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Principessa: la favola di Matilda

L'opera prima di Giorgio Arcelli è una favola moderna su una ragazza sospesa tra l'età della spensieratezza e la maturità.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Principessa part time
Morena Salvino - Vergine. Nel film di Giorgio Arcelli Principessa.

mercoledì 6 maggio 2009 - Incontri

Principessa part time
Il debutto in lungo di Giorgio Arcelli, classe 1981, è una favola moderna in cui si racconta di una ragazza sospesa tra l'età della spensieratezza e la maturità. Attraverso lo sguardo ingenuo e spaesato della principessa del titolo, il giovane regista fotografa con grazia i luoghi che lo hanno visto nascere restituendo a Piacenza le sue valli e i suoi castelli in un film che utilizza l'impianto favolistico per far luce (anche) sulla precaria condizione esistenziale dei giovani d'oggi. "La vita di Matilda è nel segno del precariato, professionale e sentimentale" ha spiegato Arcelli nell'incontro che si è tenuto ieri mattina a Roma. "Per questo uno dei titoli che avevamo preso in considerazione era Principessa part time. Il suo obiettivo è di trovare non dico una condizione di stabilità, ma un'idea da rincorrere; deve prendere una decisione ed essere sicura dei propri sentimenti, della propria identità".

Una fiaba moderna
Giorgio Arcelli: Principessa è un film indipendente di genere. Abbiamo cercato di raccontare il percorso di Matilda - che all'inizio appare come spaesata, non sa bene cosa vuole dalla vita e dall'amore - come se fosse una favola, un po' come i film della Disney. Per questo abbiamo dovuto fare anche un lavoro di taglio in fase di montaggio. C'erano diverse scene di sesso che abbiamo deciso di togliere anche se il sesso serviva a inquadrare meglio la figura di Matilda e la sua ribellione. Tanto più che la decisione che prende nel finale va contro le persone che vorrebbero imporle delle idee. La sua ribellione sta anche in questo, perché ognuno ha diritto di scegliere per sé, e la sua scelta è decisamente controtendenza.

Morena Salvino: Per quanto la mia Matilda all'inizio faccia sesso per avere potere sugli uomini, come se fosse un gioco, le due scene di sesso che sono rimaste sono comunque significative. Quello con Pietro è un amplesso di sfogo, una sorta di addio a un amore che è finito. Mentre con Andrea si tratta di sesso razionale, che la conduce verso l'amore, verso un legame vero con qualcuno.

Un regista convincente
Piera Degli Esposti: Sono rimasta molto colpita da questo giovane regista, non tanto per la sua età, perché non sono una "giovanologa", quanto per la sua fantasia, perché anch'io come lui corro dietro alla fantasia. Mi aveva colpito che fosse così legato alla sua terra, ai paesaggi, alle strutture, alle case, agli interni e agli esterni e già dicendomi come voleva vedere la natura, la sua Piacenza e dintorni, mi aveva convinto a prendere parte a questo film. Il personaggio della Marchesa è una donna che vorrebbe che le cose non cambiassero e spera che suo figlio in qualche modo porti avanti una specie di dinastia. Vuole rimanere legata alle tradizioni perché sa che il tempo che si è lasciata alle spalle ha avuto tanti valori.

Vanessa Gravina: Ho partecipato a questo film, che reputo un'operazione coraggiosa, con grande affetto e amicizia. Giorgio si è presentato sotto casa mia con il copione sotto al braccio. Era bello, simpatico, aristocratico, e in più aveva il castello a Piacenza... come fai a dire di no?

La musica (nel cuore)
Giorgio Arcelli: Essendo questa la mia opera prima non sapevo come funzionassero altri aspetti di un film, come la musica ad esempio. Louis Siciliano è un compositore molto sensibile. È venuto a trovarci sul set e se ne andava in giro per le location canticchiando un motivetto che poi è diventato il tema principale di Principessa. Non so se funzioni così con tutti i film, ma credo che lui si sia lasciato influenzare dall'atmosfera medievale dei luoghi in cui giravamo.

Luciano De Luca: Ricordo che io e Louis eravamo al festival di Venezia quando ha iniziato a fischiettare un motivo e improvvisamente mi ha detto "sì, sì, è questa, ce l'ho!" e se n'è andato lasciandomi là seduto da solo.

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