| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 107 minuti |
| Regia di | Carolina Cavalli |
| Attori | Chris Pine, Benedetta Porcaroli, Lucrezia Guglielmino, Marco Bonadei, Eva Robin's Roberta Da Soller. |
| Uscita | giovedì 4 dicembre 2025 |
| Distribuzione | PiperFilm |
| MYmonetro | 2,81 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 agosto 2025
Una giovane ragazza di nome Holly è convinta di essere la versione sbagliata di se stessa, finché non incontra una bambina di 7 anni che le fa cambiare idea. Il film è stato premiato a Venezia,
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CONSIGLIATO SÌ
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Holly è una studentessa di Fisica che ritiene di non piacere a nessuno, men che meno a se stessa. Lavora presso una pista di pattinaggio, si relazione agli altri proponendo piccoli ricatti per ottenere piccoli favori, e non si fida di anima viva. Un giorno si imbatte in Arabella, una bambina che le assomiglia fisicamente e che ha un pessimo rapporto con il padre, scrittore di successo ma affetto dal complesso di non essere Jonathan Franzen. Arabella fa immediatamente leva sul senso di immedesimazione che Holly prova verso di lei, le dice di chiamarsi anche lei Holly, e la giovane donna si convince che l'universo le abbia dato una seconda possibilità di rivivere (meglio) la propria vita. Ma le cose non andranno secondo i suoi piani, e la sua fuga in avanti rischierà di dirigerla verso l'abisso.
Alla sua seconda regia e sceneggiatura dopo Amanda, Carolina Cavalli scrive e dirige Il rapimento di Arabella come il tentativo di una giovane donna borderline di riscrivere il proprio passato, incarnando uno smarrimento generazionale che anagraficamente le appartiene, e dando voce ad un dolore esistenziale riconoscibile.
Ma il problema è una forma filmica eccessivamente debitoria del cinema indie americano: durante tutta la messinscena ci si aspetta di veder spuntare Harry Dean Stanton, si respira un'aria da Sundance Institute e si intravvede in filigrana il lavoro di autori come Sean Baker, Jonathan Dayton e Valerie Faris, il primo Wes Anderson e tutte le Coppola. Molti personaggi si assomigliano fra loro, o assomigliano a qualche icona indie: uno per tutti il già citato poliziotto (ben interpretato da Marco Bonadei) che pare un sosia di Nick Cave, nonché la versione adulta del bambino Topper che Arabella incontra lungo il suo percorso. Cavalli ha una mano felice di regia, ma la messa in scena è eccessivamente (e talvolta inutilmente) artificiosa, così come la sceneggiatura è competente dal punto di vista "tecnico" ma troppo concentrata sulla sua "quirkiness". La formazione di Cavalli comprende relazioni internazionali, come quella con il regista Babak Jalali (qui in veste di montatore), in una sorta di factory che è una bellissima idea di cooperazione artistica globale, ma rischia di schiacciare l'individualità dell'autrice. Anche il casting di Chris Pine nel ruolo di Oreste, il padre di Arabella, uno scrittore americano, appare più un tributo alla distribuzione americana che una reale necessità creativa.
Per contro Cavalli ha una mano eccezionale nella direzione degli attori, in particolare i bambini (la piccola Lucrezia Guglielmino nei panni di Arabella è straordinaria) e un senso estetico raffinato ed elegante, che tende a togliere il superfluo da ogni inquadratura - ma anche purtroppo a renderla più glocal che universale. L'idea di incontrare il proprio sé bambina e ricostruire il proprio passato danneggiato, in sé bellissima e in qualche misura reminiscente di Petite Maman, si infrange su una messa in scena che sembra pagare pegno ad ogni passo ad un cinema che culturalmente non ci appartiene, senza quel senso di alterità e quello sguardo estraneo che Wim Wenders manteneva evidente nelle sue peregrinazioni oltreoceaniche. Cavalli raffigura Holly come un'aliena, ma il contesto in cui si muove rischia di risultare alienante per il pubblico italiano. La cifra lunare e lunatica di Il rapimento di Arabella, come del precedente Amanda, è invece una caratteristica autoriale interessante, come lo sono le raffinate scelte musicali. Anche la volontà di creare protagoniste in qualche misura sgradevoli e "sbagliate" e il loro desiderio di essere accettate anche in quella sgradevolezza sono scelte coraggiose. Ma Cavalli dovrà affrancarsi dal panorama indie per trovare una sua cifra più originale. Nota di merito alla bella fotografia di Lorenzo Levini, già DOP di Amanda e di Troppo azzurro, che mostra un'ottima capacità di incorniciare esteticamente lo straniamento esistenziale.
Holly (Benedetta Porcaroli) incontra Arabella (Lucrezia Guglielmino), figlia di uno scrittore in crisi (Chris Pine), e, vedendo riflessa in lei una versione aurorale della se stessa bambina, parte insieme a lei in un lungo viaggio in automobile che si configura però come un rapimento. Carolina Cavalli è una cineasta interessante che possiede una voce riconoscibile e che non teme di sfidare le convenzioni [...] Vai alla recensione »
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Carolina Cavalli aveva presentato il suo primo lungometraggio, Amanda, tra le fila di Orizzonti Extra alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 e ora torna, sempre nella cornice della sezione parallela, con Il Rapimento di Arabella. Classe '91, la giovane regista italiana che ha fatto furore all'estero con la sua opera prima ci immerge nuovamente nello stralunato cosmo di graffiante ironia e rapporti [...] Vai alla recensione »
Il rapimento di Arabella, secondo lungometraggio da regista e sceneggiatrice di Carolina Cavalli, ha debuttato in concorso all'82ma Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Prodotto da Elsinore Film, The Apartment e PiperFilm, la seconda fatica della cineasta di Amanda vede ancora una volta protagonista Benedetta Porcaroli, in un cast che include anche Lucrezia Guglielmino, Chris Pine, [...] Vai alla recensione »
Lo sguardo è al femminile nel cinema di Carolina Cavalli. Amanda, Arabella: le sue sono giovani donne in tempesta, ragazze in crisi esistenziale. Sono alla ricerca di un amore, meritano di ricevere affetto per quello che sono. Il rapimento di Arabella è una prosecuzione teorica di Amanda. Si passa dall'essere rinchiuse in una situazione soffocante, al cercare la libertà.
Holly, ventotto anni, è una ragazza profondamente disillusa. La vita non ha preso la strada che lei avrebbe voluto per se stessa, o almeno così lei crede. Quando incontra una bambina di nome Arabella, si convince di aver trovato la sé stessa di un tempo. Può essere l'occasione per dare un secondo finale al suo passato, andando oltre ciò che è stato, mettendo da parte rimpianti e aspettative fallite. [...] Vai alla recensione »
Sono trascorsi tre anni da quando Carolina Cavalli ha esordito alla regia (e alla Mostra di Venezia) con Amanda, commedia vagamente schizoide su una ragazza che non conosce l'amicizia: ecco che la cineasta milanese torna alla carica con Il rapimento di Arabella, sempre ospitato nella kermesse lagunare ma con un piccolo salto di qualità, passando dal concorso della sezione Extra a quello di Orizzonti [...] Vai alla recensione »
In concorso nella sezione Orizzonti dell'82esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Il rapimento di Arabella riporta dietro la macchina da presa una delle autrici più interessanti e geniali degli ultimi anni, Carolina Cavalli. Dopo il successo (meritatissimo) di Amanda, presentato alla Biennale 2022, la cineasta confeziona un'altra opera semplice ma originalissima e ritrova la [...] Vai alla recensione »
Che Carolina Cavalli avesse un modo di fare ironia tutto suo e oggi inedito in Italia lo aveva dimostrato molto bene già con Amanda, film d'esordio presentato al Festival di Venezia nel 2022. Al festival torna anche nell'edizione 2025, portando in competizione di nuovo nella sezione Orizzonti "Il rapimento di Arabella", che arriverà nelle sale dal prossimo 4 dicembre.