Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Argentina |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Micaela Gonzalo |
Attori | Mora Arenillas, Rafael Federman, Jimena Anganuzzi, Luciano Cazaux, Laila Maltz . |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 30 novembre 2021
Una ragazza affronta un lungo viaggio per ricongiungersi al fratellastro.
CONSIGLIATO NÌ
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Senza soldi e lavoro, Jimena arriva alla Terra del Fuoco viaggiando di nascosto nella stiva dei bagagli di un pullman per raggiungere il fratellastro Mariano. Va a vivere a casa sua e trova, grazie al suo aiuto, un'occupazione in una fabbrica che assembla componenti elettronici specialmente per smartphone e tv. La sua vita, all'inizio, sembra migliore e si innamora di una collega. La situazione però precipita quando il fratello Mariano si mette nei guai e lei viene licenziata assieme a gran parte degli altri dipendenti.
Macchina a spalla e movimenti nervosi. Sullo sfondo ci sono i rumori della strada, del mare e del vento.
La cineasta argentina Micaela Gonzalo, classe 1987, approda al primo lungometraggio dopo aver realizzato corti e documentari tra cui Toda mi alegría presentato alla Berlinale del 2018 nella sezione Generation Kplus. Le influenze di un cinema fisico dove l'impeto e il disorientamento sono interiorizzati possono rintracciarsi nel modo in cui Agnès Varda filmava Sandrine Bonnaire in Senza tetto né legge ed Eliza Hittman Sidney Flanigan in Mai raramente a volte sempre. Rispetto alle strade di campagna del primo film e a New York del secondo, il nomadismo però è intermittente. Gonzalo si affida al volto inquieto della sua protagonista interpretata efficacemente da Mora Arenillas ed è attenta a disegnare la geografia dei luoghi, come nella scena sulla moto in cui viene filmato solo il paesaggio che scorre, per mostrare un'instabilità che è insieme emotiva, familiare e soprattutto economica. Uno degli elementi più collettivi del film riguarda infatti i dipendenti della fabbrica che stanno per essere licenziati. Ci si trova così davanti a due storie che però si incastrano a fatica. Quella di Jimena è più ispirata. Quella sulla classe operaia messa alle corde dalla politica aziendali è invece fin troppo costruita, sovraccarica di dialoghi che puntano a far emergere il senso di disagio e di preoccupazione per il futuro. Ma gli manca l'impeto necessario e soprattutto non alimenta come dovrebbe lo scontro tra chi vuole fare sciopero a oltranza e invece chi vuole comunque continuare a lavorare anche se in condizioni peggiori e con un salario più basso. Le tensioni nell'impianto sono già preannunciate, in modo anche fin troppo didascalico, dalle immagini delle tensioni sociali in un notiziario tv.
La chica nueva parla spesso di soldi. Sono la spinta per sopravvivere al presente e guardare con maggiore ottimismo al futuro. Jimena sogna di aprire un salone per acconciature, Mariano una società di importazione. Ma gli stessi desideri dei due protagonisti sono delineati essenzialmente dalla scrittura e non si avvertono sulla loro pelle. Gonzalo ha anche delle intuizioni riuscite, ma il suo film appare incompleto. L'impressione è quella di un progetto non finito, disorganico, che accenna al passato ma non mette a fuoco neanche il rapporto tra i due fratellastri. La presa di coscienza finale è finalmente liberatoria ma è tra i pochi momenti autentici di un film troppo pensato e meno arrabbiato di quello che vuole apparire.
Il cinema argentino ci ha abituati alla rigenerazione, ai percorsi nei quali, accanto alla ricerca di qualcuno, si materializza, inevitabilmente, anche ricerca di qualcosa. Non si discosta da questo paradigma il film della regista argentina Micaela Gonzalo, in concorso al TFF39, che vede per protagonista la giovane e scontrosa Jimena, che chissà da dove parte, senza soldi e molta inventiva, in direzione [...] Vai alla recensione »
Aziende fatte in spezzatino: un tema che è quanto mai di attualità anche nella nostra economia e nel nostro Paese e chi rischia sono i lavoratori. Primo lungometraggio della giovane regista argentina Micaela Gonzalo, classe 1987: ambientato nel Rio Grande, isola della Terra del Fuoco argentina, il film parla di un faticoso, doloroso e lento riscatto, sullo sfondo un periodo di grave recessione economica. [...] Vai alla recensione »