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La maschera di cera, il primo film in 3D con audio stereofonico

André de Toth realizzò grazie al 3D un pedinamento destinato a rimanere negli annali della storia del cinema.
di Giancarlo Zappoli

In foto una scena del film La maschera di cera di André De Toth.
domenica 2 ottobre 2016 - Televisione

Questo film del 1953 vanta una serie di primati. Due sono di carattere tecnologico perché siamo di fronte al primo film in 3D con audio stereofonico che è anche il primo lungometraggio stereoscopico prodotto da una grande casa cinematografica, la Warner Bros. Ma c'è anche un altro elemento che lo rende eccezionale: il regista André De Toth aveva un occhio solo (l'altro lo copriva con una benda alla John Ford) e quindi non gli era possibile apprezzare l'effetto tridimensionale. Nonostante questo riuscì a realizzare un film destinato a diventare un cult.

Sono oltre 20 i film scelti da SKY per raccontare dall'8 al 16 ottobre - attraverso uno speciale canale tematico - la storia del cinema in 3D dei visionari e sperimentatori che in oltre 100 anni di storia hanno utilizzato il linguaggio narrativo e la tecnologia 3D per finalità cinematografiche differenti. Tra questi: Viaggio nel cinema in 3D (presentato alla 73. Mostra di Venezia), Il delitto perfetto, La piccola bottega degli orrori, Baciami Kate!, La maschera di cera, Amytiville, Il mostro della laguna nera, Terrore alla tredicesima ora e Top Gun.
Giancarlo Zappoli

Fin dall'inizio, grazie al 3D e al movimento di macchina, siamo condotti a visitare il museo in cui si trovano le statue di cera, assolutamente simili agli esseri umani che intendono rappresentare, per poi andare a chiudere sullo scultore, Henry Jarrod, che prova una passione smisurata per le sue opere ma deve combattere con il finanziatore del museo che decide di appiccare un incendio per incassare il premio dell'assicurazione. Nel rogo anche Jarrod rimane coinvolto e viene dato per morto. Di lì a qualche tempo però una persona dal volto sfigurato inizia ad uccidere.


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In foto una scena del film La maschera di cera.
In foto una scena del film La maschera di cera.
In foto una scena del film La maschera di cera.

Grazie al 3D possiamo assistere ad un pedinamento destinato a rimanere negli annali della storia del cinema perché veniamo letteralmente accompagnati in un dedalo di vie notturne seguendo sia l'omicida che la vittima designata. De Toth inserisce alcune annotazioni ironiche nel clima di tensione e non rinuncia a una scena ad effetto con un imbonitore che invita i passanti a visitare il rinnovato museo (le cui statue, come si scoprirà in seguito, hanno una genesi molto particolare) utilizzando due palline da ping pong legate con elastici che lancia avanti e indietro verso gli spettatori che stanno guardando il film. Anche la sequenza finale (di cui non va anticipato il contenuto per coloro che vedessero il film per la prima volta) è di sicuro effetto. Tanto che La maschera di cera nel 1953 fu campione di incassi.

Vincent Price nel ruolo del misterioso e complesso professor Jarrods ottenne uno straordinario successo tanto che l'attore, inizialmente incerto sull'accettazione del ruolo, ebbe poi a riconoscere che questo film gli cambiò letteralmente la carriera inserendolo nell' horror che gli offrì grande riconoscibilità trasformandolo in un'icona del genere.
Giancarlo Zappoli

Nel cast troviamo poi anche un poco più che trentenne Charles Bronson (all'epoca ancora con il suo vero cognome: Buchinsky) che interpreta il servo muto di Jarrods che ha un nome evocativo di contesti altrettanto carichi di tensione: Igor. È interessante poi sapere che siamo di fronte a un remake del film omonimo del 1933 che era sfuggito al codice Hays, entrato in vigore l'anno successivo, il quale imponeva rigide misure di censura. Un esempio per tutti: il personaggio di un artista spesso ubriaco, interpretato da Nedrick Young, nell'originale si drogava. Per aggiungere problema a problema lo stesso Young non risulta nei credits perché all'epoca si trovava sulla lista nera voluta dal senatore McCarthy. Si dice poi (e le immagini sembrano confermarlo) che Vincent Price sia sfuggito per miracolo al crollo di un elemento scenografico nel corso della scena dell'incendio del museo.


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