Allieva di Maurice de Feraudy al Conservatoire di Parigi, agli esami conquistò il primo premio di recitazione; entrò allora nella compagnia di Sarah Bernhardt nel 1904 e poi, per quasi un anno, recitò al Theatre Michel di Pietroburgo. Nel 1907 venne ammessa alla Comédie Française (e vi sarebbe rimasta fino al 1938, dopo esserne divenuta «societaire»» nel 1924).
L'anno dopo il suo ingresso alla Comédie, aveva preso parte per conto della Film d'Art a L'Assassinat du Duc de Guise nel ruolo della Marchesa di Noirmontier. Con questo film Robinne iniziava una attività cinematografica che si sarebbe svolta senza interruzione per oltre dieci anni.
Sposatasi nel 1912 con René Alexandre, anche lui alla Comédie, attore di bell'aspetto, Robinne venne a costituire assieme al marito la prima «coppia ideale» dello schermo francese. Insieme apparvero in Le Calvaire d'une reine (1912), Les Larmes du pardon (1912), La Contesse noire (1913), La Reine de Sabe (1914), La Lutte pour la vie (1914) e molti altri, quasi tutti diretti da René Leprince e con antagonista Gabriel Signoret. Drammi più o meno mondani o romantiche vicende ambientati in un passato scenograficamente ben ricostruito, dove la graziosa Gabrielle poteva sfruttare in buona misura le sue risorse artistiche. Bionda, una testolina dai lineamenti levigati, un corpo slanciato, occhi appassionati, una allure naturalmente elegante, Robinne era la perfetta incarnazione della donna di mondo, quale gli spettatori cinematografici e quelli dei teatri si attendevano di vedere nei film o nelle pièces che interpretava. Allo scoppiare della guerra, Robinne abbandonò progressivamente l'attività cinematografica - ma i pochi film che interpretò, come La Route du devoir (1915) di Georges Monca, La Proie (1916) ancora di Monca o Expiation (1918) di Camille de Morlhon rimangono tra le sue cose migliori - e tornò in pieno al teatro, fino a quando, nel 1938, si ritirò da ogni attività artistica.
Di lei s'era quasi del tutto perso il ricordo, quando il 15 ottobre del 1980, nella vecchia sala del Palais des Arts, venne proiettato in versione restaurata e commentato dalla musica di Saint-Saëns L'Assassinat du Duc de Guise, alla presenza di una folla di cineasti, registi, attori, critici, insomma il tout-Paris del cinematografo. Qualche minuto prima che le luci si spegnessero, venne annunziata l'entrata in sala di «Madame Robinne, de la Comédie Française». L'ovazione di tutti i presenti, scattati in piedi, sommerse una vecchina che, appoggiata ad un bastone, ma dallo sguardo fiero, tradiva una commozione comprensibile. La novantaquattrenne Gabrielle Robinne era venuta a rivedersi in quel primo, mitico film, settantadue anni dopo averlo interpretato.
Morì pochi giorni dopo.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.
