The Mosquito Coast

Film 2021 | Avventura, Drammatico, Thriller

Regia di Natalia Beristáin, Rupert Wyatt, Clare Kilner, Tinge Krishnan, Jeremy Podeswa. Una serie con Gabriel Bateman, Melissa George, Justin Theroux, Kimberly Elise, Ofelia Medina. Cast completo Genere Avventura, Drammatico, Thriller - USA, 2021, STAGIONI: 2 - EPISODI: 17

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Ultimo aggiornamento sabato 10 dicembre 2022

Dal pluripremiato romanziere Neil Cross e basato sul best-seller di Paul Theroux.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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Riadattamento seriale dell'omonimo romanzo di Paul Theroux.
a cura della redazione
sabato 10 dicembre 2022
a cura della redazione
sabato 10 dicembre 2022

La storia è raccontata dal punto di vista di un ragazzo di quattordici anni, Charlie Fox, e si sviluppa attorno a una imponente figura paterna: Allie è un padre brillante, un inventore, che proprio in virtù di questa apertura mentale diventa sempre più critico nei confronti del consumismo negli Stati Uniti, nonché di tutti gli apparati e i principi della società americana, motivo scatenante che lo porterà a intraprendere un lungo viaggio on the road. Lo scopo: trasferire l'intera famiglia fuori da questo contesto, verso l'America Latina.

Episodi: 10
Regia di Metin Hüseyin, Natalia Beristáin, Rupert Wyatt, Marisol Adler, Alonso Alvarez, Stefan Schwartz, Clare Kilner, Tinge Krishnan, Jeremy Podeswa.

Un collage raffazzonato di eventi che lascia lo spettatore in una condizione di immobilità narrativa

Recensione di Gabriele Prosperi

La famiglia Fox continua la sua corsa fuori dagli Stati Uniti d'America, intenta ad abbandonare una società del consumo e massificata, immergendosi sempre più nella natura umana del Sud America. La stagione si apre nel passato dei due genitori, Allie (Justin Theroux) e Margot (Melissa George), dando agli spettatori quelle informazioni essenziali sulle ragioni della loro migrazione e sugli scopi di una lotta ancora aperta contro la società da cui stanno fuggendo, prioritaria anche rispetto alla cura e all'educazione dei due figli Charlie (Gabriel Bateman) e Dina (Logan Polish).

Il secondo adattamento dell'omonimo romanzo di Paul Theroux - padre di Justin, qui nei panni del protagonista Allie Fox - era apparso come un audace e in parte riuscito sforzo di Neil Cross per Apple.

Il raffronto, come spesso accade nei remake di film cult, con l'opera omonima di Peter Weir del 1986, che vedeva nel cast un magistrale Harrison Ford nei panni di Allie Fox, Helen Mirren e il compianto River Phoenix, risulta però in difetto, soprattutto per le scelte fatte nella composizione della seconda stagione.

Lasciati in Guatemala nell'intenso finale della prima stagione, veniamo catapultati nel passato di Allie e Margot; in particolare i primi due episodi si sviluppano in pedanti e descrittivi flashback, un vero e proprio retroscena che presenta allo spettatore le ragioni della loro fuga. Da un lato troviamo Margot, ancora alle prese con conferenze sulla letteratura e legata al suo ex, Richard (Ariyon Bakare) - che anticipa un rientro in scena fin troppo previsto negli episodi successivi. Il dramma catartico principale del racconto viene qui relegato, in relazione al passato di Allie, a un flashback motivazionale: l'interesse governativo per l'applicazione predittiva creata da Allie Fox è certamente interessante ma non viene sviluppato nel corso della stagione, spostando successivamente il focus sul rapporto genitoriale padre-figlio e padre-figlia.

Il riempimento dei vuoti narrativi lasciati dalla prima stagione potrebbe essere apprezzabile se queste nuove informazioni venissero impiegate nella definizione del dramma personale e famigliare; al contrario, negli episodi successivi poco accade, lasciando così lo spettatore in una condizione di immobilità narrativa, difficilmente controbilanciata dagli eventi e dai conflitti extra-familiari di cui sono infarciti gli episodi centrali, dove troviamo la maggior coerenza con i flashback iniziali.

La stagione si struttura così in una raccolta di digressioni, faticosamente intrecciate l'un l'altra: dalla "fuga nella fuga" di Dina alla rielaborazione dell'omicidio compiuto da Charlie, dall'incontro di Margot con il passato (incarnato, appunto, dalla ricomparsa "inattesa" di Richard) all'incontro con Isela (Natalia Cordova Buckley) che creerà più problemi, anziché dare un rifugio alla famiglia Fox, a causa dei rapporti con un boss della droga locale. Tralasciando l'oggetto essenziale del racconto - e centrale nel film di Weir - ovvero la tirannia paterna come contrappeso simbolico di quella società da cui, paradossalmente, lui stesso vuole fuggire, ogni elemento narrativo inserito nel puzzle risulta disfunzionale, e invece di un intreccio osserviamo (dall'esterno e con difficoltà ad immedesimarci) un collage raffazzonato di eventi.

Episodi: 7 (57 min.)
Regia di Metin Hüseyin, Natalia Beristáin, Rupert Wyatt, Marisol Adler, Alonso Alvarez, Stefan Schwartz, Clare Kilner, Tinge Krishnan, Jeremy Podeswa.

Un (ri)adattamento dal cast notevole, che attualizza temi e psicologie per rispondere a un'esigenza personale

Recensione di Emanuele Sacchi

Allie Fox è un genio incompreso: le sue invenzioni sono costantemente ignorate e per sbarcare il lunario si prodiga in vari lavoretti. Mentre si trova in California con la famiglia - la moglie Margot e due figli - un crimine misterioso nel suo passato riemerge e la polizia lo identifica. Ha inizio una fuga a rotto di collo attraverso il confine messicano, che li condurrà in guai sempre peggiori.

Tratto da un romanzo di Paul Theroux del 1981, l'adattamento cinematografico di Mosquito Coast del 1986 ad opera di Peter Weir rimane un nobile tentativo inespresso di riproporre il binomio Peter Weir-Harrison Ford dopo il successo di Witness - Il testimone.

Seppur apprezzato dalla critica, la parabola amara di un perdente ostinato, un individualista americano ma anti-americano nello spirito, un padre di famiglia guidato dal proprio ego verso la rovina, non piacque al pubblico e si rivelò un fiasco al botteghino.

La finzione ha quasi finito per riproporre nella realtà l'aura da perdentedi un protagonista con cui era difficile immedesimarsi durante il tardo reaganismo. Allie rifugge il sogno americano per ricrearne una sua versione distorta, proprio come opera con i suoi brevetti, invenzioni eccentriche e costantemente incomprese (una macchina per creare cubetti di ghiaccio a partire dal fuoco).

35 anni dopo, è Theroux stesso a decidere di tornare sul suo bestseller per realizzare un nuovo adattamento seriale per Apple Tv+: necessariamente meno fedele alla lettera al testo originario, ma forse più nello spirito, se conta qualcosa come garanzia la presenza nello staff del suo creatore.

La prima stagione di The Mosquito Coast (la serie ripropone l'articolo determinativo, espunto dalla versione italiana del lungometraggio) è caratterizzata da un cast notevole, con il nipote di Paul, Justin Theroux (Inland Empire, La ragazza del treno), nei panni del protagonista e al suo fianco la sottovalutata Melissa George (In Treatment), all'occorrenza materna e sensuale, determinata e coraggiosa. I due figli completano il quadro, con la sorella maggiore Dina, interpretata da una Logan Polish destinata a un radioso futuro.

Un'operazione che risponde a un'esigenza sentita a livello personale o, per così dire, "familiare". E che trova terreno fertile in un'epoca in cui i valori americani sono stati messi duramente in discussione, tanto che, diversamente dalle precedenti versioni, è proprio intorno al confine con il Messico, caro alla politica di Trump, che si svolge buona parte della vicenda.

Detto delle interpretazioni, la regia si dimostra al livello per quel che concerne le scene action: l'inseguimento che si scatena improvvisamente nel primo episodio, sterzando bruscamente da un dramedyfamigliare verso un thriller senza esclusione di colpi.

La suspense è gestita in maniera magistrale, almeno finché le esigenze della serialità non obbligano a dilatazioni e cliffhanger dignitosi ma prevedibili, che sembrano ricalcare situazioni ricorrenti della recente storia di cinema e serie tv. In primis il cartello messicano e le sue truci rappresaglie (Breaking Bad, Too Old to Die Young, Soldado), che culminano nel caricaturale personaggio del sicario, a cui dà vita Ian Hart.

Occorrono un buon numero di deviazioni e incidenti di percorso prima che la fatidica "costa delle zanzare" del titolo siavvicini, ma è ancora presto per dire se la vicenda di Allie ripercorrerà i binari noti oppure no. L'Allie di Theroux è un personaggio con cui è impossibile immedesimarsi, tanto è egotico e convinto che esista sempre un piano B per ingannare il prossimo o trovare una via d'uscita.

L'alternanza di detestabilità e affetto che emana si deve a un'interpretazione sentita dell'attore canadese.Il problema principale della stagione è quello tipico di serie che ancora non sanno se esisterà un seguito, ma sanno di dover provare a durare più di un anno: succedono molte cose durante il percorso, ma ai fini del filone principale della narrazione e alla resa dei conti, di fatto succede assai poco. Gli elementi perché la seconda stagione rappresenti una crescita comunque ci sono. Nota a margine: i titoli degli episodi corrispondono ad altrettanti canzoni rock, spesso pregevoli.

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giovedì 8 aprile 2021
 

Regia di Natalia Beristáin, Rupert Wyatt, Clare Kilner. Una serie con Gabriel Bateman, Melissa George, Justin Theroux, Kimberly Elise, Ofelia Medina. Dal 30 aprile su Apple TV.  Guarda il trailer »

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