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Venezia e gli italiani: zero tituli, come si era detto

Il concorso ha premiato un cinema fatto di metafore.
di Pino Farinotti

Indicazioni per il mondo

lunedì 14 settembre 2009 - Focus

Indicazioni per il mondo
I due Leoni, oro e argento, non hanno premiato il cinema italiano. Ne eravamo stati profeti, facili a dire il vero. I riconoscimenti maggiori sono andati a Lebanon dell'israeliano Samuel Maoz e alla regista iraniana Shirin Neshat per Women without men.
Il primo racconta la vicenda dell'equipaggio di un carro armato israeliano durante la guerra col Libano nel 1982. I componenti sono il comandante, l'artigliere, il servente e il pilota. Non hanno la minima esperienza di guerra, ne hanno paura e non la capiscono, e non vogliono combattere un nemico che non conoscono. Pur essendo tutto quanto compresso in due metri cubi di spazio, dunque tutto di parole, il film adempie al suo compito di dare un'indicazione pacifista forte e commovente. È un'istantanea, una vicenda umana e universale, vale dovunque. Nell'opera della Neshat quattro donne iraniane, diverse e vitali, sono condannate all'infelicità o peggio dall'avvento della dittatura dello Scià nel 1953. Per non rischiare la prigione "o peggio", la regista ha usato quella metafora contraria. Omologando due dittature opposte e nemiche, quella di allora e quella di adesso, che comunque hanno in comune la condizione disperata delle donne. Anche questa è un'indicazione per il mondo.

Enfasi
Tornatore, il presunto favorito battuto, paga la propria enfasi genetica e anche quella di Morricone, e paga l'eccesso di propaganda fin dall'apertura: la giuria ha (anche) pensato: venderà tanti biglietti, ha già avuto molto, ha avuto abbastanza. Il '68 di Placido aveva davvero poco appeal per il mondo. La giuria internazionale non è impressionata da vecchie coccarde srotolate con falci e martelli, da pugni alzati e da lingue morte. Cito anche il fratello maggiore (di Placido) Maselli, che non ha affrontato la giuria, ma... non avrebbe vinto lo stesso il Leone. Le coccarde e il pugno alzato non raccontano, sono solo il segnale di un piccolo spazio autoctono che ha scarso interesse per il mondo e per le giurie.

Sociale
I due Leoni sono cinema di metafore, ma esiste un cinema di azioni, che racconta vicende esplicite, un grande cinema sociale, di sinistra nobile. E la didascalia è molto semplice, è generale e onnicomprensiva: i forti contro i deboli. Estraggo di getto The Constant Gardener, dove i disperati sono cavie delle multinazionali farmaceutiche; Blood diamonds dove i locali africani sono vittime dei grandi cartelli europei dei diamanti; Grazie, signora Thatcher, dove minatori licenziati si ingegnano per far sopravvivere la miniera, senza riuscirci. Venezia è ormai più una casa della politica che del cinema. L'altra faccia della manifestazione, il contrappasso -perché un contrappasso fra élite e normale utenza ci vuole- è rappresentato da "attori" come Daddario, Noemi, Canalis. E il cinema per il cinema, che viva di suo: dobbiamo proprio dimenticarcelo?

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