Titolo originale | Roberto Bolle: The Art of Dance |
Anno | 2016 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Francesca Pedroni |
Attori | Roberto Bolle, Jirí Bubenícek, Otto Bubenícek, Matthew Golding, Melissa Hamilton Maria Kochetkova, Nicoletta Manni, Alexandre Riabko, Anna Tsygankova, Eric Underwood. |
Uscita | lunedì 21 novembre 2016 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 17 novembre 2016
Diretto da Francesca Pedroni arriva nelle sale un viaggio intimo alla scoperta delle grandi interpretazioni di Roberto Bolle.
CONSIGLIATO SÌ
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Da Scarpette rosse a Due vite, una svolta, passando per Il sole a mezzanotte, The Company e Billy Elliot, il cinema frequenta la danza con entusiasmo, cercando da sempre la maniera adeguata di incarnarla sullo schermo. Di incarnare quest'arte singolare, esibita o evocata, ammiccata o raccontata. Perfetta per declinare temi universali, l'amore, il desiderio, la morte, l'odio, la vendetta, la danza armonizza il disordine della vita e delle sue emozioni, esercitando sul cinema un'attrazione irresistibile. Soggetto predestinato per sua natura (il movimento) ad essere rappresentato, vive una nuova stagione d'amore col cinema dopo una prolungata assenza interrotta dal cigno nero di Aronofsky, storia di un étoile inquieta convertita in racconto orrorifico. Disciplina elitaria, da qualche tempo ha deciso di allargare il cerchio e abbracciare il grande pubblico. La Biennale della danza di Lione, l'Opéra di Benjamin Millepied (novembre 2014-febbraio 2016), il Roberto Bolle and Friends, la danza mette in discussione il suo statuto di esclusività coinvolgendo il non pubblico della danza. Refrattaria al popolare sfida la propria inaccessibilità infilando il percorso dell'opera lirica: frenare il proprio declino e recuperare le nuove generazioni.
Traslocata fuori dai luoghi istituzionali, il cinema ha incontrato la sua creatività eccezionale producendo dei documentari altrettanto eccezionali, ansiosi di fare da 'piedistallo' alle stelle del palcoscenico. Con Pina di Wim Wenders, Relève di Thierry Demaizière e Alban Teurlai, Mr. Gaga di Tomer Heymann, L'arte della danza di Francesca Pedroni incontra Roberto Bolle e lo accompagna nel suo viaggio, nelle arene antiche, nei templi, nelle architetture del passato dov'è andata letteralmente in scena la volontà dell'artista di convertire alla bellezza un pubblico più vasto e trasversale. Infaticabile globetrotter della danza, Roberto Bolle ha portato in tour il repertorio classico e le coreografie contemporanee flirtando col cinema e ponendo in maniera dialettica il movimento del corpo coi movimenti della macchina da presa. Elegia in rilievo che celebra un artista ammirato, Roberto Bolle - L'arte della danza penetra lo spazio scenico a scoprire, quasi a toccare, l'essenza immateriale della danza, mettendo l'accento su un dettaglio, approssimando lo sguardo ai corpi, ai muscoli, alla carne. I pas de deux, esaltati da scenografie secolari (Verona, Caracalla, Pompei), intercalano le conversazioni con étoile che disegnano la loro relazione con Bolle e il disegno poetico di Bolle, che come Maurice Béjart evoca un desiderio di comunione, di condivisione del dibattito estetico.
Riappropriandosi di un termine ostico, da maneggiare con cura, la 'danza pop' di Roberto Bolle afferma la volontà di non escludere nessuno, promuove una nuova età della danza che interpreta con grazia e senza l'impressione della fatica. La qualità dei suoi spettacoli autorizza però la rettifica. La disciplina artistica di cui l'artista si fa prestigioso ambasciatore è una 'danza elitaria per tutti', per riprendere la bella formula di Antoine Vitez, regista teatrale francese scomparso nel 1990. Perché la danza 'all'aperto' di Bolle insegue la popolarità senza rinunciare al proprio linguaggio e alla propria tradizione.
Dopo le arene è al cinema che quest'arte mimica si rivolge per dare accesso a un numero maggiore di persone, svincolandosi da un sistema irrigidito in una complicata griglia di etichette, prescrizioni e divieti che negli anni hanno finito per sottrargli la sua connaturata vitalità. Francesca Pedroni, critico di danza del quotidiano Il Manifesto e autrice di Classica, in onda su Sky, prova allora a guardare la danza dal punto di vista del cinema esplorando con Roberto Bolle e i suoi friends la sensualità fisica dell'essere, le tensioni spirituali e mistiche che creano il movimento. Il suo sguardo supera la visione frontale teatrale procurando una partecipazione emotiva, approssimando figure irreali e impalpabili, eteree e irraggiungibili sopra le punte e sotto la leggerezza dei tutù. L'arte della danza, come il "Roberto Bolle and Friends", esperienza itinerante ma realtà stabile dal 2008, infila la strada di una consapevole rigenerazione di un mondo, quello della danza, progressivamente allontanatosi dal grande pubblico. Ma l'entusiasmo per Roberto Bolle, Pina Bausch o Ohad Naharin, divulgati dal cinema, si può trasformare davvero in amore per la danza? Il cinema, meno caro del teatro, è un buon convertitore per (in)trattenere il pubblico? Difficile a dirsi, il tempo dirà se è amore o calesse. Nell'attesa, Roberto Bolle ha condotto a teatro migliaia di persone e magari tra quelle migliaia di persone c'è una donna, un uomo, un ragazzo, una bambina senza alcuna conoscenza pregressa della danza che ha scoperto le coreografie di John Neumeier infiammandosi per Bolle. E le infatuazioni qualche volta si trasformano in discorso amoroso.
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roberto bolle riesce a trasmettere emozioni attraverso il corpo con la sua meravigliosa danza e l'entusiasmo che ha in se anche con un docufilm realizzato per il cinema con il racconto del dietro le quinte , delle paure , dei sacriici ma anche della dolcezza e serenità con i quali questi artisti affrontano il palcoscenico. Pur dalla poltrona di un cinema ho rivissuto le stesse emozioni e [...] Vai alla recensione »
La sua carriera incredibile, a cui aggiunge infaticabile capitoli di bellezza, la deve a una routine inflessibile. È così che si diventa étoile per Roberto Bolle, eccellenza della danza italiana che dietro alla tecnica irradia un magnetismo inalterabile nel tempo.
Che posi la mano sulla sbarra o salga sul palcoscenico, ciascuno dei suoi gesti è un'epifania in equilibrio fra romanticismo e sperimentazione estetica.
Rivelato ancora giovanissimo da Rudolf Nureyev, Roberto Bolle nasce a Casale Monferrato, cresce sul palcoscenico della Scala e diventa una star internazionale nei teatri più prestigiosi del mondo e davanti alle personalità più celebri del mondo. Regine, principi, presidenti, eminenze religiose, Bolle esibisce la sua grazia nei luoghi sacri della tradizione ma volge presto lo sguardo fuori dagli spazi istituzionali.