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Martyrs, un film che divide

Un film da zero a cinque stelle.
di Chiara Renda

I contrastanti giudizi della critica

lunedì 25 maggio 2009 - Approfondimenti

I contrastanti giudizi della critica
Disturbante ed estremo: così viene definito il film Martyrs di Pascal Laugier, in uscita nelle sale italiane il 12 giugno ma già al centro di attenzioni e polemiche da parte di critica e pubblico. La trama racconta di una ragazza - scomparsa per 15 anni - che viene ritrovata lungo una strada, in stato catatonico, confusa e priva di memoria. La polizia scoprirà che è stata a lungo rinchiusa in un mattatoio.
L'horror francese vietato ai minori in patria è stato accolto dalla critica internazionale in maniera contrastante. Per la violenza e la brutalità del soggetto, è un film ai limiti della sopportabilità che non può che creare scandalo. Proprio per questo stesso motivo viene esaltato come "esperienza emozionale, sensoriale e spirituale intensa" da parte del critico de L'Ecran Fantastique (Robin Gatto), che attribuisce una valutazione di quattro stelle (su quattro) al film, come pure Liberation (il critico Bruno Icher) che parla di "intensità barocca, crepuscolare ed esplosiva". Positif chiama in causa addirittura modelli come Dario Argento (a cui il regista ha dedicato il film) e Roman Polanski, maestri dell'angoscia sul grande schermo.
Se è vero dunque che Martyrs - come molti, tra cui Diego Scerrati (Rivistaonline.com), sostengono – è un "horror atipico, un concentrato di tensione che non concede mai allo spettatore un punto di riferimento, spaesandolo attraverso il continuo cambio delle carte in tavola", è naturale che lo spettatore più analitico e razionale si trovi spiazzato e infastidito, restio a immergersi dentro questa particolare esperienza cinematografica.
Ecco allora che critici come Jean-François Ranger di Le Monde sottolineano la fragile e pretestuosa struttura concettuale del film e Jérôme Vermelin di Metro arriva in maniera provocatoria a interrogarsi sullo scopo della tortura inflitta dal regista non solo ai suoi personaggi ma anche agli spettatori per testare la loro capacità di resistenza. Arrivando alla recensione di Matteo Treleani su MYmovies si riscontra in particolare la provocazione gratuita e fine a se stessa di cui il film è intriso, inquadrando l'opera all'interno dell'attuale tendenza del filone thriller e horror (vedi Saw e seguiti). "Uno scandalo ben progettato", "una carneficina, compiaciuta della propria perversione in un ormai patologico eccesso del mostrare": ostentazione della violenza e provocazione sono dunque secondo il critico di MYmovies i principali indiziati della pessima riuscita di Martyrs. Ma dopo aver passato in rassegna gli sfaccettati e contrastanti giudizi della critica non resta che un giudizio, quello più importante: quello del pubblico. Un pubblico che nel caso del genere horror, difficilmente si lascia influenzare dal parere della critica, irrazionalmente attratto dalla paura e dallo scandalo. Tutto questo parlare di Martyrs e analizzarne i giudizi non potrà dunque che accrescere la curiosità verso la controversa pellicola. Perché in fondo come diceva Oscar Wilde "non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli".

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