Sao Karaoke

Film 2013 | Drammatico 77 min.

Regia di Visra Vichit-Vadakan. Un film con Sa Sittijun, Supavitch Mepremwattana, Nang Sittijun, Sampao Sittijun, Buntham Sittijun. Cast completo Genere Drammatico - Tailandia, USA, 2013, durata 77 minuti. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 novembre 2013

Tra finzione e documentario, un film dedicato a tutte quelle giovani donne tailandesi che sono costrette a vendere il proprio corpo a causa della povertà.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un ininterrotto fluire di ricordi e momenti della vita di una ragazza all'inseguimento di un sogno: fare la cantante.
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 26 novembre 2013
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 26 novembre 2013

Sa ha ventitré anni e da otto vive a Bangkok, dove intrattiene clienti svendendo voce e corpo. 'Cantante' in un locale di Karaoke, Sa ha lasciato adolescente la campagna per la città nella speranza di riuscire a sostenere la famiglia e di pagare i loro debiti. Operaia in una fabbrica di dolci, dove spaccava le uova e riceveva una paga irrilevante, si licenzia per 'cantare' con squallidi avventori. Infelice ma meglio retribuita, la ragazza sogna l'amore con Ton, che l'accompagna a casa e la invita a cena. Perché Sa ha sempre fame, fame di vita e di un futuro che spera più generoso. Legata al suo villaggio e alla sua famiglia, torna a casa ogni volta che può, sollevando con la sua presenza l'indigenza di chi ama. Tradita da Ton, rifiuta il denaro con cui la vuole comprare e tra le lacrime decide di sognare più forte il sogno di diventare una star o magari anche solo di ritornare dov'è stata bambina.
Opera prima di Visra Vichit Vadakan, Sao Karaoke è cinema impegnato sulla questione della prostituzione in Thailandia, dove l'instabilità politica e la mancanza di norme giuridiche favoriscono le disparità economiche e sociali tra cittadini. Un paese dove il commercio del corpo convive col buddismo e le consuetudini tradizionali obbligano le ragazze a sostenere la propria famiglia in qualunque modo. Sao Karaoke racconta il naufragio di una porzione di mondo in cui alle ragazze più povere non viene concessa un'alternativa, limitando la loro istruzione e le loro opportunità di lavoro. Attraverso una messa in scena del reale, che oscilla tra (e fonde) documentario e fiction, la regista ci parla di relazioni umane e sociali che costringono la protagonista al servaggio nei confronti di chi le chiede di 'cantare' una canzone che non è la sua. Sa Sittijun, che interpreta se stessa, si muove allora nella logica dello scambio senza trovare mai quella della condivisione. A deluderla è pure Ton, che si rivela un lover-boy, pronto a 'rinnegarla' alla prima occasione e a proporle una relazione di sottomissione psicologica e di dipendenza economica. Attività illegale, ma tollerata e regolata nel paese con la più forte tradizione di prostituzione, la prestazione sessuale viene lasciata nel fuori campo o riflessa allo specchio, per dedicarsi a un ritratto femminile che permetta di analizzare le abiezioni sociali e di produrre una ricerca sul linguaggio di estremo interesse. Sao Karaoke è un ininterrotto fluire di ricordi e momenti della vita di una ragazza all'inseguimento di un sogno: fare la cantante. È la cronaca di un fallimento annunciato, coadiuvato da una diffusa 'incomprensione' maschile, è una storia di migrazione verso un altrove, dove esista la possibilità di migliorare la qualità della propria vita e quella dei propri cari. Un incontro-scontro sulle aspettative di vita e le reali opportunità disponibili. Introdotta suo malgrado in rapporti di sfruttamento, Sa non smette di cantare la sua sventura dentro un film circolare, in cui il tema musicale iniziale ritorna nel finale, che la sorprende in fuga sul treno. Una fuga che suona come una promessa, quella di un'altra possibile logica del mondo.

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