Advertisement
ONDA&FUORIONDA

Roosevelt: vizi privati di un grande uomo.
di Pino Farinotti

In foto Bill Murray nei panni di Roosevelt nel film di Roger Michell A Royal Weekend.
Bill Murray (William James Murray) (73 anni) 21 settembre 1950, Wilmette (Illinois - USA) - Vergine. Interpreta Franklin D. Roosevelt nel film di Roger Michell A Royal Weekend.

domenica 20 gennaio 2013 - Focus

I presidenti degli Stati Uniti vanno di moda. In attesa del Lincoln di Spielberg ecco che da A Royal Weekend, il film su Franklin Delano Roosevelt, arrivano molti riferimenti col nostro tempo. Si racconta della visita di Giorgio VI re d'Inghilterra e di sua moglie Elizabeth Bowes-Lyon, nella magione privata del presidente americano: un weekend faticoso. Ma soprattutto si svela la relazione che Franklin tenne con la cugina Margaret Suckley, una apparente acqua cheta che sapeva comunque rendersi preziosa nei momenti di disimpegno del grande uomo. Il regista Roger Michell focalizza il privato con stile e umorismo, non gli interessa l'azione politica, anche se non può fare a meno di contestualizzarla, in certi inevitabili momenti, decisivi per la storia d'America e del mondo.
Una prima menzione per Bill Murray nella parte del presidente. È davvero al meglio, con quella sua faccia che sembra la geografia e la storia dell'America. Se lo scultore Butzon Gorglum, quello del Monte Rushmore, avesse vissuto qualche anno in più, l'avrebbe certo posta fra le immani effigi di Washington, Jefferson, Theodore Roosevelt e Lincoln. Dando a Cary Grant e a Eva Marie Saint un appiglio in più per sfuggire ai loro inseguitori in Intrigo Internazionale. Un'altra dovuta menzione anche per Samuel West, che fa Giorgio VI, il re balbuziente, che non ha niente da invidiare a Colin Firth, celebratissimo ne Il discorso del re.

Promemoria
Un promemoria rooseveltiano: fu uno dei più grandi presidenti americani. Al di là dei suoi atti c'è un dato esclusivo, tanto straordinario da rappresentare quasi un assurdo civile e storico: Roosevelt era in realtà re degli Stati Uniti, è un paradosso che si legittima con le sue quattro amministrazioni consecutive (1932, '36, '40, '44) e non c'è dubbio che avrebbe continuato a vincere se non fosse morto (aprile '45, proprio alla vigilia della resa della Germania e del Giappone). Un re di fatto, appunto. Fu da allora che il Congresso impose l'emendamento costituzionale delle due amministrazioni. Quando morì avvenne quel sortilegio, quel (quasi) unicum che accomuna memoria privata e collettiva: tutti ricordavano il momento e il luogo dov'erano, ascoltando l'annuncio della sua morte. Accadde, in America solo due altre volte, il 22 novembre 1963: Kennedy assassinato a Dallas, e il 21 luglio 1969: Armstrong che metteva piede sulla luna.
Il film vive in pieno New Deal, l'azione immane, strepitosa di Roosevelt per portare l'America fuori dalla devastante crisi del '29. Prima del contesto privato, all'inizio emerge qualcosa di politico. Il presidente annuncia all'America la sua intenzione di impegnare le risorse pubbliche a compensare quelle private devastate dalla crisi: un segmento di New Deal appunto.
Poi firma controvoglia un accordo e dice, a un collaboratore, "un politico non può essere onesto". Lo sanno tutti, lo sappiamo soprattutto noi, e come. Il racconto presenta una svolta interessante e inaspettata. Roosevelt guida una macchina senza pedali -ha le gambe paralizzate- al suo fianco c'è Margaret. Il presidente ferma la macchina in una stradina fra i campi. Con cautela prende la mano della cugina, se la porta sul ginocchio, poi su un punto più sensibile. L'inquadratura si allarga e si allontana, e il regista lascia che sia la fantasia dello spettatore a configurare l'intimità dei passeggeri. Margaret, certo orgogliosa nel nuovo status scoprirà che praticamente tutte le collaboratrici di Franklin sono state, o sono, sue amanti. Insieme a molte altre. Certo il Presidente non era disturbato dalla propaganda, dai media. E va detto che quei tempi erano diversi dai nostri. Ma è legittimo dire che quella franchigia se l'era guadagnata, era un particolare risibile per un uomo che aveva salvato il mondo. Appunto.

Faticoso
Sopra ho scritto "faticoso". Perché il povero presidente in sedia a rotelle -si sa, fu attaccato giovane dalla poliomielite- in casa deve vedersela con tutte quelle assistenti-amanti, con la madre invasiva e sempre urlante, e con Eleanor, la moglie che sa tutto dell' irrequietezza del marito e che, per reazione e magari attitudine, coltiva amicizie... femminili. In quel contesto arrivano i reali inglesi. Assolutamente "inglesi", perplessi dal dover disporre di un solo bagno.
Il re è in America per una missione non semplice. Sa che fra poco Hitler attaccherà l'Europa, Inghilterra compresa, e che la occuperà se l'America se ne starà inerte nel suo isolamento. Roosevelt promette che farà di tutto per non lasciar solo il vecchio continente. Il momento dell'accordo e dell'amicizia è rappresentato dagli... hot dog, il panino americano poco regale. Balbettando il re dice alla regina "non mangerò mai quella roba". Ma poi durante la festa con tanto di fastidiosissimo canto indiano, sotto lo sguardo attento e sospeso di tutti, ne assaggia uno. Poi lo finisce compiaciuto. Poi ne mangia un altro, e un altro. Il simbolo è stato onorato. Per la felicità e l'entusiasmo degli americani - presidente compreso naturalmente- al picnic. L'Inghilterra sarà salvata.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati