La regina degli scacchi

Film 2020 | Drammatico

Regia di Scott Frank. Una serie Da vedere 2020 con Anya Taylor-Joy, Harry Melling, Chloe Pirrie, Marielle Heller, Marcin Dorocinski. Cast completo Titolo originale: The Queen's Gambit. Genere Drammatico - USA, 2020, - MYmonetro 4,10 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 1 - EPISODI: 7

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Ultimo aggiornamento martedì 2 marzo 2021

Una ragazzina orfana trova conforto nel gioco degli scacchi. Piano piano la situazione cambia radicalmente. Ha vinto 2 Golden Globes, La serie ha ottenuto 2 candidature a Satellite Awards, 3 candidature e vinto 2 Critics Choice Award, 2 candidature e vinto un premio ai SAG Awards, ha vinto un premio ai Writers Guild Awards, ha vinto un premio ai Directors Guild, ha vinto un premio ai CDG Awards, ha vinto un premio ai Producers Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards, ha vinto un premio ai ADG Awards,

Consigliato assolutamente sì!
4,10/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 4,20
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un adattamento rispettoso, con scenografie raffinate e una protagonista dalla presenza magnetica.
Recensione di Paola Casella
martedì 2 marzo 2021
Recensione di Paola Casella
martedì 2 marzo 2021

Stati Uniti, anni '50. La piccola Beth Harmonsi ritrova confinata in un orfanatrofio e individua come unica via di fuga dalla realtà il gioco degli scacchi, che le viene insegnato da un inserviente dell'istituto. Scopre così un talento prodigioso per un gioco solitamente riservato agli uomini, e a poco a poco si afferma in quel mondo esclusivo ed escludente diventandone una regina cui tutti si vedono spinti (spesso di buon grado) a sottomettersi. Ma i successi sulla scacchiera non risparmiano a Beth la necessità di combattere contro i propri demoni interiori e contro una società ancora poco avvezza a vedere una donna ai posti di comando.

La regina degli scacchi è l'adattamento, filologicamente e linguisticamente molto rispettoso, di Scott Frank del romanzo omonimo di Walter Tevis, pubblicato per la prima volta nel 1983: ma la tempistica nel trasformarlo in una serie televisiva nel 2020 non poteva essere più azzeccata, non solo perché vede al centro un gioco che ben si adatta ad una situazione di confino come quella ingenerata dalla pandemia, ma anche perché la sua protagonista è un'eroina sui generis, in grado di affermarsi in un mondo di uomini sulla forza pura e non edulcorata del suo talento intellettivo.

Per Anya Taylor-Joy quella dell'insolita eroina di La regina degli scacchi è un'interpretazione spartiacque, che giustamente le ha regalato una notorietà planetaria. La sua Beth Harmon è un alieno sceso dallo spazio e calato in un'America ancora profondamente conservatrice, e la presenza magnetica della giovane attrice, costantemente al centro di ogni scena, fa il paio con la valenza ipnotica delle scenografie raffinate e curatissime del production designer tedesco Uli Hanisch con l'art director Kai Koch e la set decorator Sabine Schaaf, che da un lato rievocano un'epoca di perfezione formale e segreti celati alla vista, dall'altro aggiornano sottilmente le ricostruzioni alle sensibilità estetiche del presente e alla necessità di percepire la dark side sotto la glassa esteriore.

Anche la fotografia di Steven Meizler fa leva su una qualità ingannevole che staglia Beth contro il suo presente geometrico, ma distorce tutto ciò che lo circonda in funzione dei suoi mutevoli stati d'animo.

La popolarità che la serie ha istantaneamente regalato al gioco degli scacchi, crudele nelle intenzioni ma democratico nella sua capacità di premiare il talento, fa il paio con la capacità di demolire in un solo gesto artistico quel pregiudizio radicato che voleva le donne poco portate per l'agone scacchistico. Beth non può essere messa in un angolo, e la sua visioneiperrazionale della vita la vede trionfare sugli avversari e sulle avversità.

Certo, la determinazione da killer della scacchiera è anche ciò che le impedisce di fare i conti con le motivazioni nascoste del suo carattere spigoloso. E Taylor-Joy è maestra (anzi, Grande Maestra, secondo la terminologia scacchistica) nel rimanere un mistero dalla prima all'ultima inquadratura che la riguarda.

Ma La regina degli scacchi ha il buon senso di dare spazio a molti altri pezzi della scacchiera: dall'inserviente che insegna a Beth a giocare alla madre adottiva che, a differenza di Beth, non è in grado di opporsi alle discriminazioni dell'epoca nei confronti di una donna creativa e indipendente, ai suoi rivali di gioco, soprattutto il "cowboy" Benny Watts, che credono di potersela "mettere in tasca" (o rimetterla al suo posto, o trattenerla nel loro letto) e invece scoprono che non c'è avversario più temibile di una ragazza capace e ostinata.

La sceneggiatura e la direzione di Scott Frank, già premio Oscar per i copioni di Out of Sight e Logan, lavora costantemente in levare creando scene rarefatte ed essenziali, e il produttore e cocreatore della serie è quell'Alan Scott che ha esordito come sceneggiatore con A Venezia... un dicembre rosso shocking, continuando a collaborare con Nicholas Roeg per altri quattro film: a proposito di originalità di visione.

La regina degli scacchi ha il grande merito di rendere irresistibile la visione di un gioco che il cinema ha finora raccontato con impaccio, e di creare un nuovo genere di protagonista: bellissima ma poco interessata a fare leva sulla sua avvenenza (e però attenta al proprio look, e la costumista Gabriele Binder fa di lei un'icona di stile); spietata sulla scacchiera ma capace di inattesi gesti di misericordia; poco materialista ma abilissima nel farsi ricompensare adeguatamente per le sue capacità; algida nelle decisioni strategiche ma passionale in quelle sentimentali: che tuttavia non condizionano mai il suo desiderio e la sua capacità di vincere, in barba alla vulgata per cui il tallone d'Achille di ogni donna è il suo cuore.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 6 dicembre 2020
Savio 86

Mettiamo da parte la protagonista, la giovane Elizabeth: le donne sono sole.  Donne suicide, donne che nascondono le bottiglie d'alcool nel passeggino dei figli o che sono dipendenti dai tranquillanti. La via di Elizabeth, nonostante il suo grande talento, non sembra affatto diversa da quella di sua madre, della sua madre adottiva o delle compagne di scuola.

martedì 24 novembre 2020
Davide Masoero

Una produzione interessante: miniserie con struttura cinematografica, cattura dalla seconda puntata e obbliga lo spettatore ad arrivare alla fine tutto d'un fiato. Non c'è da strapparsi i capelli, non è il capolavoro a cui molti gridano, tuttavia dalla sua parte ha il non seguire il nuovo filone di prodotti incentrati su minoranze, in questo caso una donna che eccelle in un campo [...] Vai alla recensione »

domenica 11 febbraio 2024
jagofilm

Dopo aver letto un numero indefinito di critiche, tutte scritte da gente che non gioca a scacchi, mi sento in obbligo di dire la mia. Mille sono state le interpretazioni di questa serie: in chiave psicologica, sociologica, femminista, maschilista, politica, e chi più ne ha più ne metta. Ma la verità è drammaticamente semplice: è la storia di una scacchista, chiaramente ispirata alla vita di Bobby Fischer. [...] Vai alla recensione »

domenica 1 novembre 2020
no_data

Usualmente odio con tutte le mie forze i titoli che sono ambientati negli anni '60 del 900.Vedo queste ricostruzioni degli "anni d'oro" e mi parte subito un prurito in tutto il corpo. Allergia in particolare alle ricostruzioni degli Stati Uniti di quell'epoca, agli occhiali con la montatura estremamente spessa che intristiscono immediatamente la faccia di chiunque.

domenica 1 novembre 2020
no_data

 Usualmente odio con tutte le mie forze i titoli che sono ambientati negli anni '60 del 900.Vedo queste ricostruzioni degli "anni d'oro" e mi parte subito un prurito in tutto il corpo. Allergia in particolare alle ricostruzioni degli Stati Uniti di quell'epoca, agli occhiali con la montatura estremamente spessa che intristiscono immediatamente la faccia di chiunque.

Frasi

La rabbia è come una potente spezia; un pizzico ti risveglia, troppa ti ottunde i sensi
Una frase di Harry Beltik (Harry Melling)
dalla serie La regina degli scacchi - a cura di grazia belmonte
NEWS
CELEBRITIES
lunedì 8 marzo 2021
Fabio Secchi Frau

Astro nascente di Hollywood, Anya Taylor-Joy è diventata un nome familiare e sempre presente in recensioni entusiastiche, soprattutto dopo l'uscita della serie La regina degli scacchi su Netflix, grazie al quale ha ottenuto un Golden Globe come miglior [...]

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martedì 2 marzo 2021
Paola Casella

Vincitore di due Golden Globe, la serie di Scott Frank è ora su Netflix. Vai all'articolo »

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giovedì 24 settembre 2020
 

Regia di Scott Frank. Una serie con Harry Melling, Anya Taylor-Joy, Chloe Pirrie, Marielle Heller, Marcin Dorocinski. Dal 23 ottobre su Netflix.  Guarda il trailer »

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venerdì 28 agosto 2020
 

Una ragazzina orfana trova conforto nel gioco degli scacchi. Piano piano la situazione cambia radicalmente. Vai all'articolo »

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