Anno | 1999 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Gabriele Muccino |
Attori | Anna Galiena, Silvio Muccino, Giuseppe Sanfelice, Enrico Silvestrin, Luca De Filippo Giulia Steigerwalt, Valeria D'Obici, Luis Molteni, Gisella Burinato, Cesare Apolito, Mauro Marino, Giorgio Pasotti, Diane Fleri, Giulia Carmignani, Giulia Ciccone, Simone Pagani, Caterina Silva, Sara Pelagalli, Saverio Micheli, Cristiano Iuliano, Nicola Campiotti, Alessandro Palombo. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,16 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 30 marzo 2021
Argomenti: Teen movie italiani
Le 'okkupazioni' di fine Anni Novanta vengono messe a confronto con la mitologia sessantottina, appannaggio di genitori incerti.
CONSIGLIATO SÌ
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Film in famiglia per Muccino, che decide di raccontare le okkupazioni attuali messe a confronto con la mitologia sessantottina, ora appannaggio di una generazione di genitori incerti. Tenerezze casalinghe senza troppa nostalgia, con sicura guida della credibile Galiena. I ragazzi di questo film lavorano con abilità consumata, ridando puntualmente la battuta ai "grandi". Un piccolo film che è risultato giustamente gradito a quanti (e non sono, purtroppo, molti) sono riusciti a vederlo.
Come te nessuno mai è un elogio dell’adolescenza, vista come età in cui si vive tutto in modo estremo, ci si sente al centro del mondo, si desidera crescere e si ha paura di crescere, si sta tra voglia di distinguersi e voglia di essere accettati. È l’adolescenza come l’età dell’eccesso, dell’intensità, dell’impeto, della sete di unicità e irripetibilità; l’età dei sogni, delle paure, delle iniziazioni, delle prime delusioni, del narcisismo, delle incertezze, delle contraddizioni, dell’ideale (politico e amoroso), dell’educazione sentimentale, della brama di libertà e ribellione; l’età degli scontri con la famiglia, con la società, con il mondo esterno; l’età del distacco dai genitori e dall’infanzia; l’età dell’apertura infinita delle possibilità. Il film è costituito da tre nuclei narrativi e tematici: la dimensione politica, pubblica, corale (l’occupazione della scuola); la dimensione sentimentale, privata, intima (centrata sul personaggio di Silvio); la famiglia, i rapporti tra genitori e figli. Nella dimensione politica, i ragazzi, con l’occupazione, vogliono appropriarsi sia pure temporaneamente della scuola e trasformarla nel loro spazio esclusivo, nella loro Utopia. Nella dimensione privata, i ragazzi vivono la voglia e la paura di raggiungere la maturità fisiologica. Nei rapporti tra genitori e figli confluiscono dimensione politica e dimensione privata. Genitori e figli sono divisi soprattutto sul piano della dimensione politica. Silvio si scontra con i genitori perché pensa che abbiano dimenticato e tradito gli ideali per cui hanno lottato in gioventù, negli anni ’60. Il padre di Silvio pensa che i veri ideali siano stati quelli della sua generazione. Silvio si oppone a questo pensiero del padre, crede nell’autenticità delle proprie idee e lotte. La lontananza tra due contesti storico-politici molto diversi, e 30 anni di vissuto, marcano la divisione tra genitori e figli. Tuttavia, tra le due generazioni ci sono anche vicinanze. Come i figli, anche i genitori hanno lottato per i propri ideali, hanno sperimentato amori, moti di ribellione. Ciò che ricorre nel tempo, nel succedersi delle generazioni, fa parte della dimensione privata.
Alla sua seconda opera da regista,Muccino fa esordire il fratello adolescente come attore,e si serve di una situazione abbastanza canonica sia nella fine degli anni '90 che in tempi più recenti:l'occupazione di una scuola,in questo caso secondo l'adolescenza borghese romana(ma è più o meno lo stesso da tutte le parti).
Ecco fatto. Muccino (Gabriele, il regista) ci distilla il suo urlato ritratto (più che altro, un bozzetto da bambino d'asilo) di una gioventù romana zeppolosa, urlata e idealqualunquista con la vanagloriosa e sfacciata superbia dello spaccato generazionale. In realtà, nonostante il buon Silvio (Muccino, l'attore...?) abbia ragione da vendere quando fa notare al padre che [...] Vai alla recensione »
Questo è stato il primo film di Muccino che ho visto ai tempi del liceo (infatti 1999). Un film che parla da solo, molto utile ai giovani che affrontano il periodo della post adolescenza e si preparano alla maturità dei 18 anni. Anche se ha quasi 20 anni lo suggerisco sempre perché è uno di quelli che non muore mai.
Il film centra molto una generazione anche se è molto focalizzato sulla realtà romana. Tuttavia è ben fatto anche se troppo autobiografico (non so a biografia di chi, ma è troppo ben fatto per essere pura invenzione).
Grande Silvio, il tuo film migliore: GRANDEEEEE!!!!!
Ce la faranno i giovani e meno giovani spettatori al di sopra delle linea gotica a capire quello che si dicono i giovani romani di Come te nessuno mai? Speriamo di sì. O comunque facciano un piccolo sforzo. Perché il film di Gabriele Muccino è il primo, in anni (e almeno dai tempi di Mignon è partita), che sappia parlare di adolescenti, ragazzi, occupazioni scolastiche, amori più virtuali che reali, [...] Vai alla recensione »
L'amore e la perdita della verginità ai tempi dell'occupazione di un liceo romano. ll passo della pantera studentesca è distratto dai discorsi e dagli equivoci sentimentali. Le confidenze, le ripicche, le gelosie, le incertezze, le attese che accompagnano la "gita" verso la maturità. Maschi e femmine, insieme e simili, nella classe mista della vita.
Per il suo ritmo e la sua freschezza ha costituito la grande sorpresa dell'ultimo Festival di Venezia . Gabriele Muccino, alla sua seconda regia (quella d’esordio s’intitolava Ecco Fatto), riesce ad assemblare un film dove ogni tassello, magicamente, trova il giusto posto nel mosaico generale; e con un tema niente affatto semplice da trattare senza cadere nel 'già visto e sentito' - ma qui il merito [...] Vai alla recensione »
Film di sedicenni schietto e divertente. Al centro della storia, l'occupazione del liceo durante tre giorni, col desiderio di rivolta e la certezza dei ragazzi di poter cambiare il mondo senza dover affrontare ostacoli troppo aspri o insormontabili; la scoperta dell'amore con tutta la sua forza sentimentrale; i rapporti sempre inevitabilmente tempestosi con i genitori dimentichi di aver partecipato [...] Vai alla recensione »
«Ricordati che stai vivendo l’età più bella della tua vita»: non c’è frase sentenziosa degli adulti che faccia arrabbiare di più gli adolescenti. Non importa un bel nulla che sia al 99% vera. Al ragazzo, i suoi anni sembrano difficilissimi, ammorbati da conflitti irrisolvibili, schiacciati dall’incomprensione dei grandi. Proprio come capita al gruppo di sedicenni protagonisti di Come te nessuno mai, [...] Vai alla recensione »
Sui titoli di testa di Come te nessuno mai scorrono stralci di notiziari d'epoca che riepilogano sotto brevità alcuni capitoli della recente storia italiana, dal 1968 ai giorni nostri. Si inquadra così l'arco trentennale che separa l'esperienza contestataria del protagonista sedicenne Silvio da quella dei suoi genitori (Luca De Filippo e Anna Galiena), ex sessantottini imborghesiti.
"A sedici anni tutto viene preso con estrema serietà. Sarà perché a quell'età c'è un gran bisogno di assoluto". Ecco spiegato, nelle parole del trentenne Gabriele Muccino, il titolo di Come te nessuno mai, film generazionale ma non modaiolo che si affaccia alla prova del pubblico. E chissà che non la vinca: se lo meriterebbe questo bildungsroman gentile nel tocco e attendibile nell'osservazione dei [...] Vai alla recensione »
"Che manona". Silvio (Silvio Muccino) è seduto accanto alla madre (Anna Galliena, brava come sempre). Discutendo, lui agita le mani. E lei, appunto, se ne esce con un "Che manona". Siamo verso la metà di Come te nessuno mai (Italia, 1999, sempre più convinti che il film di Gabriele Muccino abbia una dignità inusuale per il cinema italiano corrente. Non pare sia determinante davvero di che cosa i due [...] Vai alla recensione »
Silvio Danese Bee boys, pariolini, alternativi, "precisi", punk: l'iconoteca liceale metropolitana sviscerata in una storia d'amore e d'amicizia tra diciasettenni. Una commedia d'adolescenti nella quale gli adulti vengono intrappolati a riconoscersi nelle differenze, esemplare, emozionante, scritta dal regista Gabriele Muccino con il contributo del fratello Silvio (anche protagonista).