Splendido affresco di un Personaggio storico, di un Presidente, di un Uomo, di una Nazione, di un Popolo, di un’Epoca, di una Battaglia (politica, e non solo), di una Civiltà, di un’Idea...ma soprattutto di una Conquista Storica e Sociale di portata grandiosa.
Il Lincoln di Spielberg è tutto questo, e forse anche di più: una pellicola che affascina, incanta, coinvolge, fa riflettere, e - semplicemente - dipinge. Dipinge la Storia, quella con la “S” maiuscola, così come essa merita: ovvero non trascurando nessun aspetto, neppure le sfumature caratteriali dei protagonisti, che potrebbero sembrare non avere peso ed invece ne hanno forse più di quello che si potrebbe erroneamente credere ad una prima superficiale lettura. Eh si, perché ogni personaggio che ha “fatto” la storia, in maniera così prepotente come Abraham Lincoln, è stato prima di tutto un Uomo. Un uomo, e quindi un Marito, un Padre, un Padrone, un Sognatore, un Idealista...ma anche un corruttore, un belligerante, un politicante, un demagogo, e molto altro ancora.
Il merito di questa pellicola è proprio questo: non si sottrae al proprio dovere, e ci mostra un periodo storico - che ha compreso una delle decisioni più importanti di sempre - con il suo protagonista principale, quel Presidente degli Stati Uniti ancora dilaniati da profonde divisioni interne, nella sua totalità: non si santifica né si condanna nessuno: semplicemente, si descrive.
Il film, che mostra la sequenza di eventi che portarono un semplice uomo ad ottenere una conquista epocale di portata mondiale, si dipana tra dubbi morali, dibattiti politici, riflessioni etiche, ansie e paure di un Uomo appunto prima che di un Presidente, sabotaggi e tentativi di corruzione da ambo le parti, colpi diplomaticamente bassi e storicamente alti, pianti, vittorie e sconfitte di portata personale ed umanitaria.
La pellicola pone l’accento sul fatto che Abraham Lincoln è si un Presidente, ma ancor prima è un uomo: rispetta la moglie, teme per le sorti del proprio figlio (che ambisce ad arruolarsi per combattere nella guerra civile in corso), mantiene sempre un aplomb ed un distacco ammirevoli di fronte alle difficoltà che gli si presentano ma cova un vulcano di passioni e di ambizioni dentro di sé,al punto da subire vari crolli emotivi; una persona dalla altissima levatura etica e morale, ma che non esita a ricorrere anche alla corruzione per cercare di raggiungere il suo obiettivo, ovvero la ratifica dello storico 13° emendamento della Costituzione: l’abolizione della condizione di schiavitù per i neri d’America.
Nel mostrarci tutto ciò con la precisione, la freddezza e la neutralità dello studioso, il film propone anche una riflessione: quanto c’è di colpevole nel perseguire l’illegalità (nel caso specifico la corruzione ed il ricatto) se lo scopo è quello di una causa nobile ed umanitaria?
Infine, da segnalare il valore aggiunto del film: un Daniel Day-Lewis semplicemente strepitoso. L’istrionico attore anglo-irlandese si conferma dotato di un talento straordinario, che mette al servizio di noi spettatori con immancabile puntualità. Vederlo a suo agio nel passare dall’indossare i panni del possente Ultimo Mohicano Hawkeye a quelli del fisicamente esile e traballante Lincoln - con eguale ed incredibile abilità e personalità - incanta chiunque ami questa nobile arte della recitazione. Chapeau.
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