luciolaterza
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mercoledì 26 settembre 2018
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rara bellezza
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Bellissimo e verissimo docu-film realizzato grazie ad una regia sapiente, protagonisti e comparse incredibilmente spontanei, veritieri.
Vero - ecco cosa è questo film.
Questo film trasuda verità.
Ciò che mi ha davvero colpito è stata la spettacolarizzazione totalmente assente in ogni singola scena, che per quanto sarebbe stata per nulla necessaria a renderle di impatto, sarebbe stata anche di facile impiego praticamente ovunque.
Vash e Felce mantengono la loro naturalezza allo stesso livello sia nelle scene in cui si fanno prestare i soldi per le sigarette, sia in quelle in cui fanno discorsi filosofici fra loro, sia in quelle dove cantano sul palco i loro pezzi e improvvisano una specie di messa nera.
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Bellissimo e verissimo docu-film realizzato grazie ad una regia sapiente, protagonisti e comparse incredibilmente spontanei, veritieri.
Vero - ecco cosa è questo film.
Questo film trasuda verità.
Ciò che mi ha davvero colpito è stata la spettacolarizzazione totalmente assente in ogni singola scena, che per quanto sarebbe stata per nulla necessaria a renderle di impatto, sarebbe stata anche di facile impiego praticamente ovunque.
Vash e Felce mantengono la loro naturalezza allo stesso livello sia nelle scene in cui si fanno prestare i soldi per le sigarette, sia in quelle in cui fanno discorsi filosofici fra loro, sia in quelle dove cantano sul palco i loro pezzi e improvvisano una specie di messa nera. Seppur indossando costumi diversi in queste occasioni, è molto chiaro allo spettatore che le due PERSONE sono realmente così mentre fanno tutto ciò che fanno. Discorsi intelligenti che fanno a brandelli lo stereotipo dell'eroinomane bruciato ed il legame fra i due protagonisti è qualcosa di altissimo, che ha dell'incredibile proprio perché perdura da anni nonostante l'ambiente, la sofferenza, il rischio di "contaminazione" per via delle sostanze. Si tratta di un'amicizia profonda ed inesauribile nonostante tutto e nonostante tutti che ti fa desiderare di godere anche tu di un rapporto così puro e che sbalordisce per quanto puro rimanga pur sguazzando in molto squallore e poca speranza, legato a doppio filo dalla passione musicale. Pur non conoscendoli di persona, sono così contento che questi due uomini si siano ripuliti ed abbiano ripreso in mano la loro vita. Perché è questo l'effetto che fa questo film: ti rende loro amico, un abituale frequentatore di casa loro e del loro giro.
È un film che le menti semplici non comprenderanno, condanneranno come un'esaltazione dell'uso di sostanze solo perché i due (almeno fin quando sono assieme) sono felici pur dovendosi bucare quotidianamente.
Ed è questo che le menti semplici non coglieranno: non c'è nessuna esaltazione dell'uso di droga, anzi, semmai il film ti porta a vedere da vicino lo squallore che ciò comporta, Vash e Felce sono felici perché nonostante tutto, l'uno ha l'altro e tutto il resto può andare tranquillamente a rotoli.
Mi dispiace per coloro che non sapranno andare oltre alle bestemmie utilizzate nel loro linguaggio quotidiano, alla mancanza di pomposità inutile e sbruffona (in cui troppi troppo spesso sperano), alla droga, alla scanzonatezza tragicomica che scambieranno per caricatura. Guardate cosa hanno messo in piedi dei ragazzi di periferia (il regista è originario della loro stessa città a quanto ho letto), guardate cosa hanno COMBATTUTO e vinto, guardateli: là, nel grande schermo, al cinema.
E noi, tanto superiori, tanto migliori di loro, con così tante risorse in più e tanti giudizi negativi - nella vita, che cosa abbiamo combinato?
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zorkesteen
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martedì 25 settembre 2018
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ecco perchè questo è un docu-film unico
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Che tristezza infinita leggere delle recensioni che altro non sono se non il ribaltamento della realtà più oggettiva possibile.
Soldi che piovono dal cielo? Ma se si vede benissimo come i protagonisti se li procurano. Anche chiedendo cinque euro in prestito alla madre per le sigarette. E questo non erano obbligati a mostrarlo, potevano inventarsi che vivevano di rapine in banca che senz'altro è più "figo" della povertà squallida che ti porta a chiedere a tua madre di pagarti le sigarette. Vash quando spaccia non gioca a fare il criminale davanti alla telecamera. Bensì Vash spaccia e la telecamera lo mostra perché lui È (o almeno in quel momento) un criminale.
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Che tristezza infinita leggere delle recensioni che altro non sono se non il ribaltamento della realtà più oggettiva possibile.
Soldi che piovono dal cielo? Ma se si vede benissimo come i protagonisti se li procurano. Anche chiedendo cinque euro in prestito alla madre per le sigarette. E questo non erano obbligati a mostrarlo, potevano inventarsi che vivevano di rapine in banca che senz'altro è più "figo" della povertà squallida che ti porta a chiedere a tua madre di pagarti le sigarette. Vash quando spaccia non gioca a fare il criminale davanti alla telecamera. Bensì Vash spaccia e la telecamera lo mostra perché lui È (o almeno in quel momento) un criminale.
Dire che i protagonisti non fanno la differenza, che risultano dei babbi sfigati, che si giustificano con psicanalisi idiote è obiettivamente pura menzogna che appende in automatico il cartello "INVIDIOSO" al collo di chi la sputa.
Se avessero preso due tossici qualsiasi per fare questo film e non loro due in primis quasi sicuramente non sarebbe proprio stato creato questo film ed in secondo luogo di SICURO non sarebbe stato così. Perché i tossici, tutti i tossici-tossici, i tossicodipendenti, gli eroinomani DI REGOLA non sono altro che questo. Non parlano e non fanno altro che questo.
Loro sono una eccezione rarissima. Li hanno fatti altri film con dei tossicodipendenti come protagonisti e cosa è venuto fuori? Nient'altro che ennesimi, banalissimi ed anonimi film sulla loro droga di preferenza.
È PROPRIO QUI LA DIFFERENZA. Questi due pur essendo tossici, essendo loro due e non altri due tossici a caso, hanno permesso al regista di girare un film riflessivo, profondo e di impatto NON sull'eroina, ma sull'AMICIZIA. L'eroina è solo un contorno.
Ma questo è qualcosa che chi non è dotato dell'intelligenza necessaria, oppure è accecato dal livore geloso, non potrà mai notare ed ammettere. Sono sinceramente triste per voi.
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freerider
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lunedì 22 ottobre 2018
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scioccante ma autentico come pochi altri.
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Ottimo lavoro, che ripaga ampiamente dell’impegno necessario per riuscire a vederlo (onore al Cinema Beltrade, unica sala di Milano che lo sta proiettando in questi giorni), Funeralopolis è lo spaccato assai crudo di una dimensione esistenziale spinta continuamente al limite tra esaltazione e disperazione, stupefacenti e musica hardcore, ribellione e autodistruzione.
Sconvolgente per contenuti ma estremamente efficace per linguaggio e modalità di comunicazione, Funeralopolis sceglie la forma destrutturata del docu-film per rendersi quasi invisibile mentre osserva dall’interno una realtà giovanile a vocazione centrifuga, estrema, oppositiva.
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Ottimo lavoro, che ripaga ampiamente dell’impegno necessario per riuscire a vederlo (onore al Cinema Beltrade, unica sala di Milano che lo sta proiettando in questi giorni), Funeralopolis è lo spaccato assai crudo di una dimensione esistenziale spinta continuamente al limite tra esaltazione e disperazione, stupefacenti e musica hardcore, ribellione e autodistruzione.
Sconvolgente per contenuti ma estremamente efficace per linguaggio e modalità di comunicazione, Funeralopolis sceglie la forma destrutturata del docu-film per rendersi quasi invisibile mentre osserva dall’interno una realtà giovanile a vocazione centrifuga, estrema, oppositiva. Zero manipolazioni, zero filtri, zero giudizi, si intuisce invece un gran lavoro di montaggio che, preferendo descrivere anzichè narrare in senso classico, riesce comunque a guidare gli spettatori attraverso una progressione in crescendo che tiene immobili fino al termine, totalmente immersi all’interno di ciò che scorre sullo schermo.
Menzione speciale per due protagonisti senza paragoni: l’irrefrenabile Vashish, frontman d’assalto della band satanica Blacklist e l’esoterico Felce, sacerdote officiante delle loro performance techno, che semplicemente nella parte di loro stessi sono in grado di bucare lo schermo tanto quanto sono capaci di bucarsi ogni centimentro di pelle a disposizione, gettando così in faccia all’osservatore parole e immagini spesso scioccanti ma generosamente autentiche, senza censure né tantomeno complimenti.
Esperienza visiva indubbiamente forte, Funeralopolis non è certamente un film che ci si lascia alle spalle con facilità, il malsano e ipnotico magnetismo che esercita resta infatti in circolo per un bel po’, ma alla base c’è un progetto lucido e coraggioso che merita attenzione a dispetto della sua genesi estremamente underground.
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nanaosakimomsen
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martedì 23 ottobre 2018
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mostrare verità al grande pubblico senza filtri
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Ho preso visione del documentario "funeralopolis" la scorsa settimana, compaio anche nella pellicola quindi è stata una bella botta nello stomaco rivedere certe scene.
A prescindere da questo dettaglio ho atteso molto l'uscita di questo film e non mi ha deluso per nulla, è crudo e realistico...ma non vi aspettate un lungometraggio sulla droga ecc, certo se ne parla, ma non e tutto qui, viene mostrato a pieno il vissuto, anche difficoltoso, dei protagonisti e di chi li circonda, ma più in generale l'underground milanese, l'impegno dei ragazzi nel seguire e portare avanti il loro (ottimo) progetto musicale, che a sua volta, mette a nudo e descrive tramite i loro testi ciò che il documentario riporta in immagini.
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Ho preso visione del documentario "funeralopolis" la scorsa settimana, compaio anche nella pellicola quindi è stata una bella botta nello stomaco rivedere certe scene.
A prescindere da questo dettaglio ho atteso molto l'uscita di questo film e non mi ha deluso per nulla, è crudo e realistico...ma non vi aspettate un lungometraggio sulla droga ecc, certo se ne parla, ma non e tutto qui, viene mostrato a pieno il vissuto, anche difficoltoso, dei protagonisti e di chi li circonda, ma più in generale l'underground milanese, l'impegno dei ragazzi nel seguire e portare avanti il loro (ottimo) progetto musicale, che a sua volta, mette a nudo e descrive tramite i loro testi ciò che il documentario riporta in immagini.
Ed, infine, lancia anche un bel messaggio, perché infine queste persone da determinati contesti ne sono uscite, anche e soprattutto grazie alla musica, alla loro arte...che comunque e così incisiva proprio perché narra e dipinge un quadro di un ventaglio di esperienze realmente vissute e può anche essere da monito per chi si trova in situazioni di vita similari.
S
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fedefaith
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lunedì 24 settembre 2018
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c'era una volta
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L'idea è interessante, lo stile pure.. il gap è nella scelta dei protagonisti: niente da dire, caricature di loro stessi, forzati davanti alla telecamera, vuoti come i loro occhi, non fanno la differenza. Risultano dei babbi sfigati, che giocano a fare chi il criminale, chi il poeta maledetto con ambizioni da guerrigliero. Tossici che giustificano abusi di sostanze con capacità di psicoanalisi di un treenne, gente deresponsabilizzata dalla vita adulta, in un limbo di soldi che piovono dal cielo per pagare droghe, piercing e tatuaggi, squotter con unghie fresche di manicure maddai. Probabilmente questo documentario fa gola a chi, dalla finestra di casa sua, non ha mai assaggiato la Strada. Per chi invece certi ambienti delinquentalternativi li ha vissuti piu o meno da vicino, non porterà nulla di nuovo.
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fedefaith
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lunedì 24 settembre 2018
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l'idea e lo svolgimento
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L'idea è interessante, lo stile pure.. il gap è nella scelta dei personaggi: niente da dire, caricature di loro stessi, forzati davanti alla telecamera, vuoti come i loro occhi, non fanno la differenza. Risultano dei babbi sfigati, che giocano a fare chi il criminale, chi il poeta maledetto con ambizioni da guerrigliero. Tossici che giustificano abusi di sostanze con capacità di psicoanalisi di un treenne, gente deresponsabilizzata dalla vita adulta, in un limbo di soldi che piovono dal cielo per pagare droghe, piercing e tatuaggi, squotter con unghie fresche di manicure maddai. Probabilmente questo documentario fa gola a chi, dalla finestra di casa sua, non ha mai assaggiato la Strada. Per chi invece certi ambienti delinquentalternativi li ha vissuti piu o meno da vicino, non porterà nulla di nuovo.
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fedefaith
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lunedì 24 settembre 2018
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c'era una volta
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L'idea è interessante, lo stile pure.. il gap è nella scelta dei personaggi: niente da dire, caricature di loro stessi, forzati davanti alla telecamera, vuoti come i loro occhi, non fanno la differenza. Risultano dei babbi sfigati, che giocano a fare chi il criminale, chi il poeta maledetto con ambizioni da guerrigliero. Tossici che giustificano abusi di sostanze con capacità di psicoanalisi di un treenne, gente deresponsabilizzata dalla vita adulta, in un limbo di soldi che piovono dal cielo per pagare droghe, piercing e tatuaggi, squotter con unghie fresche di manicure maddai. Probabilmente questo documentario fa gola a chi, dalla finestra di casa sua, non ha mai assaggiato la Strada. Per chi invece certi ambienti delinquentalternativi li ha vissuti piu o meno da vicino, non porterà nulla di nuovo.
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