Titolo originale | Zanan-e Bedun-e Mardan |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Austria, Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Shirin Neshat, Shoja Azari |
Attori | Pegah Ferydoni, Arita Shahrzad, Shabnam Toloui, Orsolya Tóth, Navid Navid Mina Azarian, Bijan Daneshmand, Rahi Daneshmand, Salma Daneshmand, Tahmoures Tehrani, Essa Zahir. |
Uscita | venerdì 12 marzo 2010 |
Tag | Da vedere 2009 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,89 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 26 maggio 2015
Trasposizione (sur)realista e magica del romanzo omonimo di Shahrnush Parsipur, il fillm segna il debutto alla regia di Shirin Neshat, intensa e sensibile artista iraniana. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Donne senza uomini ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 307 mila euro e 109 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Tehran, 1953. Durante il conflitto per emancipare la Persia dalle potenze europee e ottenere la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company, quattro donne di diversa estrazione sociale cercano di sopravvivere ai loro destini tragici e determinati (da padri e fratelli). Munis è una giovane donna con un'appassionata coscienza politica che resiste all'isolamento impostole dal fratello, Faezeh sogna di sposare l'uomo che ama, Fakhiri, sposata senza amore, lascia il marito e riaccende la fiamma di un sentimento trascorso, Zarin è una prostituta abusata dagli uomini di cui non distingue più i volti. A un passo dalla democrazia, sfumata con un golpe militare organizzato dalla CIA, Munis, Faezeh, Fakhiri e Zarin lasceranno la città per la terra, uno spazio prodigioso e bucolico dove dimenticare i soprusi, la sopraffazione, la violenza, il suicidio, lo stupro. Ma fuori dalle mura la Storia avanza, assediandone le vite e le speranze.
Trasposizione (sur)realista e magica del romanzo omonimo di Shahrnush Parsipur, Donne senza uomini segna il debutto alla regia di Shirin Neshat, intensa e sensibile artista iraniana che ha scelto di vivere e lavorare in America. Il film presenta una costruzione circolare per cui tutto torna inevitabilmente allo stesso punto e nulla si modifica davvero. Il cerchio è creato dai vari segmenti narrativi: quattro donne, quattro storie di isolamento e di esclusione che si intrecciano attraverso gli spostamenti delle protagoniste, agitate tanto e inutilmente per ritornare nel buio da dove venivano. Munis, Faezeh, Fakhiri e Zarin si muovono in un cerchio limitato dagli uomini e la lunghezza del loro raggio d'azione è determinata dalla cultura iraniana.
Soffocate in una struttura chiusa, perfetta e senza vita dalla crudeltà dello sguardo maschile, le donne senza uomini di Shirin Neshat sono private di ogni diritto e non hanno diritto alla felicità. Niente speranza e niente abbandono, è impossibile lasciarsi andare per chi è costretto a essere sempre vigile, prudente e misurato. Donne senza uomini è spasmodico nella ricerca formale che vorrebbe illustrare l'oppressione, renderla intollerabile, rimbalzarci contro e rialzarsi. Perdonati e perdonabili alcuni momenti di autocompiacimento, l'opera prima della Neshat apre e chiude lo sguardo su un mondo cristallizzato dove l'uomo occupa fisicamente e politicamente ogni spazio e dove le donne hanno solo gli sguardi per narrare le loro (non) vite.
DONNE SENZA UOMINI disponibile in DVD o BluRay |
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Ciò che spinge queste donne lontano dalla loro città, che è Teheran nel 1953, cioé alla vigilia della caduta di Mossadeq, è il peso di un maschilismo ottuso e violento, che ciascuna di loro non é più disposta a sopportare. Un fratello odioso e prepotente vorrebbe impedire a Munis di partecipare alla lotta per la libertà del suo paese; un [...] Vai alla recensione »
Una vera sorpresa, un bellissimo film che ricorda i tempi andati; rimandi a immagini alla Pasolini di Uccellacci e Uccellini, debiti formali e narrativi con Bergman, qualcosa che ci ricorda Adua e le compagne di Pietrangeli; una commistione perfetta, un amalgama ben riuscita che a parole non può essere data. Un film che ha una particolare e splendida fotografia di Martin Gschlacht, una colonna sonora [...] Vai alla recensione »
Shirin Neshat e Shoja Azari sono due affascinati signore iraniane che ci hanno regalato nonostante alcune forzature e delle piccole imprecisioni tecniche e eccessivi tetaralismi un'opera molto bella, un film in costume simile a quei lavoro di visconti primo tra tutti Senso (1957) dove la parola melodramma significa la fusione di tutte le arti ivi comprese quella filmica.
Teheran, anni 50. Il paese è spaccato da diverse correnti di pensiero e politiche. Ci sono i filo monarchici legati allo scia, i rivoluzionari di sinistra che spingono per un paese libero dal colonialismo occidentale e gli uomini legati alla religione. Tre pianeti molto distanti tra loro che ben rappresentano il travaglio storico di questo paese.
E' molto forte l'impressione che mi ha fatto questo film che affronta varie tematiche non solo legate alla situazione storica e a un Paese, l'Iran, in cui il fanatismo religioso ha avuto la meglio sulla razionalità. Le vicende di queste donne sono terribili ma la prostituta che si lascia andare, chiaramente anoressica, non è un personaggio solo iraniano; ma la donna di mezza [...] Vai alla recensione »
Quando dieci anni fa "Il cerchio"vinse a Venezia, già allora si parlò di premio all'ennesimo film iraniano sulla condizione femminile.Ovviamente, queste parole furono dette prima dell'11 Settembre e delle polemiche sull'Islam che ne seguirono.Questo era uno dei motivi per avvicinarsi a questo lavoro di un'artista iraniana "sperimentata" , che però per la prima volta si cimenta con la regia, con un [...] Vai alla recensione »
Shirin Neshat,regista iraniana,usa sapientemente e con maestria la luce e la fotografia per narrare la storia di quattro donne le cui vite si mescolano agli avvenimenti storici iraniani del 1953. Donne avvolte dalla oppressione che si muovono come creature perdute per sempre.
Da un film che si porta a casa il leone d'argento per la miglior regia sarebbe lecito aspettarsi qualche cosa in più. Il film della Neshat rivela invece tutte i limiti cinematografici di una artista che viene dalla videoarte: troppo estetizzante (fotografia bellissima, ma senza che ciò abbia una giustificazione narrativa), poca cura dei personaggi (che sono appena abbozzati), eccesso [...] Vai alla recensione »
è un lavoro interessante sul piano storico e didascalico ma onestamente si rivela un po' noioso ben diverso da quello girato a Kandakar in Afghanistan di cui non ricordo il titolo ma più avvincente.splendida è la fotografia, comunque e intensi gli sguardi delle donne che il film mette in luce oggi hanno ancora meno liberetà che ai tempi dello scià.
I film di Kiarostami avevano un altissimo senso della forma che scaturiva da un'apparente semplicità e immediatezza, in realtà molto raffinatissima. Qui c'è invece un'ambizione estetizzante che resta solo pretenziosa, schematica come i suoi personaggi che rappresentano tutti qualcosa: la donna colta, la ragazza preda della religione, quella che vuol fare politica ecc.
Una donna si lascia cadere nel vuoto, ed è come se non avessimo mai visto niente e nessuno cadere prima. Il corpo rigido, quasi ieratico, le braccia aperte, il viso rivolto al cielo, nel silenzio e nel tempo dilatato della caduta i suoi pensieri diventano quelli di tutte le donne dell'Iran. Non quello di oggi, però, bensì quello di mezzo secolo addietro, perché la fine della mite Munis prefigura poeticament [...] Vai alla recensione »
Shirin Neshat è una magnifica artista, conosce la potenza delle immagini, la grana di luce, spazio, orizzonte, i corpi che le abitano. La libertà femminile percorre come ispirazione l'intera sua opera di videoartista, e è centrale nel suo primo film, Donne senza uomini, basato sul romanzo di Shahmush Parsipur, scrittrice iraniana molto conosciuta nel suo paese nonostante la censura dell'opera, che [...] Vai alla recensione »
Sharin Nashat, la regista iraniana di Donne senza uomini, è una videoartista colta, elegante e forte al suo primo lungometraggio. Da trent'anni vive a New York. Le sue opere sono dedicate ai temi sociali e religiosi che formano l'identità delle donne musulmane: ha ricevuto molti premi la serie di sue fotografie «Donne di Allah», ritratti in cui i volti femminili sono occultati da fitte calligrafie. [...] Vai alla recensione »
Che cosa è cinema? Una risposta possibile è: non tutto quello che approda sul grande schermo. È questa la considerazione finale che ispira Donne senza uomini, diretto dalla fotografa e artista visuale iraniana Shirin Neshat: un lavoro senza dubbio originale e affascinante, ma non meritevole di quel Leone d'argento alla regia che probabilmente le è stato assegnato più per dare un sostegno politico e [...] Vai alla recensione »
Donne iraniane pesantemente costrette da veli neri, occhi tristi e mani che imbracciano armi moderne. Ma anche volti fieri, labbra sensuali e corpi sinuosi, che seguono le curve della scrittura persiana. Sono gli scatti della celebre fotografa e videoartista iraniana Shirin Neshat da oggi al cinema con Donne senza uomini, lungometraggio d'esordio sul colpo di stato, che segnerà la fine della repubblica [...] Vai alla recensione »
Shirin Neshat con il suo film didascalico, quasi didattico, ha vinto il Leone d'Argento all'ultimo festival di Venezia. E l'impressione, ora come allora, è che quello fosse un premio alla carriera, all'artista visiva dal talento gentile e potente. Un film è altro dai video e dalla fotografia, ha un respiro diverso, esigenze complesse. E così quegli splendidi corpi coperti da scritte persiane calligraficamen [...] Vai alla recensione »
Shirin Neshat è un'artista iraniana nota finora per delle installazioni realizzate negli Stati Uniti dopo la sua fuga dall'Iran e premiate con successo anche in Europa tanto da aver vinto nel '99 un Leone d'oro nella Sezione Arti visive della Biennale di Venezia. Adesso, rifacendosi ad alcune sue installazioni e ispirandosi per la trama a un romanzo di un'altra iraniana emigrata, Shahrnush Persipur, [...] Vai alla recensione »
Dal romanzo di Shahrnush Parsipur, Donne senza uomini è diretto da Shirin Neshat, visualartistiraniana celebre per i ritratti di donne coperte da calligrafia persiana e video quali Turbulent (Leone d'Oro Biennale Arte 1999) e Rapture. Leone d'Argento a Venezia, la sua opera prima è il secondo tempo di un adattamento già realizzato con video-installazione: sullo sfondo del colpo di Stato Cia del '53 [...] Vai alla recensione »
Quale sarà il giudizio delle autorità iraniane su Donne senza uomini di Shirin Neshat, premiato alla Mostra di Venezia con il Leone d'argento? Per fortuna i censori soffrono di forte miopia. Se così non fosse, non avremmo avuto i film della Primavera di Praga in Cecoslovacchia o quelli di Tarkovskij, Abuladze e Paradjanov in Unione sovietica. La stessa cosa potrebbe capitare nell'Iran di Ahmadinejad, [...] Vai alla recensione »
Per il suo film d'esordio, Sharin Nashat, iraniana emigrata negli Stati Uniti (Leone d'argento all'ultima Mostra di Venezia) ha scelto di portare sullo schermo il romanzo di Sharnush Parsipur, proibito in Iran. Quattro donne di diverse classi sociali fuggono dagli uomini che devastano la loro vita: Munis, reclusa da un fratello religioso che le impedisce di ascoltare gli eventi politici alla radio; [...] Vai alla recensione »
La videoartista Shirin Neshat, che è nata in Iran ma vive e lavora a New York, con questo suo debutto nel cinema si è guadagnata il Leone d'argento come miglior regista all'ultimo festival di Venezia. La pellicola rappresenta un bel salto rispetto alle installazioni con immagini in movimento per cui Neshat è conosciuta nelle gallerie d'arte. Ma chi ama le sue opere riconoscerà la sua firma nei virtuosismi [...] Vai alla recensione »
"Women Without Men," directed by Iranian-born artist Shirin Neshat (who also co-scripted with Shoja Azari, inspired by the novel by Shahrnush Parsipur), is a hypnotic look at four very different women in 1953 Iran whose lives intersect against the CIA-led, British-backed coup that restored the Shah to power. The suicide of Munis (Shabnam Tolouei), a politically aware 30-year-old desperate to escape [...] Vai alla recensione »
Come sarebbe un mondo di «donne senza uomini»? Se ci ponessimo questa domanda dal pulpito del mondo occidentale, ci immetteremmo subito in una complessa argomentazione post-femminista e separatista, seppur passatista. Ma se questa domanda, o esortazione, o sogno, o provocazione, provenisse dall'Iran di oggi? Bene, allora la questione assumerebbe ben altra connotazione.
Bisogna diffidare dei film premiati ai Festival. Come questo dramma sociale dell'esordiente iraniana Shirin Neshat, puntuale Leone d'argento all'ultima Mostra veneziana. Nella Teheran del 1953, con Reza Pahlavi che sta per rovesciare il governo Mossadeq,s'intrecciano i destini di quattro donne. La prostituta depressa Zarin; l'infelice Munis schiava del fratello; la sua timida amica Faezeh; la matura [...] Vai alla recensione »