Titolo originale | That Nguyet va An Sinh |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, Sentimentale |
Produzione | Cina |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Derek Tsang |
Attori | Dongyu Zhou, Ma Sichun, Toby Lee, Cai Gang, Ping Li Sichun Ma, Haofang Li, Cindy Yao, Yan Zhang (V). |
MYmonetro | 2,76 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 maggio 2017
Due amiche d'infanzia crescono insieme ma non sempre riescono a mantenere viva la loro amicizia.
CONSIGLIATO SÌ
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Tratto da un romanzo web cinese, SoulMate è la storia della profonda quanto complessa amicizia tra July e Ansen: due ragazze diversissime tra loro in quanto a carattere, ma unite da una lunghissima frequentazione risalente al periodo scolastico, la cui relazione va incontro a una difficile prova quando entrambe finiscono per innamorarsi dello stesso ragazzo: questo fatto porterà le due protagoniste a un allontanamento, che verrà però alla fine vinto dall'inesauribile forza dell'amicizia.
Una certa qual patina melensa accompagna la nuova opera di Derek Tsang, qui alla sua prima esperienza dietro alla macchina da presa: un dramma sentimentale che abbraccia la retorica hollywoodiana alternando alle scene madri momenti di toccante romanticheria, che risultano però, a ben vedere, piuttosto vuoti sia da un punto di vista contenutistico che per ciò che concerne l'aspetto formale.
Il film punta probabilmente a un pubblico di teen-agers pronti a commuoversi di fronte a storie nelle quali ognuno è capace (almeno in parte) di rispecchiarsi. E tuttavia lo spettatore capace di andare oltre al facile sentimentalismo farà fatica a digerire un'opera che nulla ha di nuovo rispetto ai moltissimi prodotti simili che affollano la distribuzione cinematografica. La forza di un'amicizia capace di vincere qualsiasi ostacolo, il tormentato triangolo amoroso, l'allontanamento e la difficile riconciliazione, sono temi che da sempre attuano una facile presa sull'emotività. Ma, se privato di questi trucchi narrativi, al film rimane ben poco, fatta eccezione per qualche superfluo colpo di scena che punta all'effetto-stupore, ma che poco aggiunge a una storia che rimane piuttosto scontata.
Il primo approccio alla regia dell'attore di Hong-Kong tuttavia, pur non possedendo la forza dell'opera di formazione né la capacità di oltrepassare lo standard narrativo di genere, dimostra una buona capacità di gestione del mezzo cinematografico, abile nel gestire una messa in scena che, pur non tentando novità stilistiche o slanci virtuosistici, mantiene comunque una discreta solidità, atta a favorire l'immedesimazione del pubblico, e si serve di tutti quei mezzi (dall'immancabile presenza dell'accompagnamento sonoro, ai flashback riguardanti la giovinezza delle protagoniste) che contraddistinguono solitamente questo tipo di opere.
Non sarebbe la prima volta che un giovane regista utilizza il suo debutto nel cinema come un mero esercizio di stile, tramite il quale impadronirsi e rafforzare il proprio rapporto con gli strumenti propri della Settima Arte, per poter poi affrontare con maggior consapevolezza le successive produzioni. Speriamo sia questo anche il caso del giovane Tsang.
La storia dell'amicizia tra due ragazze diversissime tra loro che si innamorano dello stesso ragazzo.