Anno | 2019 |
Genere | Western, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Rosario Neri, Vito Colomba |
Attori | Vito Colomba, Maurizio Bologna, Francesco Russo, Roberta Tranchina, Gioacchino Poma Alessandro Spada, Francesco Capizzi, Diego Gueci, Francesco Russo (III). |
Uscita | giovedì 5 dicembre 2019 |
Distribuzione | Ahora! Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 novembre 2019
Parker e Nelson, dopo 20 anni dalla morte dei loro padri, si trovano a dover fronteggiare una nuova minaccia: tre banditi mascherati che saccheggiano e assaltano sfortunati cittadini di Custon City. In Italia al Box Office Colomba Legend ha incassato 138 .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel 1989 Vito Colomba realizza in totale indipendenza produttiva un film - Quattro Carogne a Malopasso - che rimarrà della memoria di chi lo ha visto e di chi ne ebbe notizia grazie alla Gialappa's che lo portò alla notorietà grazie a 'lezioni' di cinema tenute dal suo regista in "Mai dire TV". A 30 anni di distanza Colomba, insieme a Rosario Neri riprende la vicenda affidando l'azione ai figli dei protagonisti Parker e Nelson. Cresciuti dai frati i figli di Parker sembrano essere i soli colpevoli di nuovi delitti. Sembrano...
Se nel 1989 Colomba poteva permettersi un film che sarebbe stato stroncato dalla critica finendo con l'entrare a pieno titolo nella classifica degli scult movie tre decenni dopo le cose sono talmente cambiate, anche sul piano produttivo, che dare un sequel a quell'impresa poteva avere un senso solo sotto l'insegna dell'autoironia e di un'acquisizione di professionalità che non intaccasse però lo spirito originario.
È esattamente ciò che accade in questo film. Sin dall'inizio Colomba ci manifesta il suo desiderio di divertirsi confrontandosi con quell'ossessione che si chiama cinema che ormai non lo abbandona più. Se poi c'è qualcuno che lo sollecita a tornare dietro la macchina da presa la cosa è fatta.
L'ironia è garantita dai due chitarristi con poncho che commentano le situazioni in modo scanzonato e irriverente mentre sullo schermo si sviluppa una vicenda che rimanda al passato soprattutto per alcune situazioni che sfiorano il surreale (una su tutte: la signora a cui portano via il porcospino e le tartarughe). Si tratta di una rivisitazione (con tanto di omaggio al primo film) in cui si cerca di conservare lo spirito originario ma al contempo non si vuole fare a meno di un tocco in più di professionalità.
In questo la presenza di Rosario Neri risulta determinante, in particolare nell'uso della luce all'interno del Santuario di Maria Santissima di Custonaci. Perché in fondo, al di là del piacere che Colomba è riuscito a tornare a provare nel dirigere e nel recitare, è l'utilizzo dello spazio, la messa in rilievo di locations siciliane che ricevono una valorizzazione, che diventa il punto di forza di un film che sin dall'inizio strizza l'occhio allo spettatore non pretendendo (a differenza di altri prodotti del cinema nostrano) di essere di più di ciò che è. In questa consapevolezza sta il suo merito.
Qualcuno, magari, ricorderà l'insolito western Quattro carogne a Malopasso, girato, nel 1989, da Vito Colomba. Che, ora, ripropone una sorta di sequel, ambientato a vent'anni dalle vicende del precedente capitolo, in una Custon City dislocata tra Custonaci e San Vito Lo Capo. I protagonisti, dal forte accento siciliano, sono gli eredi di Parker e Nelson, personaggi del precedente film.
La maledizione secondo cui tutto oggi ha diritto a un remake o a un sequel, incluse le storie che nessuno ricorda o racconta più, ha colpito anche Vito Colomba. Che i più conosceranno grazie alle "lezioni di regia" della Gialappa's Band, tormentone di Mai dire tv che rese tardivamente popolare Quattro carogne a Malopasso, esempio pressoché unico di "fichidindia western" girato in sei anni a zero budget [...] Vai alla recensione »