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Rassegna stampa di Kore'eda Hirokazu

Kore'eda Hirokazu (Kore-eda Hirokazu) è un attore giapponese, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, montatore, è nato il 6 giugno 1962 a Tokyo (Giappone). Oggi al cinema con il film L'Innocenza distribuito in 46 sale cinematografiche. Kore'eda Hirokazu ha oggi 62 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

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Al centro del cinema di Koreeda c'è la natura, intesa come scenario grandioso nel quale si conclama e si dispiega la debolezza degli uomini. Questo aspetto si manifesta subito nel suo film di debutto Maboroshi dove la perdita degli affetti della protagonista è scandita attraverso il respiro della natura (pioggia, ombra, luce, ecc.). In questo poetica vi si riconoscono molti tributi significativi da Hous Hsiao-hen ad Anghelopoulos fino a Ozu Yashuijro. Il film ha ottenuto riconoscimenti importanti a livello internazionale come il premio Osella d'Oro a Venezia. La notorietà internazionale per Koreeda arriverà con il successivo film Wonderful Life (distribuito con il titolo di After Life, favola metafisica sospesa tra cielo e terra sul passaggio dalla vita alla morte durante il quale i protagonisti sono invitati a portare solo un ricordo, lasciando tutti gli altri. Nel seguente Distance il maestro giapponese prende un argomento di bruciante attualità: descrive il dolore e la vergogna di una famiglia di un bioterrorista morto in un'azione suicida. Un tema doloroso e stringente come quello del successivo di Nobody Knows, tratto da una storia vera e drammatica (quella di quattro fratellini abbandonati dalla madre) che sconvolse il Giappone negli anni 80. Nella produzione successiva Koreeda si distacca da questo umanesimo della sua produziona autoriale per avvicinarsi a una produzione più commerciale che caratterizza i suoi ultimi due film Hana e Air Doll un racconto bizzarro tratto dalla tradizione dei manga.

DENNIS LIM
The New York Times

DEATH looms large in the films of the Japanese director Hirokazu Kore-eda. The young heroine of his feature debut, “Maborosi” (1995), is haunted by the inexplicable suicide of her seemingly happy husband. In the metaphysical fable “After Life” (1998), the newly dead are asked to pick a single earthly recollection to keep for eternity, displacing all other memories. “Distance” (2001) observes the grief and shame of the relatives of cult members who killed themselves after carrying out a bio-terrorist attack.
With good reason Mr. Kore-eda, 47, has a reputation as a poet of bereavement. But as he pointed out in a interview, his movies are less about death and dying than about life lived in the shadow of death — an important distinction for this most meticulous of filmmakers. “I’m less interested in death itself than in people whose lives are touched by it,” he said, speaking through a translator while in New York for the Tribeca Film Festival in April.
Mr. Kore-eda’s sixth feature, “Still Walking,” set to open Aug. 28, is another fine-tuned elegy as well as his most personal work to date: a direct response to the death of his mother, whom he nursed in the last two years of her life. Precisely for that reason, despite having confronted the abyss of mortality in film after film, he could not bring himself to get too close this time.
“I didn’t want it to come too much from the mourning and sadness in my own life,” he said. “I didn’t want to make a movie where I had to portray a death.”

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