Un film a episodi per celebrare il centesimo anniversario dell'Archivio Luce. Espandi ▽
Da un progetto di Maura Cosenza è nata questa compilation di sette cortometraggi che vede impegnati nomi noti del nostro cinema impegnati nell'utilizzo originale dello sterminato materiale dell'Archivio Luce che dal 1924 raccoglie e custodisce filmati. Ne nasce un'interessante proposta alternativa che potrebbe fare da apripista a una valorizzazione originale della memoria collettiva consentendo di compiere un produttivo viaggio nel nostro tempo.
Come utilizzare materiale d'archivio in modo creativo. Istruzioni per l'uso. L'idea di Maura Cosenza si rivela vincente e spazza via qualsiasi rischio in materia. L'affidare ad Andreozzi, Bruno, Gerini, Leo, Mazzoleni, Papaleo, Sibilia consente di sviluppare sette modalità di utilizzo del materiale d'archivio che vanno dalla narrazione in prima persona al dialogo passando per altre variazioni.
Ogni regista (a volte anche protagonista o coprotagonista) ha lavorato su tematiche che sente più vicine. Recensione ❯
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Asif Kapadia presenta Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia un documentario che guarda al futuro e alle sfide che il mondo dovrà affrontare tra 50 anni. Espandi ▽
Nel 2073 la capitale delle Americhe (non degli Stati Uniti) è New San Francisco, una città desertificata e devastata dall’inquinamento, monitorata in ogni angolo da frotte di droni, videocamere di controllo e polizia, anche robotica. Trentasette anni prima si è verificato l’Evento: un disastro meteorologico, politico, sociale. In un ex magazzino Bloomingsdale’s sopravvivono alcuni resistenti, tra cui Ghost che dopo l’Evento ha smesso di esprimersi verbalmente, ma la cui voce fuori campo guida lo spettatore. Il film inizia con il suo lanciare un messaggio nella bottiglia. “Nessuno ha fatto qualcosa per fermarli. È troppo tardi per me. Ero sola. Potrebbe non essere troppo tardi per voi”. 2073 è opera che stordisce, con la sua successione vorticosa di dichiarazioni, immagini violente di repressione ed esercizio autoritario e autoreferenziale del potere politico, non più concentrato sui bisogni della comunità umana. Recensione ❯
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La tragica storia di Saman Abbas, giovane pakistana uccisa dalla propria famiglia perché ha rifiutato un matrimonio combinato. Espandi ▽
Saman, una giovane pakistana di 18 anni, viene uccisa perché rifiuta il matrimonio combinato dalla sua famiglia. Non è la prima volta che succede, altre come lei hanno fatto la stessa fine. Il caso mediatico scuote il piccolo Comune di Novellara, nel Nord Italia, fino ad allora esempio di integrazione tra le comunità straniere. La sua storia è il racconto della lotta per la libertà delle ragazze pakistane, tra omertà, paura e conflitto generazionale. Come Amina, una giovane pakistana che vive nelle stesse zone e che vuole una sola cosa: essere libera. Recensione ❯
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Una donna ucraina riflette come la politica e la cultura attorno a lei l'abbiano influenzata. Espandi ▽
Svitlana, ucraina di lingua russa, esamina la sua coscienza e cerca di trovare risposte alla domanda su come il totalitarismo sovietico e la russificazione abbiano influenzato i rapporti all'interno della sua famiglia. Recensione ❯
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Il continuo del racconto di un piccolo villaggio ungherese iniziato con il film precedente. Espandi ▽
I personaggi di The Hungarian Village tornano in questo film: ritroviamo le giovani operaie e le contadine del villaggio, gli adulti e i giovani. Ci sono anche Marika e sua madre, i loro racconti, le loro vite determinate da antiche usanze, da sguardi esterni. La loro vergogna e la loro determinazione. Judit Elek ritorna nei luoghi del suo film precedente, riprendendo e rimontando interviste, incontri, immagini della vita quotidiana. Recensione ❯
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I materiali d'archivio si trasformano in resistenza militante in quest'opera sulla storia della Palestina. Documentario, Germania, Brasile, Francia, Qatar2024. Durata 78 Minuti.
Documentario e tecniche sperimentali si fondono per raccontare l'invasione di Beirut nell'estate del 1982 quando il Palestinian Research Centre è stato reso al suolo. Espandi ▽
A seguito dell’invasione del Libano nel 1982, l’esercito israeliano sequestra dei documenti dagli uffici del Palestine Research Center a Beirut, rendendo inaccessibili delle importanti testimonianze – testi e immagini – sulla vita nei territori palestinesi dei cinquant’anni precedenti. Attraverso il recupero di materiali d’archivio, Kamal Aljafari organizza cronologicamente frammenti storici presentando una visione della Palestina e dei suoi abitanti che altrimenti resterebbe nascosta. Non è facile per un film “di montaggio” essere attivamente militante e sovversivo, ma il regista palestinese Kamal Aljafari riesce nell’impresa assemblando un puzzle visivamente eterogeneo, che tocca registri del documentario ma anche di cinema sperimentale. Il tutto dando un importante segnale dell’esistenza storica e radicata della sua patria. Un segnale che non è significativo solo per ciò che rivela ma anche per l’orgoglio insito nell’atto del disvelamento. La sua firma più stridente è un tratto rosso vivo che va ad annotare le immagini, a rimuovere titoli e didascalie, o a coprire volti di attori in produzioni israeliane di finzione. Resistenza che si fa grido di dolore, fino a riempire di questo inserto sanguinoso le fibre stesse della pellicola. Recensione ❯
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Una documentazione ravvicinata che immortala un simbolo della resistenza passiva della condizione palestinese. Documentario, Italia, Libano, Francia, Colombia2024. Durata 70 Minuti.
Un giorno nella vita di una comunità di rifugiati palestinesi nell'ospedale abbandonato noto come ex Gaza Hospital a Sabra (Beirut, Libano) attraverso gli occhi dell'undicenne Arafat. Espandi ▽
Il Gaza Building, un ex ospedale dell'OLP, è un simbolo della sopravvivenza palestinese nel campo profughi di Sabra (Beirut) a nord del campo di Shatila. Negli undici piani dell'edificio, l'adolescente Arafat passa il tempo a spiare il suo vicino, a distruggere le parti cadenti della struttura e ad addestrare il suo cane. Insieme al suo amico Muhammad pensa a come esplorare i sotterranei proibiti, dove «ci sono solo sesso, droga e morte». Nel frattempo tutti nel palazzo parlano della storia probabilmente falsa di un uomo che è caduto dal quarto piano dell'edificio per motivi ignoti. Recensione ❯
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Due registi cercano di ricostruire la vita di un sessantasettenne affetto da una forma di schizofrenia. Espandi ▽
Il ritratto intimo e doloroso del sessantasettenne Lloyd, affetto da una forma di schizofrenia che sopravvive tra i detriti urbani, vende oggetti di recupero e dorme nei depositi di rottami. Quando emerge un dettaglio sorprendente del suo passato, i due registi cercano di aiutarlo a ricomporre i frammenti della sua esistenza, un puzzle di astrazioni dolorose che parte dalla sua infanzia. Recensione ❯
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Un evento inatteso fa saltare i piani di vita libera nella foresta norvegese per
una famiglia di sei. Osservazione onesta e sentimentale di una scelta
radicale. Documentario, Norvegia2024. Durata 84 Minuti.
Maria e Nik hanno lasciato la città e si sono trasferiti con i loro figli nelle terre selvagge della foresta. Quando però a Maria viene diagnosticato un cancro, dovranno tornare nella società. Espandi ▽
Premiato al Sundance Film Festival (Gran premio della giuria nella sezione World Cinema Documentary) A New Kind of Wilderness era nato, nelle intenzioni della regista Silje Evensmo Jacobsen, come documentario di osservazione della famiglia di Maria Gros Vatne (1978-2019), fotografa norvegese dalla vita eccentrica, per poi ritrovarsi stravolto dalla sua improvvisa scomparsa. L'oggetto delle riprese è diventato quindi in corso d'opera la reazione di Nik e dei bambini alla nuova vita senza Maria (anche se la sua voce torna di tanto in tanto, fuori campo, così come le immagini da lei catturate), lungo un arco di circa tre anni. Il rischio maggiore, per la macchina da presa di Jacobsen, era rispettare questo contesto senza approfittare della loro vulnerabilità. Recensione ❯
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Il documentario narra la storia del naufragio del 3 ottobre 2013, avvenuto di fronte alle coste di Lampedusa, attraverso la testimonianza di Vito Fiorino, il pescatore siciliano che con altri si prodigò per salvare la vita a 47 persone. Recensione ❯
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Una regista si avventura negli archivi della madre fotografa per costruire una storia personale di amore, perdita e ritrovamento di qualcuno nel lavoro che si lascia alle spalle. Recensione ❯
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Il documentario racconta il tour "fuori-teatro" della Compagnia Artemis Danza e della sua direttrice e coreografa Monica Casadei. Espandi ▽
La Compagnia Artemis Danza con venticinque anni di attività è tra le più longeve del panorama italiano, con oltre quaranta produzioni originali rappresentate nei più importanti festival nazionali e internazionali e la macchina da presa, in maniera discreta, ne ha seguito giorno per giorno il tour, mostrando le vicissitudini quotidiane dei protagonisti, raccontando i viaggi, le esibizioni, gli incontri, ma anche le difficoltà e le paure del momento, i sogni e le aspettative dei danzatori, rappresentative di quelle di migliaia di professionisti dello spettacolo in Italia. Gli spettacoli sono realizzati con coreografie originali su Opere di patrimonio internazionale, riadattate e riarrangiate quali: "Traviata", "Tosca e Butterfly", "Carmen", "Figaro", il "Barbiere di Siviglia", e su opere di nuova edizione appositamente composte da un giovane e di talento autore italiano, come quella ispirata all'Inferno di Dante o a Fellini. Recensione ❯
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Un documentario che offre la prospettiva di chi protegge la foresta e chi inneggia al progresso. Espandi ▽
La gente delle foreste suona i tamburi per mantenere vivi i propri canti. Quelli della città gridano "Progresso!" Ancora altri si precipitano per impadronirsi dei tesori della terra, solo per essere accolti da nuove voci che gridano in segno di sfida. Recensione ❯
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Il giovane pastore Felix trascorre dei mesi in alta montagna con il suo gregge e altri periodi a valle con gli animali, portando avanti una radicale scelta di vita che va in direzione contraria rispetto alla globalizzazione. Espandi ▽
Nelle Alpi francesi, lontano da tutto, Felix accudisce il suo gregge vivendo per mesi in un mondo inaccessibile dove si aggira un essere invisibile: il lupo. La solitudine avvolge le sue giornate in montagna riempite dal rendersi cura degli agnelli, dalla costruzione di recinti, dalla poesia. Più a valle c'è il paese. E si trova la fattoria che rappresenta l'altro luogo di vita e lavoro contadino di questo giovane pastore nel periodo in cui gli animali vengono spostati nelle stalle e nei campi. Prima che inizi un'altra stagione e si torni in alta montagna con il gregge. Felix vive da solo e lavora con il padre portando avanti una radicale scelta di vita che va in direzione contraria rispetto alla globalizzazione. Recensione ❯
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