Joker |
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Un film di Todd Phillips.
Con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy.
continua»
Titolo originale Joker.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 122 min.
- USA 2019.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 3 ottobre 2019.
- VM 14 -
MYMONETRO
Joker
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sociologismo infantile, ma pur sempre catarticodi Alessandro SpataFeedback: 1173 | altri commenti e recensioni di Alessandro Spata |
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domenica 21 febbraio 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Grande l’interpretazione del protagonista. Siamo tutti dalla sua parte in questa sua brama “adolescenziale” di giustizia. E lo seguiamo attoniti nella sua personale discesa all’inferno dove non c’è redenzione alcuna. È vero! Chi non ha mai pensato di far fuori i propri piccoli e grandi carnefici facendoli prima soffrire tra atroci torture? Forse ha ragione Tarantino quando dice che il pubblico ha goduto un sacco nel veder saltare la testa del presentatore De Niro. Quanti di noi amerebbero spappolare il cervello di certi conduttori di certa televisione nostrana dove quotidianamente si fa strame di intelligenza e buoni sentimenti? E dove tanti uomini e donne si fregiano di portare il loro di cervello all’ammasso? Per fortuna ci limitiamo ad ucciderli metaforicamente questi "Mostri” come in sogno puntandogli addosso il telecomando e cambiando canale ci illudiamo di averli fuggiti per sempre. E fino a quando il cattivo pensiero rimane relegato nella nostra mente o impresso su una “pellicola” cinematografica va tutto bene. Contesto soltanto l’idea cinematografica che ci sia una necessaria relazione di causa-effetto tra la società brutta e l’individuo abbruttito. Magari fosse così semplice. Cioè a volte forse è possibile risalire alla causa dei nostri mali. Più spesso è un tantino più complessa la faccenda. Nella psicologia umana e in quella individuale più specificamente non può esistere una “causalità lineare”. E forse è un bene che sia così perché altrimenti la tentazione di giustificare il buon joker per la sua efferatezza sarebbe davvero troppo forte. Confesso che il mio modello di vendetta buono per tutte le stagioni rimane il “Conte di Montecristo”. Mi piace quel suo modo di usare la vendetta come mezzo per riscattare non solo le ingiustizie personali subite, ma anche per provare a ripulire il sistema, che ha generato l’ingiustizia. Anche se poi questa pretesa si rivela fallace normalmente. Se poi pensiamo al più illustre precedente di Amleto che col furore della sua vendetta provocò una carneficina non ne usciamo. Ma il pistolotto moralistico temo non avrebbe scoraggiato il clown disperato. La verità è che un modello di vendetta perfetto non esiste. È anche vero che Amleto era forse un aspirante suicida a ben vedere. C’è forse in tutti i vendicatori il desiderio inconscio di finire ammazzati? Morti sì ma felici alla fine per aver eliminato preventivamente lo stronzo di turno. Il punto è forse che l’incubo del dolore rischia di trasformarti in un freddo calcolatore; un “Terminator” spietato capace soltanto di cogliere il peggio della vita. – Sezionar cadaveri e respirarne i miasmi – questo diventa il destino degli oppressi tante volte. A te triste joker nemmeno la nobiltà del perdono ti è stata concessa come accaduto a Edmond Dantès. Tu hai dovuto sprofondare nel tuo dolore. E senza possibilità di scegliere altre soluzioni? Quella di Joker sembra avere tutti i contorni di una tragedia! Quella dove tutti i personaggi sono arrivati ad un punto di non ritorno: quello in cui sono “destinati” a morire (“si meritano di”). Sarebbe stato il finale della perfetta tragedia se anche joker alla fine fosse morto. Ma no! Aspettate! Quella è un’altra storia. Quella è la storia del “senso di colpa” di Amleto. Questa invece è una storia dove nemmeno l’ombra del senso di vergogna ci balena in fronte
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