Titolo originale | Jang-san-beom |
Anno | 2017 |
Genere | Horror |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Jung Huh |
Attori | Jin Heo, Jun Hyeok Lee, Shin Rin-Ah, Jung-ah Yum, Park Hyuk-kwon Yu-sul Bang, Lee Joon-hyuk (II), Hae Yeon Kil, Yul Lee, Ju-won Lee (II), Soo-Yeong Park, Susanna No, Ji Hoon Jung, Chae-eun Lee, Jae-won Hwang, Jang Liu, Hyun-ah Jun, Ja-Ryeong Lee, Lee Dal, Ji-Hun Ju, Sang-ok Lee, Seong-bae Lee, Hyun-Lim Jo. |
MYmonetro | 3,04 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 marzo 2018
Una creatura malvagia conosce una famiglia che rimane sedotta dal male.
CONSIGLIATO SÌ
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Un capanno abbandonato nella foresta nasconde più di un mistero. La famiglia che si trasferisce a vivere lì accanto lo scoprirà a proprie spese, sedotta da presenze dalle voci ingannatrici e dilaniata dal rimpianto insanabile per il figlio perduto.
Luoghi maledetti, possessioni, spiriti, maledizioni. Ogni horror reca con sé il fardello di un'interminabile serie di deja vu. The Mimic non dà mai segno di preoccuparsene.
E forse è un merito. Huh Jung, rivelatosi con il brillante Hide and Seek, si rifugia nei più classici espedienti dello spavento, lavora sui meccanismi più collaudati. Specchi da coprire, animali che escono da armadi chiusi suscitando un balzo di terrore, bambine dall'aspetto tenero che nascondono qualcosa di sinistro. Bandita ogni pretesa di originalità, è possibile assaporare la maledizione della tigre del monte Jang in tutto il suo terrificante impatto emozionale, che fa leva sul dolore più grande che possa colpire una madre.
L'impatto visivo del film, che immerge la vicenda in un contesto rurale e isolato, privando di ogni colore acceso la fotografia, deve qualcosa al successo di The Wailing di Na Hong-jin e dei suoi misteri sciamanici - ancora una sequenza di un rituale è cruciale per lo svolgimento del mistero - benché l'approccio sia più convenzionale.
Straordinaria la prova di Shin Rin-Ah, che, a soli 8 anni, vanta già un curriculum che include alcuni dei titoli coreani più importanti degli ultimi anni (Ode To My Father, Memoir of a Murderer). Ennesima dimostrazione di una cinematografia capace di attingere a risorse sempre nuove, che sa supplire con il mestiere anche quando la spinta innovativa viene meno.