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Chéri, il libro

L'irriverenza degli Anni Venti in un libro splendidamente portato sui grandi schermi da Stephen Frears.
di Fabio Secchi Frau

La recensione ***

lunedì 31 agosto 2009 - Libri

La recensione ***
Tutti dovremo avere un'amante come Léa nella nostra vita. Una donna dalla vita forse disordinata, ma dall'apparenza perfetta sotto ogni aspetto. Scaltra, con esperienze su tutti i fronti, ancora piacente, seducente eppure dominante, romantica eppure distaccata. Colette l'aveva capito già da tempo e, in questo romanzo, questa scrittrice francese dalla penna piena di brio (che a torto è stata etichettata come una modesta scribacchina di romanzi reputati osé) mette per iscritto questo pensiero in una storia che si snoda in tre semplici, ma splendidi capitoli, saturi dell'irriverenza e dell'enfasi degli sconvolgenti e frenetici Anni Venti, per spiegare che certi inconfessati godimenti della carne e dello spirito possono essere ancora euforici anche a mezzo secolo di vita. Ma niente paura, le menti di chi è troppo puritano dovranno placarsi, il romanzo è meno provocante e meno erotico di quello che magari il lettore può immaginare, giacché il vero scandalo è nell'argomento (oggi largamente ritenuto poco scottante) che, allora, era ancora un vero e proprio tabù: la relazione fra una donna più matura e un ragazzo giovane. Colette apre come uno scrigno il personaggio di Léa, colta nelle ultime fasi di un idillio amoroso con il suo giovane amante Chéri, esponendo la conseguente sindrome depressiva dovuta all'allontanamento forzato di colui che è stato la sua dolce metà per ben sei anni. Come hanno già scritto altre penne, Léa c'è anche quando non c'è. Ed è proprio qui che sta l'abilità di Colette che "mettendo in carta" la pesante mancanza della protagonista, che si isola dal mondo di cui fa parte rintanandosi lontano, per salvare la propria faccia dalle malelingue e dalla commiserazione altrui, parallelamente carica e rigonfia le pagine della sua invasiva presenza. È anche da sottolineare la crescita del personaggio di Chéri che perde una vita adolescenziale senza responsabilità per prendere il posto che gli si compete in quella Parigi fatta di perle ed eleganza. Rimane, fulgida, la ruvida, dolorosa, rabbiosa, struggente e disperata parte finale del romanzo, quando Léa comprende che la sua vita da quel momento in poi cambierà.

In sintesi
Léa de Lonval è un'esperta. In cosa? Nel sesso e nelle relazioni romantiche. È il suo mestiere. Perché Léa altri non è che una (ancora bellissima) cortigiana di 49 primavere, forse l'ultima intrattenitrice perfettamente incastonata nel bel mondo parigino che sta fiorendo nella leggera e lucente Art Nouveau. E lo sa bene una sua vecchia collega, Madame Charlotte Peloux, che prega l'amica affinché si occupi di "risvegliare" il suo insoddisfatto e apatico figlio venticinquenne Fred. Messo nelle sue mani, il bellissimo e viziatissimo Fred cambia e diventa per tutti semplicemente "Chéri", un caro ragazzo con il quale la matura donna intratterrà una liason dangereuse lunga ben 6 anni. Chéri e Léa condividono tutto, dal giorno alla notte. Eppure, proprio quando Léa pensa di essere la regina incontrastata del suo cuore, giocando con lui come solo un'abile stratega della seduzione sa fare, le cose cambiano grazie all'ombra di un matrimonio combinato che si stende sul giovane ragazzo. Ora che Chéri è costretto a separarsi dalla sua amante, ora che ha imparato ogni cosa da lei, ora che tornerà Fred, Léa, che dapprincipio sembrava essere distaccata dalla faccenda, si rende conto che tutto quello che ha avuto mai più l'avrà e che sarà invece di un'altra, più giovane, più bella, più facoltosa. È amore questo nuovo doloroso sentimento che si affaccia nella sua vita? E che cosa fare dunque in proposito? Rimanere a guardare silenziosa che il destino di Fred, scritto da altre mani, si compia, cercando di fare buon viso a cattivo gioco di fronte alle frecciatine del mondo cui appartiene oppure svanire completamente, lasciandosi il passato alle spalle per non dare soddisfazioni a tutti coloro che aspettano di vederla crollare?

L'autrice
Sidonie-Gabrielle Colette, conosciuta da tutti con il semplice nome di Colette, nasce a Saint-Sauveur-en-Puisaye, a Yonne, nella Bourgogne, in Francia, il 28 gennaio 1873, e muore il 3 agosto 1954 a Parigi. Scrittrice, attrice di music-hall, autrice e critico teatrale e cinematografico, estetista e commerciante di cosmetici, giornalista, caporedattrice francese, è considerata come una delle voci più importanti e riconosciute della prima metà del XX secolo. Insignita di varie onorificenze accademiche nel corso della sua vita (fra cui quella di Grand'Ufficiale della Legion d'onore), fu la prima donna nella storia della Repubblica Francese ad avere i funerali di Stato. Divenne famosa grazie a una serie di romanzi osé scritti fra il 1900 e il 1903 che vennero raccolti sotto il nome di "Claudine". Da lì in poi, fra un matrimonio e l'altro (se ne contano ben tre), relazioni mondane bisessuali e scandali vari, la sua fama accresce. Molte le pellicole e i film tv che portano sul grande schermo le sue opere: Il mio uomo sei tu (1950), Quella certa età (1954) di Claude Autant-Lara e il più famoso Gigi (1958) di Vincent Minnelli con Leslie Caron, Maurice Chevalier ed Eva Gabor, che vince l'Oscar come miglior film. Ultimo fra tutti Chéri (2009) di Stephen Frears con la sempreverde Michelle Pfeiffer nel ruolo di Léa.

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