrambi questi elementi: confusione e ricerca di un senso. A livello più consapevole per Felce, in modo più elementare per Vash. Muovendosi tra Bresso, Sesto San Giovanni e Milano il bianco e nero scelto come cifra stilistica aderisce a un racconto di indagine che non ha e non vuole avere nulla di 'giornalistico'. Si assume invece il compito di farci entrare in situazioni e spazi che abbiamo forse immaginato, che abbiamo visto rappresentare in qualche film ma che raramente ci sono stati mostrati così come sono e avvengono nella quotidianità.

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FUNERALOPOLIS - A SUBURBAN PORTRAIT disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 26 settembre 2018
Lucio laterza

 Bellissimo e verissimo docu-film realizzato grazie ad una regia sapiente, protagonisti e comparse incredibilmente spontanei, veritieri. Vero - ecco cosa è questo film. Questo film trasuda verità. Ciò che mi ha davvero colpito è stata la spettacolarizzazione totalmente assente in ogni singola scena, che per quanto sarebbe stata per nulla necessaria a renderle di [...] Vai alla recensione »

martedì 25 settembre 2018
Zorkesteen

Che tristezza infinita leggere delle recensioni che altro non sono se non il ribaltamento della realtà più oggettiva possibile. Soldi che piovono dal cielo? Ma se si vede benissimo come i protagonisti se li procurano. Anche chiedendo cinque euro in prestito alla madre per le sigarette. E questo non erano obbligati a mostrarlo, potevano inventarsi che vivevano di rapine in banca che senz'a [...] Vai alla recensione »

martedì 23 ottobre 2018
Nanaosakimomsen

Ho preso visione del documentario "funeralopolis" la scorsa settimana, compaio anche nella pellicola quindi è stata una bella botta nello stomaco rivedere certe scene. A prescindere da questo dettaglio ho atteso molto l'uscita di questo film e non mi ha deluso per nulla, è crudo e realistico...ma non vi aspettate un lungometraggio sulla droga ecc, certo se ne parla, ma [...] Vai alla recensione »

lunedì 22 ottobre 2018
FreeRider

Ottimo lavoro, che ripaga ampiamente dell’impegno necessario per riuscire a vederlo (onore al Cinema Beltrade, unica sala di Milano che lo sta proiettando in questi giorni), Funeralopolis è lo spaccato assai crudo di una dimensione esistenziale spinta continuamente al limite tra esaltazione e disperazione, stupefacenti e musica hardcore, ribellione e autodistruzione.

lunedì 24 settembre 2018
Pandemone

L'idea è interessante, lo stile pure.. il gap è nella scelta dei protagonisti: niente da dire, caricature di loro stessi, forzati davanti alla telecamera, vuoti come i loro occhi, non fanno la differenza. Risultano dei babbi sfigati, che giocano a fare chi il criminale, chi il poeta maledetto con ambizioni da guerrigliero. Tossici che giustificano abusi di sostanze con capacità di psicoanalisi di un [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 settembre 2018
Pandemone

L'idea è interessante, lo stile pure.. il gap è nella scelta dei personaggi: niente da dire, caricature di loro stessi, forzati davanti alla telecamera, vuoti come i loro occhi, non fanno la differenza. Risultano dei babbi sfigati, che giocano a fare chi il criminale, chi il poeta maledetto con ambizioni da guerrigliero. Tossici che giustificano abusi di sostanze con capacità di psicoanalisi di un [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 settembre 2018
Pandemone

L'idea è interessante, lo stile pure.. il gap è nella scelta dei personaggi: niente da dire, caricature di loro stessi, forzati davanti alla telecamera, vuoti come i loro occhi, non fanno la differenza. Risultano dei babbi sfigati, che giocano a fare chi il criminale, chi il poeta maledetto con ambizioni da guerrigliero. Tossici che giustificano abusi di sostanze con capacità di psicoanalisi di un [...] Vai alla recensione »

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