Ecco cosa scrivono i critici americani sul film che vede Kevin Costner nei panni di un serial killer.
di Tirza Bonifazi Tognazzi
Il film
Dopo due anni di assenza dalla scena (del crimine) l'uomo dell'anno Earl Brooks - imprenditore di successo, generoso benefattore, marito e un padre amabile con una segreta indole e un passato da serial killer - torna a uccidere a sangue freddo. Il gusto con cui si gode il suo ennesimo omicidio viene però bruscamente interrotto alla scoperta di essere stato visto e addirittura immortalato sul luogo del delitto da un voyeur. Tuttavia, il fotografo amatoriale non ha nessuna intenzione di gettarlo in pasto alla giustizia e alla stampa, ma in cambio del silenzio gli chiede di poterlo accompagnare durante la ricerca e l'eliminazione di nuove vittime. La (cattiva) coscienza di Brooks - interpretata dal glaciale e allo stesso tempo appassionato William Hurt - gli sussurra di stare al gioco, intenzionata com'è di proseguire a seminare il terrore come "killer delle impronte". Uscito in America lo scorso giugno Mr. Brooks ha racimolato poco più di 28 milioni di dollari (dopo averne spesi 20.000.000) e ha diviso la stampa d'oltreoceano a metà.
David Denby, The New Yorker - pollice su
Il film - scritto da Bruce A. Evans e Raynold Gideon e diretto da Evans - è molto ben fatto e convincente per quanto riguarda il ritratto di un uomo in lotta con se stesso che, fino alla fine, il pubblico sarà coinvolto dalla trama intricata e irrazionale. Forse l'elemento più sorprendente è che l'alter ego - generalmente un espediente irritante - finisce per essere la parte più divertente della storia. Kevin Costner, che è noto per il suo talento nei ruoli atletici, ma che spesso in altri ruoli è contenuto, monotono e compiaciuto, offre la sua migliore performance degli ultimi anni. Nei panni di Brooks, è formidabile e distante sul lavoro, rilassato e autorevole a casa, sardonico e viscidamente divertente nelle sue gite notturne. Costner sembra esplorare degli aspetti di se stesso che non aveva mai portato sullo schermo.
David Fear, Time Out New York - pollice verso
Un thriller "gatto che insegue topo" con... Kevin Costner e Demi Moore? Sul serio, gli anni '90 non sono mai passati? [...] Lo sceneggiatore e regista Bruce A. Evans consegna un filmetto che non ripaga le aspettative. [...] Peccato, perché Costner sembra proprio godersi il ruolo di uomo d'affari azzimato e vivace con un lato oscuro; il suo scambio di battute con l'aspirante killer Dane Cook e con William Hurt, scritturato per interpretare la parte più ciarliera di Tyler Durden, mette in evidenza la facilità dell'attore per l'umorismo macabro. Ma Evans continua a flirtare con l'idea potenzialmente efficace - l'omicida seriale è visto come un tossico borghese, con tanto di ricaduta ed eredità - solo per contornarla di una quantità di scemenze inaccettabili.
Kit Bowen, Hollywood.com - pollice su
Il co-sceneggiatore e regista Bruce Evans fa di Mr. Brooks la sua seconda fatica direttoriale a quindici anni da Poliziotto in Blue Jeans. Intendi il Poliziotto in Blue Jeans con Christian Slater? Ahia. Va bene, va detto che [Evans] è più noto come scrittore. Insieme a Raynold Gideon ha firmato alcuni classici degli anni '80, come Starman e Stand By Me - Ricordo di un'estate. La loro ultima sceneggiatura insieme, tuttavia, è del 1997 ed è la commedia con Tim Allen Da giungla a giungla. Non lo sto proprio rendendo un mito, vero? Quello che intendo dire è che al di là dei crediti direttoriali e delle lacune, Evans è capace di maneggiare Mr. Brooks come un professionista. [...] Se faranno altri film sul sig. Brooks (apparentemente è stato ideato per essere una trilogia), andremo sicuramente a vederlo.