Tre storie raccontate attraverso le parole di José (Pepe) Mujica che mette fortemente in discussione molti aspetti della società contemporanea. Espandi ▽
Due colletti bianchi a Tokyo si interrogano sul senso della loro vita, risucchiata dal lavoro. Un disoccupato spagnolo di mezz'età racconta come ha perso rapidissimamente reddito e casa a seguito della crisi economica del 2004. Un gruppo di migranti africani staziona nel campo del Monte Gururù in Marocco, nella speranza di entrare prima o poi in Europa. A fare da cerniera tra questi tre contesti, lontani tra di loro ma accomunati dalla negazione del rispetto per la vita umana, le riflessioni sociopolitiche di José "Pepe" Mujica (Montevideo, 1935).
L'ex presidente dell'Uruguay, intervistato a casa sua, invita a prendere coscienza e ad agire contro le disuguaglianze eclatanti nella ridistribuzione della ricchezza, la mancanza di tempo nelle esistenze individuali, le conseguenze della globalizzazione ("noi pensiamo che la sfortuna dell'Africa sia un problema degli africani. No, lo è del mondo"). A cui corrisponde una imbarazzante carenza di azioni correttive, virtuose e lungimiranti da parte dei governi nazionali.