Sergio Castellitto e Paolo Genovese sono i protagonisti della seconda puntata dello show, dove il filo conduttore è la Verità.
di Mario Sesti
Sergio Castellitto e Beatrice Dondi (dell'Espresso) aprono questa punta di Splendor il cui filo conduttore è (addirittura) la Verità (ma forse Hitchcock avrebbe parlato di Mac Guffin: il pretesto immaginario che trascina in avanti una sceneggiatura).
In effetti il film che segnaliamo ha proprio questo titolo (Truth, con Robert Redford e Cate Blanchett) e racconta proprio di quanto sia difficile scoprire la verità anche per i grandi giornalisti. E per gli attori/terapeuti come il Castellitto di In treatment?
La verità è anche ciò che ha scoperto, e ucciso, il protagonista del libro del giornalista e regista Luca Ferrari ("Io morto per dovere"): Roberto Mancini, il poliziotto che per primo ha indagato sulla Terra dei Fuochi e i rifiuti tossici, e la verità, altrettanto tossica, è quella che mostrano i cellulari nel film rivelazione dell'anno, Perfetti sconosciuti. In studio il regista, Paolo Genovese, e la più giovane delle interpreti, Benedetta Porcaroli, raccontano.
Le sorprendenti foto di una bella mostra di Torino ("Sulla scena del crimine"), l'incredibile casa di Dario Del Bufalo (un castello antiquario fuori roma, per la rubrica "La cultura degli altri"), la musica degli Splendors e di The giornalisti (quale altra band più azzeccata per questa puntata?), fluttuano e scintillano nel live-cinema del Teatro Centrale di Roma (dove lo stesso Castellitto ha debuttato da giovane!) condotto da Mario Sesti della Festa del Cinema.