Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
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Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Tarantino is always Tarantino.
di maverickkFeedback: 368 | altri commenti e recensioni di maverickk |
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martedì 29 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il caro vecchio Quentin è tornato, anche se non è più quello di una volta, come ha giustamente sottolineato la Cappi (alla quale va il mio personale appunto di grammatica: piuttosto non va usato come copulativo ma solo come avversativo). Dicevamo che Quentin è tornato ma non è più quello di una volta, ma dopotutto come si fa a ricreare l'unicità di capolavori come "Reservoir Dogs" o l'indimenticabile "Pulp Fiction"? Insomma, a parte che gli anni '90 sono passati e il vate del pulp è maturato, non si può pretendere che ad ogni nuova uscita sforni un masterpiece, così come non si poteva pretendere dai Pink Floyd un nuovo "The Dark Side Of The Moon". Dopo questa premessa si può approfondire il discorso su "Django - Unchained"; impeccabile è la parola giusta, a partire dai costumi, passando per le musiche (fantastiche), e finendo con le prove dei mattatori Leo DiCaprio, Jamie Foxx e soprattutto Christoph Waltz, che si evidenzia per l'estrema duttilità (transita dalla glaciale crudeltà del generale delle SS in "Inglorious Basterds" al piglio cinico ma simpatico del dentista King Schultz). Django è anche il film più lungo diretto da Tarantino ma non per questo risulta lento, anzi, i dialoghi come al solito brillanti (e anche qui concordo con la Cappi) e i passaggi musicali decisamente suggestivi (soprattutto gli stacchetti rap) rendono il film decisamente godibile e inevitabilmente tarantiniano, sia nel sangue così smaccatamente presente e invadente, sia nelle inquadrature peculiari (alcune bellissime come la scena in cui il protagonista braccato e con la revolver scarica si arrende e avanza lentamente fra le candide pareti di Candyland lorde di sangue). Certo, come abbiamo detto c'è una cesura fra il T. degli anni '90 e quello dei giorni nostri, cesura rappresentata forse da i due volumi di "Kill Bill", ma sta di fatto che questo straordinario cineasta continua a cavalcare l'onda del successo senza mai, fondamentalmente, tradire se stesso, come fanno invece molti altri.
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