Una panoramica sull'incredibile paesaggio di un altopiano tibetano. Espandi ▽
Vincent Munier, classe 1976, premiato fotografo naturalista francese, invita il connazionale Sylvain Tesson (1972), scrittore e viaggiatore, a un'avventura invernale sull'altipiano tibetano. Munier condivide con il compagno una nuova attitudine dell'osservazione, la sacralità del paesaggio. Tesson prende nota e trasforma il senso di quell'esperienza in parola scritta, un diario che si fa voce narrante del film. Recensione ❯
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Un film che riscrive le coordinate dell'horror contemporaneo con una tensione meno fisica e più allucinata. Horror, Spagna, Francia2021. Durata 100 Minuti.
Una ragazza raggiunge la nonna malata ma il soggiorno si trasforma in un incubo. Espandi ▽
Susana, una modella spagnola di 24 anni, vive da sei a Parigi. A una festa ha appena conosciuto un celebre fotografo che le potrebbe far fare il definitivo salto di qualità. All’improvviso però riceve una telefonata. Sua nonna Pilar, a cui è molto legata e che si è presa cura di lei fin da bambina dopo che i genitori sono morti in un incidente d’auto, ha appena avuto un ictus. La ragazza deve così tornare di corsa a Madrid per prendersi cura di lei e trovare qualcuno che possa assisterla.
Il tempo si ferma all’improvviso. Passato e presente si confondono, i corpi della nonna e della nipote finiscono per sovrapporsi e potrebbero essere uno la reincarnazione dell’altro.
Paco Plaza riscrive le coordinate del genere puntando a una tensione meno fisica ma più allucinata. Il regista costruisce un elaborato e riuscitissimo lavoro sull’illusione della visione, sulla bellezza e decadenza del corpo. Recensione ❯
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Una commedia surreale che fa sorridere e sospirare, nella piena tradizione del cinema francese esistenziale. Drammatico, Francia2021. Durata 107 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Nord della Francia. Un gruppo di piccoli delinquenti si troverà a che fare con alcuni incarichi particolari che li metteranno di fronte a insolite questioni di bellezza, arte e poesia. Espandi ▽
In una cittadina del nord della Francia che si affaccia sul mare, un gruppo di scagnozzi affiliati a un giro di malavita portuale si trovano alle prese con alcuni incarichi particolari, che li metteranno di fronte a insolite questioni di bellezza, arte e poesia. Jeff, il boss poeta, corteggia una cassiera del supermercato con i suoi versi. Tutto ciò mentre sua moglie si strugge e sua figlia sta per festeggiare il compleanno. La coppia formata da Poussin e Jesus è incaricata di convincere i compagni di scuola della ragazza a presenziare. Nel frattempo, Jacky deve recuperare i soldi di un debito da un uomo, ma finisce per invaghirsi di sua moglie e della sua passione per il teatro. Recensione ❯
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Un'opera intima e personale. Un ritratto umano e commovente di un'icona senza tempo. Documentario, Francia2021. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'attrice racconta sua madre Jane Birkin in un intimo ritratto. Espandi ▽
Come si può raccontare un'icona senza usare parole già dette e immagini già viste? Attraverso lo sguardo unico al mondo di un figlio, anzi una figlia. Lo dimostra Charlotte Gainsbourg in Jane par Charlotte, documentario-tributo alla madre Jane Birkin che parte con delle riprese scomposte da backstage di quest'ultima al suo ennesimo concerto di successo. Poche scene dopo si svela la vera anima del film: non un fan movie ma un confronto serrato tra madre e figlia che è insieme un dialogo artistico, o meglio un monologo a due voci. Le unisce il sangue, il talento, la passione per l'arte, per la fotografia, per la musica, per quel Serge Gainsbourg che nel documentario citano a più riprese e di cui mostrano la casa-museo lasciata intonsa a Parigi.
Al suo debutto alla regia Gainsbourg firma un'opera intima e personalissima, mai priva di stile e di interesse, giocando con la formula di archivio biografico familiare che nel suo caso specifico è anche profondamente artistico.
Portatrici sane della stessa filosofia di vita libera, lontana da pregiudizi e convenzioni, Jane e Charlotte affrontano davanti alla macchina da presa temi esistenziali, ricordi, paure. Ne esce un ritratto umano insieme lieve e potente, senz'altro commovente, che dice molto della donna, più che dell'artista, Jane Birkin. Recensione ❯
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Il ritratto intrigante della vita (sospesa) tra le nuvole di un'assistente di volo. Commedia, Belgio, Francia2021. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cassandre, assistente di volo, vive un'esistenza all'insegna del presente e della ricerca della libertà. La sua routine viene però interrotta da un imprevisto che mette in crisi la sua visione della vita. Espandi ▽
La prima regia nel lungometraggio per il duo formato dai francesi Julie Lecoustre ed Emmanuel Marre è uno spaccato di vita contemporanea su un soggetto originale. L’esistenza sospesa di una generazione di assistenti di volo, e in particolare nel tritacarne delle linee low-cost, viene raccontata dagli autori con dovizia di particolari, mettendo in fila ogni dettaglio al fine di trasmettere allo spettatore tutte le sfaccettature tediose e vuote di questa vita. In un registro che è per scelta piatto e ripetitivo, dal taglio quasi documentaristico, Adèle Exarchopoulos nel ruolo della protagonista è un’iniezione di star power, una presenza magnetica che aiuta a non perdersi nel senso di straniamento evocato dalla storia. La sua Cassandre è una ragazza ormeggiata in un porto lontano, il cui senso di provvisorietà si calcifica in uno scorrere insostenibile. Un ritratto generazionale che si applica agli scenari contemporanei della gig economy ma che in realtà la precede, visto che il mito degli spostamenti low-cost in giro per l’Europa catturava le menti dei più giovani già un paio di decenni fa. Recensione ❯
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Claire Denis dissolve il linguaggio di coppia in un dramma misterioso e tagliente. Drammatico, Francia2021. Durata 116 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di triangolo amoroso: una donna è intrappolata tra due uomini, il suo partner di lunga data e il suo migliore amico, il suo ex amante. Espandi ▽
Sara e Jean rientrano nel loro appartamento di Parigi dopo una vacanza al mare. Insieme da un decennio dopo aver entrambi vissuto vite precedenti sono una coppia solida, la cui intesa è totale e il rapporto molto tenero. Lei è una giornalista radiofonica, lui un ex-giocatore di rugby che ha passato del tempo in carcere. Un giorno per strada Sara intravede il suo ex, François, attraverso il quale ha conosciuto Jean. Subito dopo, François propone a Jean un'opportunità di lavoro insieme, e diventa così una presenza invisibile e pervasiva nella vita della coppia.
Claire Denis, fenomenale maestra del cinema europea, torna con un film dalla trama e dalle tematiche solo in apparenza classiche e lineari. Infatti, un tradizionale triangolo amoroso si trasforma in un labirinto di psicologia e perversione che stupisce ad ogni sua curva. La splendida performance di Juliette Binoche e Vincent Lindon e la straordinaria fotografia di Eric Gautier concorrono a distruggere gli stereotipi del genere donando profondità e spessore alle dinamiche e ai personaggi. Recensione ❯
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Un horror su una ragazza costretta sulla sedia a rotelle che deve fare i conti con un regalo diabolico. Espandi ▽
Una ragazza paraplegica da tre anni riceve in dono un calendario dell'Avvento. Ma ogni giorno, all'apertura del regalo del giorno, deve fare i conti con delle sorprese sempre più inquietanti. Recensione ❯
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Una spruzzata di colori brillanti e una divertente galleria di animali: divertimento e originalità non mancano. Animazione, Francia, Belgio2021. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Da deserti in fiamme a giungle misteriose, da intrepide principesse a locuste adoratrici di vulcani, Passepartout scoprirà quanto vasto, meraviglioso e folle sia il mondo. Espandi ▽
La giovane scimmia Passepartout, chiusa nella sua cameretta, sogna il giorno in cui potrà avventurarsi, zaino in spalla, sulle orme del suo idolo, l’esploratore Juan Frog De Leon, detentore del record del giro del mondo nel più breve tempo possibile: novanta giorni. Nel mentre, però, vive in una terra popolata di gamberetti, dove l’avventura non ha spazio alcuno, almeno fino al giorno in cui arriva, in infradito su una tavola da surf, il ranocchio Phileas Frog. Simpatico e sbruffone, inseguito dal gerbillo femmina Fix, che lo accusa di aver rubato dieci milioni di vongoloni, Frog non trova di meglio per cavarsi d’impaccio che promettere di battere lo storico record circumnavigando il globo in soli ottanta giorni. È l’occasione che Passepartout aspettava da sempre, e per la quale vale persino la pena di scappare di casa. Recensione ❯
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Le Guay mette in scena i conflitti che animano la società francese le fragili convinzioni della sua borghesia. Thriller, Drammatico - Francia2021. Durata 114 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Simon ed Hélène vendono una cantina nel palazzo in cui abitano. La acquisterà un uomo misterioso che sconvolgerà pian piano la vita della coppia. Espandi ▽
Come nel suo film più famoso, Le donne del 6° piano, Philippe Le Guay usa un edificio parigino come innesco e rappresentazione dei conflitti che attraversano la società francese: là il classismo, qui l’antisemitismo e più in generale le fragili convinzioni della classe borghese. Il riferimento principale diventa chissà quanto consapevolmente Cape Fear - Il promontorio della paura, dove l’ingresso di un uomo pericoloso nella vita della coppia benestante (in quel caso un ritorno dal passato rimosso) portava alla distruzione di fragili equilibri familiari. Ci si chiede però se fosse davvero il caso di dare a un negazionista un ruolo così determinante e non, invece, approfittarne per smontare razionalmente tesi da tempo ridotte a ciarpame storiografico e lasciare per una volta la famiglia borghese alle sue classiche miserie e meschinità. Recensione ❯
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Il cinema nel cuore del teatro: una coreografia misurata di corpi e di dialoghi cesellati. Drammatico, Francia2021. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dall'omonimo testo teatrale di Marguerite Duras del 1968. Espandi ▽
Saint-Tropez d'inverno. Dentro una villa disabitata, Suzanna Andler esita tra suo marito e il suo amante. Parigina, nascosta dietro la sua classe e la sua fortuna, Suzanna ha sposato anni prima Jean Andler, gran borghese ricco e infedele. Oggi è intrappolata in un matrimonio agiato e deve scegliere tra una vita di moglie e di madre, governata dalle convenzioni, e un'esistenza libera ma più rischiosa, incarnata dal suo giovane e squattrinato amante. Alla ricerca di un'impossibile emancipazione, Suzanna Andler parla a mezza voce, dice delle verità, le sue che non sono sempre le stesse e inciampano nelle bugie. Pronunciate per paura o come un riflesso vitale mentre il sole tramonta sul Mediterraneo e sugli amanti riuniti che sembrano già mancarsi.
Non piaceva a Marguerite Duras questa pièce quasi sconosciuta, scritta nel 1968 e rappresentata fugacemente nel 1969. "Suzanna Andler" è sempre piaciuta invece a Benoît Jacquot, che decide di adattarla per lo schermo, sublimando il testo e Charlotte Gainsbourg.
Il risultato è un uragano lento che travolge una grande villa sul mare, lasciando entrare la sua aria densa, il richiamo acuto dei gabbiani e la luce del cielo. L'edificio maestoso non fa mai dimenticare il testo, un poema a quattro voci (Suzanna, l'amante, il marito e l'amica), un'architettura asciutta, precisa nelle indicazioni sceniche come negli incessanti slittamenti delle parole che i personaggi pronunciano per dire ciò che fanno e ciò che provano. Soprattutto Suzanna, sopravvissuta alle fughe del marito pluri-fedifrago e distante. Recensione ❯
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Una sarta prende sotto la sua ala protettrice una ventenne dalle grandi potenzialità. Espandi ▽
Esther è la responsabile della sartoria della Maison Dior. Ormai prossima alla pensione vive una vita solitaria pur avendo una figlia con cui però non ha da tempo una buona relazione. Un giorno viene derubata in metropolitana. Quando incontra nuovamente la ladra, la giovanissima Jade, decide di impartirle un'istruzione facendola entrare come stagista nella sartoria. Il loro sarà un rapporto non sempre tranquillo. Quante volte abbiamo visto al cinema, declinata soprattutto in versione made in Usa, una relazione in cui qualcuno dotato di cultura e di una solida professionalità decide di puntare su una persona giovane e proveniente da una condizione sociale non ottimale intuendone le potenzialità? Tante (qualcuno potrà anche dire: troppe). Qual è o quali sono allora gli elementi che possono fare la differenza e la cui assenza conduce solo a un'ennesima copia più o meno conforme? Questa è la domanda che ci si pone dinanzi al plot di base di questa opera seconda di Sylvie Ohayon. La differenza la fa innanzitutto l'aver improntato tutta la narrazione al femminile (un uomo c'è ma acquisisce spessore solo nell'ultima parte) andando a scavare nelle pieghe delle relazioni tra donne sia nell'ambito lavorativo che in quello privato. Recensione ❯
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I giochi di alcuni bambini prendono una piega pericolosa... Espandi ▽
Un conturbante thriller in cui i sadici carnefici sono soltanto dei bambini. Eskil Vogt, il leggendario sceneggiatore di Joachim Trier, stavolta dietro alla macchina da presa, costruisce un film di una crudeltà inenarrabile, e non è tanto l’efferatezza delle azioni compiute da queste piccole pesti a generare il disagio nello spettatore, quanto più la serena accettazione dell’assassinio, la calma serafica con la quale soffocano vite altrui. C’è da dire che per quanto violento e crudo, The Innocents è contemporaneamente anche un film che sa prendersi il suo tempo (forse fin troppo), sviscerando a fondo il disagio esistenziale di questi bambini di periferia, cresciuti a pane e cemento. Un film scritto da un grande sceneggiatore, ma che forse non possiede ancora lo scatto in avanti per diventare anche un grande regista. Recensione ❯
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Un'investigazione filosofica inquadrata come un dipinto d'epoca. I protagonisti pulsano di una passione senza tempo. Drammatico, Italia, Francia, Argentina2021. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo mandato in esilio in Argentina dedicherà la sua vita a cercare un prezioso tesoro. Espandi ▽
Alessio Rigo de Righi (di per sé un cognome da epopea) e Matteo Zoppis, entrambi classe 1986, esordiscono alla regia e sceneggiatura di Re Granchio. Un film che nella versione internazionale è intitolato The Legend of King Crab ad evocare La leggenda del santo bevitore di Ermanno Olmi e che aveva per protagonista un uomo intento a ribadire la sua estraneità alle cose del mondo alzando il gomito. Anche in Re Granchio ogni inquadratura è un quadro, ogni sequenza la tappa di una via Crucis lungo un percorso di pentimento e redenzione, narrato a metà fra il racconto del cantastorie e l'elegia pastorale. Ma Rigo de Righi e Zoppis hanno anche la visionarietà (e la sensibilità contemporanea) del Lisandro Alonso di Jauja di cui riproducono la vertigine spaziotemporale, quella sospensione sul baratro di un passato che coesiste con la modernità, giacché la leggenda di Luciano viene rievocata dagli abitanti attuali del borgo, in fondo anche loro incastrati nella Storia. Recensione ❯
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Un film secco e imparziale che conferma la passione di Cantet per le traiettorie umane e le cadute libere. Drammatico, Francia2021. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un giovane scrittore si ritrova al centro dello scandalo a causa di suoi vecchi post social. Espandi ▽
Ispirato all’affaire “Mehdi Meklat”, Arthur Rambo – Il blogger maledetto conferma la passione di Laurent Cantet per le traiettorie umane, le progressioni, le cadute libere, gli arresti. Ventuno anni dopo A tempo pieno, il regista affronta un nuovo mistero, meno vertiginoso ma terribilmente contemporaneo. Perché più del miracolo delle banlieue deluso e sfumato, Cantet indaga la corsa frenetica all’esistenza virtuale che produce gli eroi social(i) come i mostri. Di quel mistero, Arthur Rambo non pretende di aver la chiave, limitandosi a registrare la violenza e la rapidità della caduta di Karim. Il film resta irrisolto, come l’enigma che Karim incarna fuggendo in una notte mai così nera, dove finiamo a riflettere sull’impostura e lo sgretolamento di una rispettabilità duramente conquistata. Recensione ❯
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Un film tutto di scrittura e recitazione, con lo charme immediato, naturale, travolgente di Anais Demoustier. Sentimentale, Francia2021. Durata 98 Minuti.
Una giovane donna è divisa tra diverse passioni. Espandi ▽
Che cosa vuole davvero Anaïs? Vuole vivere pienamente, intensamente. Vuole l'amore: magari, rubandolo. Un film sapientemente sospeso fra leggerezza, dolore e desideri.
La prima cosa che salta agli occhi, nel film, è questa figura leggera, da nouvelle vague, attorno a cui sembra avvitarsi tutta l'opera, come se inseguisse i suoi movimenti - i primi piani sequenza, vertiginosi - le sue indecisioni, le sue bugie, il suo potere di sedurre chiunque con un vestitino da tre soldi, le gambe nude, e un talento per dribblare ogni domanda.
Equilibrato fra commedia - a un certo punto c'è anche un lèmure in overdose - dramma e viaggio sentimentale, Gli amori di Anaïs è un film tutto di scrittura e di recitazione. La regia ti fa essere lì, e quando è necessario ti fa anche sentire - con alcuni primissimi piani - la delicatezza della pelle di Anais, il rossore sul collo di Bruni Tedeschi. Ma per la maggior parte del tempo ti fa "essere lì", ed è ciò che conta. La musica, firmata da un fuoriclasse come Nicola Piovani, non invade: per apparire magari prepotente all'interno del racconto, quando Valeria Bruni Tedeschi e Anaïs Demoustier ballano, in una luce di crepuscolo in cui ogni equilibrio sembra più fragile, sulle note rauche di "Bette Davis Eyes" di Kim Carnes. Recensione ❯
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