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Antonello Grimaldi

Antonello Grimaldi è un attore italiano, regista, co-produttore, assistente alla regia, è nato il 14 agosto 1955 a Sassari (Italia).
Nel 2010 ha ricevuto il premio come miglior regia al Roma Fiction Fest per il film Il Mostro di Firenze. Antonello Grimaldi ha oggi 68 anni ed è del segno zodiacale Leone.

Il sassaregista

A cura di Fabio Secchi Frau

Ecco uno degli autori più dinamici del panorama cinematografico italiano. Anche se la critica non è sempre entusiasta dei suoi film, Antonello Grimaldi è comunque degno dell'appellativo di "regista". È lui l'occhio davanti al quale ruotano tutti i personaggi del telefilm poliziesco mozzafiato di Canale 5 Distretto di polizia ed è lui che, dichiaratamente ispirato a alcuni sconosciuti romanzi, mette in scena - con un'accuratissima e intensa preparazione - pellicole di una veridicità tale da sfiorare oltre che la bellezza visiva, anche la sensibilità meravigliata dello spettatore. Divertente e piacevole, Grimaldi però, difetta molto spesso di unità e si perde troppo nelle storie che racconta. Fortunatamente, l'inconveniente viene meno quando mostra un'Italia tutt'altro che benevola e ottimista, che seppur confezionata con amabilità, risente di tutto quel suo clima ambiguo e noir che viene infuso nei suoi racconti. Fra cupi squarci sull'esistenza metropolitana e il ritratto di una nazione "incarognita, distratta, solitaria, bugiarda, molto televisiva, sociologicamente attendibile" (Michele Anselmi, L'Unità, 3/2/96), Grimaldi fotografa con impassibilità e aria dolcemente amorale un'umanità che sta fra il tragico e il grottesco, la scemenza e la noia, la routine e la malinconia, priva di tutta la sua felicità. Sicuro, incline al giallo italiano, gioca con veleni, pettegolezzi, manovre oscure, casi di incesto e relazioni gay imprevedibilmente, ogni tanto offrendo omaggio ai suggestivi paesaggi della sua città: Sassari.
Laureato in Giurisprudenza, nel 1981, si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola di Cinema della Gaumont, fondata da Renzo Rossellini con il quale avrà da sempre un grandissimo rapporto. Dopo aver insegnato Storia dello Spettacolo all'Accademia delle Belle Arti di Sassari e Corsi di Regia Cinematografica alla Scuola Golden di Torino, cerca di farsi notare come regista.
Esordisce nel 1985 con il film a episodi e firmato a più mani - Carlo Carlei, Enzo Civitareale, Sandro De Santis, Valerio Jalongo, Daniele Luchetti e Michele Scura - Juke Box che vedeva fra gli attori Massimo Bonetti, Barbara De Rossi, Franco Interlenghi, Philippe Leroy, Didi Perego, Remo Remotti, Mario Scaccia e Ugo Gregoretti.
Nel 1987, è assistente regista di Giuseppe Piccioni in Il Grande Blek (1987) con Sergio Rubini e Francesca Neri e, dieci anni più tardi, è diretto da Gabriele Salvatores nel ruolo di un pakistano in Nirvana (1997), stessa cosa accadrà quando Luciano Ligabue lo imporrà in un piccolo ruolo in Radiofreccia (1998) con Stefano Accorsi, Francesco Guccini, Serena Grandi e Cristina Moglia, svolgendo in quel caso anche il lavoro di consulente regista.
Grande amico di Gabriele Muccino, produrrà il suo Ecco fatto (1998), dinamica pellicola sentimentale che aveva come protagonisti Giorgio Pasotti, Barbora Bobulova, Claudio Santamaria, Ginevra Colonna, l'immancabile Enrico Silvestrin, Gigio Alberti e Blas Roca-Rey, ma anche Come te nessuno mai (1999) dove interpreterà il capo della polizia.
Dopo essere stato diretto anche da Davide Ferrario nello scandaloso Guardami (1999), firma il suo capolavoro Un delitto impossibile (2000) con Lino Capolicchio, Ivano Marescotti, Carlo Cecchi, Angela Molina e Silvio Muccino, tratto dal romanzo "Procedura" di Salvatore Mannuzzu e che racconta l'omicidio al cianuro di un procuratore sassarese. Ma Grimaldi farà ancora meglio nel piccolo schermo firmando la fiction Gli insoliti ignoti (2003) e i telefilm Distretto di polizia (2001-2007), Le stagioni del cuore (2004) e La moglie cinese (2006).
Dopo il piccolo ruolo del direttore di produzione nella pellicola Il caimano (2006) di Nanni Moretti, torna al cinema con la trasposizione dell'omonimo romanzo di Sandro Veronesi Caos Calmo (2008) dove questa volta dirige lui Moretti. Riprendendo le lezioni di Zavattini, Rossellini e Petri, Grimaldi appare delicato, simpatico, un po' celentaniano (come l'hanno definito molti), ma capacissimo di trattare con affetto e restituire alla sua naturalezza un Paese, quale l'Italia, che ha sempre affascinato i più grandi cineasti di casa sua e non: gli aneddoti, la quotidianità, i crimini e i misfatti, la normalità e l'orrore, non fanno che altro che dire "ti amo" a questa grande terra che è costellata da piccole metropoli contemporanee.
Non bisogna dar retta a chi afferma che Grimaldi è un attore senza stile, fragile, bozzettiscito, melenso e fin troppo verboso, dato che proprio la frammentazione e la rapidità delle vicende, la quantità e la varietà di personaggi producono uno stile dinamico. Narratore di cialtronerie e provincialismi, amoralità compiaciute e ciniche Grimaldi fa parte di quel cinema italiano sommerso che, come dice Fabio Bo "merita più considerazione mediatica e distributiva".

Ultimi film

Commedia, (Italia - 2019), 87 min.
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