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Dante 01: lasciate ogni speranza, voi che orbitate

A diciott'anni dal successo di Delicatessen, Marc Caro "si mette in proprio" e gira un prison-movie in orbita nell'atmosfera.
di Marzia Gandolfi

Prigionieri dello spazio

lunedì 14 luglio 2008 - Incontri

Prigionieri dello spazio
A quasi vent'anni da Delicatessen, Marc Caro "divorzia" da Jean-Pierre Jeunet e torna dietro la macchina da presa per girare un prison-movie in orbita nell'atmosfera e nelle funzionali scenografie di Bertrand Seitz. Nella prigione satellitare Dante 01 arriva un nuovo prigioniero allucinato e dissociato che porterà scompiglio e redenzione ai suoi compagni di cella, pericolosi criminali su cui psicobiologi comportamentali stanno conducendo sadici esperimenti. Da sempre cultore dello straordinario, anche questa volta Caro disgrega l'ordine e turba il pensiero logico scientifico per generare mostri come già aveva fatto in passato con Krank, lo scienziato senza sogni della Città perduta, e con i condomini cannibali di Delicatessen. Contro teorie positiviste e pseudoscientifiche, il regista francese contrappone il salvifico Lambert Wilson, tenuto prigioniero in un carcere di massima sicurezza a forma di croce. Sospeso tra la simbologia religiosa e il cinema virile carcerario, Dante 01 denuncia le modalità di repressione della criminalità, abbandonata al suo destino di miseria. Piaccia o no, il genere fantascientifico e la poetica di Caro sono indubbiamente proposte di nuove vie percettive, l'apertura verso forme investigative non logorate dal senso comune. Nonostante Dante 01 sia deficitario rispetto alle sue intenzioni e alle sue messianiche ambizioni, nonostante la cura precisa dei dettagli ambisca (senza riuscirci) a diventare un trattato di architettura e visibilità, il film fantascientifico di Caro potrà contare sull'entusiasmo di sempre giovani cultori del genere. A Roma per promuovere il suo film, ci racconta la vitalità della fantascienza cinematografica, dei suoi coni d'ombra e della sua aderenza agli incubi di un'epoca.

Le voyage dans la Lune
Da quando faccio cinema ho la sensazione di girare sempre film di fantascienza, probabilmente perchè ho iniziato la mia carriera come disegnatore su Frigidaire, una rivista culturale italiana di fumetti, musica e molto altro ancora. Questa "traccia" perciò definisce Dante 01, come i miei film precedenti. Ho intenzione anche in futuro di continuare ad esplorare il genere fantascientifico, che a mio parere permette di esplorare aspetti metafisici. La fantascienza è la letteratura "del cosa accadrebbe se...". Confesso che se fossi costretto a scegliere tra Méliès e i fratelli Lumière, opterei sempre e comunque per la poetica magica di Georges Méliès. Lo spettatore francese invece ha problemi a confrontarsi con l'irrazionalità tipica del genere, probabilmente perchè la nostra cultura ha come punto di riferimento il razionalismo di Descartes. La "rappresentazione razionalista" mi interessa poco, è anche per questo che io e Jeunet ci siamo separati, avevo voglia di esplorare e di girare film astratti e simbolici. Era stufo di mettere da parte i progetti che amavo, ognuno di noi potrà adesso realizzare pienamente il proprio cinema.

Inferno e Odissea
Il mio progetto originale era decisamente più ambizioso ma poi non sono riuscito a trovare il budget necessario per realizzare il film che avevo in testa. I continui tagli ci hanno costretti a essere creativi e a inventarci qualcosa di nuovo ogni giorno per sopperire alla mancanza di liquidità. Nella mia idea la base spaziale doveva essere circolare ma poi mi sono dovuto limitare e così ho creato questa prigione in orbita a forma di croce e un eroe molto simile agli eroi americani ma in chiave religiosa. Sono comunque riuscito a costruire un universo con una sua coerenza interna, abitata da pochi personaggi. Il mio film è chiaramente ispirato alla Commedia dantesca, che ho letto soltanto una volta e purtroppo in una versione tradotta. Nel mio film è evidentemente riconoscibile l'influenza del cinema di fantascienza degli anni Sessanta e Settanta, penso in particolare al 2001: Odissea nello spazio di Kubrick, a L'uomo che fuggì dal futuro di George Lucas e ancora al Solaris di Andrej Tarkovskij. Il mio prossimo progetto sarà altrettanto astratto ma decisamente più divertente, si intitolerà Metre Cube e sarà ispirato al cinema di Buster Keaton e Jacques Tati.

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