La moglie del fattore

Una commedia per Hitchcock. Un vedovo, dopo anni di solitudine, chiede alla governante di aiutarlo nella ricerca di una nuova consorte. Alla fine i due si sposeranno. 

Secondo film per la British International Pictures dopo Vinci per me!, The Farmer's Wife non prese spunto però, a differenza di quello, da un soggetto originale. Tanto per cambiare - era destino, in quegli anni, ma non solo per Hitch - il regista si trovò a dover adattare un lavoro teatrale, una celebre commedia di Eden Phillpotts, The Farmer's Wife, appunto (1916) e quindi ad affrontare lo spinoso problema di trasformare un'opera basata essenzialmente sui dialoghi in un film muto. Non ci stette molto a pensare, anche perché i tempi di lavorazione erano strettissimi.
Nella prima metà dell'ottobre 1927 furono effettuate le riprese in esterni, nel Devonshire e nel Surrey, ed entro la fine del mese quelle in studio. Per di più Jack Cox, il direttore della fotografia, si ammalò per un periodo relativamente lungo e Hitch dovette cimentarsi in prima persona con i problemi dell'illuminazione; come raccontò anni più tardi a Truffaut: "Regolavo le luci e, siccome non ero molto sicuro di me stesso, per ogni inquadratura facevo una prova che portavo in laboratorio, e mentre attendevo l'esito, facevo provare la scena ". Per la parte della protagonista femminile Hitch ricorse a Lilian Hall Davis, che aveva appena recitato in Vinci per me! il ruolo affidatole in The Farmer's Wife non aveva nulla a che vedere con quello della civettuola Nelly, ma nella parte della fedele, premurosa e riservata Araminta l'attrice si dimostrò altrettanto brava e credibile (rattrista pensare che la giovane Lilian Hall Davis si sarebbe suicidata di lì a qualche anno, vittima del traumatico passaggio dal muto al sonoro, al quale molti attori non riuscirono ad adeguarsi). A Vinci per me! aveva partecipato - nel ruolo del simpatico e un po' rozzo allenatore - anche Gordon Harker, che in The Farmer's Wife Hitch chiamò a interpretare lo sgangherato aiutante del fattore.
Secondo la testimonianza del produttore e regista Ronald Neame - all'epoca garzone tuttofare agli studi Elstree -particolare cura fu posta alla scenografia relativa all'interno di casa Sweetland, che risultò piuttosto innovativa per quel tempo: Hitch fece costruire un set composito, che comprendeva quasi tutta l'abitazione. L'ambiente era costruito in modo tale da consentire alla macchina da presa di muoversi con il maggior agio possibile attraverso i vari locali, allo scopo naturalmente di movimentare le scene.
Come in molti altri casi, fra i commenti più azzeccati a The Farmer's Wife vi sono quelli di Francois Truffaut:
"... le scene migliori sono quelle che danno l'impressione di essere state aggiunte alla commedia. Le domestiche che si rimpinzano nell'office durante il ricevimento, le gag sul comportamento dell'amministratore interpretato da Gordon Harker. Qui ci sono dei momenti molto felici". E ancora: "... vedendo questo film che è l'adattamento di un lavoro teatrale, ho avvertito in lei (Truffaut sta parlando con Hitchcock) la volontà di fare del cinema. Supponiamo che la ripresa sia stata fatta sul palcoscenico di un teatro, ebbene! non una sola volta la macchina da presa è stata posta dalla parte degli spettatori, ma piuttosto dietro le quinte. Gli attori non si spostano mai lateralmente, avanzano direttamente verso l'obiettivo, in modo più sistematico che nei suoi altri film". Alcuni movimenti di macchina piuttosto ingegnosi combinati con un montaggio a tratti vivace, belle riprese in esterni, piacevoli gag e argute caratterizzazioni non bastano però a movimentare a sufficienza The Farmer's Wi.fe, basato su una serie di scene alquanto ripetitive. Un'opera del genere avrebbe avuto senso solo con dialoghi arguti e brillanti e naturalmente, girando un film muto, nemmeno Hitchcock il Mago poteva fare miracoli (ammesso che avesse avuto i mezzi, il tempo e la voglia per farli). Il regista si dimostrava capace di girare anche una commedia, se richiesto, ma è evidente che, in The Farmer's Wife, la sua vera anima non c'è. La ritroviamo solo a sprazzi, nel gioco di locali, scale e scalette di casa Tapper, in qualche luminoso primo piano di Lilian Hall Davis; e forse soprattutto in quel vagare o indugiare della macchina da presa sulla sedia vicino al camino, a indicare con estrema efficacia un'assenza, un vuoto: come anni dopo in Rebecca (Max de Winter spiega come morì la moglie) e in Nodo alla gola (il professor Rupert Cadeli ricostruisce l'assassinio di David).