Titolo originale | Kebun Binatang |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Indonesia, Germania, Hong Kong, Cina |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Edwin |
Attori | Nicholas Saputra, Ladya Cheryl . |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 febbraio 2012
La piccola Lana aveva tre anni quando fu abbandonata in uno zoo. Lo zoo è l'unico mondo che conosce. Finchè un giorno si innamora di un affascinante mago e decide di abbandonare tutto...
CONSIGLIATO NÌ
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Lana da bambina è stata abbandonata nello zoo di Giakarta ed è cresciuta lì dentro prendendosi cura delle più varie specie di animali per i quali ha sviluppato profondo interesse ma anche affezione. Un giorno le compare davanti un prestigiatore vestito da cowboy. Lana, ormai donna ma ignara del mondo esterno, se ne innamora e lo segue in una raffinata casa per appuntamenti dove lui si esibisce. Un giorno però il 'mago' scompare mentre sta tentando un trucco pericoloso. Lana decide di lasciare lo zoo per dedicarsi agli uomini che frequentano la casa.
Edwin è un regista indonesiano dall'indubbio coraggio. Questo suo film, sospeso tra realismo e atmosfere oniriche e presentato in Concorso al 62° Festival di Berlino, non va certo incontro a un vasto pubblico. I tempi della narrazione nella prima metà sono decisamente dilatati e lasciano aperto più di un interrogativo su quale sia la scelta stilistica a cui si vuole improntare la narrazione. Perché, dopo il prologo in cui una bambina (decisamente troppo 'adulta' per come reagisce) si trova abbandonata nello spazio per lei misterioso di un grande zoo, assistiamo a una lunga esplorazione della struttura e dei suoi ospiti. Il tutto sembra finalizzato a una sorta di saggio antropologico per immagini in cui si intendono mettere in parallelo le vite degli animali in cattività con quella della protagonista che di loro si occupa in una dimensione in cui, come viene detto, i visitatori vanno per guardare ed essere guardati.
Con l'entrata in scena del misterioso prestigiatore il film cambia registro assumendo un tono quasi surreale per poi utilizzare la figura del cowboy/mago quale elemento di transizione verso il mondo esterno. Una realtà nella quale Lana si semiprostituirà imparando al contempo il contatto con gli esseri umani ai quali sino allora aveva anteposto come modello di riferimento le giraffe. Potrebbe essere un cambiamento di fronte traumatico e invece diventerà foriero di una nuova consapevolezza. Un film di qualità dunque in cui però le cartoline impiegano un tempo eccessivo per giungere a destinazione.