QUIR è un negozio di pelletteria nel centro di Palermo, gestito da Massimo e Gino una coppia queer che è insieme da quarantadue anni. Il negozio è un importante punto di incontro per la comunità LGBTQI+ palermitana, un luogo dove si accoglie, si confessa e si cura. Tramite le voci delle persone che attraversano il negozio, il film racconta uno spaccato della storia della comunità queer siciliana e della lotta per i propri diritti, in una Sicilia ancora pervasa dalla cultura patriarcale. Recensione ❯
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La vita e le lezioni del Dalai Lama sulla compassione e la pace interiore come chiavi per il benessere personale e globale. Espandi ▽
Un documentario che offre un ritratto cinematografico del 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, in occasione del suo novantesimo compleanno. Nel film, il leader spirituale si rivolge direttamente al pubblico, condividendo la sua saggezza sulla ricerca della felicità nel mondo contemporaneo. La pellicola combina immagini personali del Dalai Lama, filmati d'archivio storici e scene attuali delle sfide globali che l'umanità affronta oggi. Recensione ❯
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La vita a New York dopo i Beatles di John Lennon con la moglie Yoko Ono è al centro dell'ultimo documentario di Kevin Macdonald, co-diretto con Sam Rice Edwards. Espandi ▽
La vita a New York dopo i Beatles di John Lennon con la moglie Yoko Ono è al centro dell'ultimo documentario di Kevin Macdonald, co-diretto con Sam Rice Edwards. Il documentario ricorda il concerto di beneficenza One to One di Lennon del 1972, ultima esibizione a tutto palco al Madison Square Garden di New York, con Yoko Ono al suo fianco. Il film include anche del materiale inedito: audio di concerti remixati da Sean Ono Lennon, filmati restaurati e archivi personali come telefonate e riprese amatoriali registrate dagli stessi Lennon e Ono. Recensione ❯
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Il racconto corale di una comunità in crisi, divisa tra le tentazioni e le minacce di quel mondo a cui aveva cercato di sottrarsi e la preservazione di uno stile di vita proprio, fuori dalle norme. Espandi ▽
Honeydew in inglese letteralmente significa melata, cioè la sostanza lasciata dagli afidi sulle foglie. Qui finisce con il rappresentare una comunità che nella prima metà degli anni Settanta finì con il costituirsi in una località della California. In terreni a cui nessuno era interessato iniziò una coltivazione illegale di marijuana che forniva un’importante integrazione ai non elevati stipendi di chi lavorava. Oggi quelle coltivazioni sono consentite e proprio per questo sono iniziati i problemi. Bergonzi e Parolini ci introducono in punta di piedi in una comunità che alcuni avrebbero messo e continuerebbero a mettere all’indice. Ma le cose sono cambiate. Ciò che un tempo era illegale ora non lo è più. Tutto bene dunque, verrebbe da dire. Invece no. Perché alle leggi che punivano la coltivazione e la vendita della marijuana oggi si è sostituita la legge del mercato con i lacci e i lacciuoli burocratici. Honeydew è uno di quei documentari che costruiscono la loro narrazione su porzioni di assurdo purtroppo reale che talvolta neppure la fantasia più accesa riesce ad immaginare. Recensione ❯
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Una storia di grande ispirazione, forza, coraggio e determinazione che racchiude i valori universali dello sport, incarnando l'esempio di chi sfida i limiti rendendoli un punto di forza. Espandi ▽
La protagonista è Ambra Sabatini, campionessa e atleta paralimpica che ha saputo affermarsi e farsi apprezzare da milioni di persone in Italia e nel mondo grazie ai risultati che ha raggiunto nel tempo, conquistando la medaglia olimpica a Tokyo nel 2020 e il nuovo record del mondo ai mondiali di Parigi 2023. Una telecamera seguirà Ambra per la realizzazione del docufilm nel suo quotidiano, tra allenamenti, incontri e appuntamenti e le riprese accompagneranno la giovane atleta fino alle Paralimpiadi di Parigi del 2024. Recensione ❯
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Un bambino viene adottato ma qualche anno dopo la madre naturale chiede di lui. I genitori adottivi decidono di andarla a cercare. Espandi ▽
È il 2008 quando Francesca e Simone, una coppia di italiani, ottengono dopo un iter di due anni l’adozione di Vakhim, un bambino di quattro anni proveniente da un villaggio cambogiano. Lo vanno a prelevare da un orfanotrofio, documentando tutto con la loro piccola videocamera digitale. Non la spegneranno più, nei mesi e negli anni a venire, per tracciare puntualmente l’ingresso di Vakhim in un Paese nuovo, con una lingua e una cultura differenti.
“Per la legge siamo una famiglia ma in realtà siamo degli estranei che improvvisano un copione sconosciuto”, dice nei primi momenti del film la voce di Francesca Pirani, che accompagna le immagini per tutto il suo corso.
Una lunga osservazione, nell’arco di quindici anni, della conoscenza reciproca tra un bambino che parla solo khmer e due genitori attenti, affettuosi e decisi a rispettare e abbracciare le sue radici. La sfida tecnica del film è armonizzare due piani: quello di osservazione, fatto di home movies, e quello della ricostruzione finzionale con attori in Cambogia, nel tentativo di cogliere ciò che è misterioso. Recensione ❯
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Una recherche personale che coinvolge presente e futuro del pianeta Terra, indagando il mondo della pesca. Documentario, Italia, Francia, Tunisia, Senegal2024. Durata 72 Minuti.
Un viaggio emozionante e intimo che esplora il cambiamento climatico, l'inquinamento e la pesca industriale attraverso gli occhi di chi ha visto il mare cambiare. Espandi ▽
Ilaria Congiu ha, sin dall'infanzia, un legame stretto con il mare. In questo suo documentario completa il dialogo con il padre che ha un'azienda che esporta pesce congelato dal Senegal. Il loro confronto sull'ecosistema, di cui gli oceani e i mari sono componenti fondamentali, si fonde con quello di altre persone che del mare o sul mare vivono e ne conoscono a fondo i mutamenti.
Una recherche personale che si allarga coinvolgendo il presente e il domani del pianeta Terra indagando passato e prospettive del mondo della pesca.
La regista Ilaria Congiu si interroga su come l'industria e le leggi che da essa finiscono (ci si perdoni il gioco di parole) con il farsi dettare legge abbia alterato e sconvolto il rapporto tra l'uomo e il mare creando distorsioni in cui il solo profitto finisce con l'essere al centro, dimenticando l'uomo. Recensione ❯
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Andersen prosegue la sua ricerca personale e presenta un doc avvincente sul legame fra religione e violenza sugli animali. Documentario, USA2024. Durata 111 Minuti.
Un'affascinante indagine che sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all'etica e al nostro rapporto con gli animali. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
Kip Andersen e Kameron Waters allestiscono un'inchiesta sul rapporto fra religione e animali, scoprendo una rete di contraddizioni e ambiguità che incrocia gli interessi delle principali religioni monoteiste e la società capitalista. A partire dalla domanda «Esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale?», i due registi s'interrogano sulla propria fede, sulle necessità alimentari dell'umanità e intraprendono un giro del mondo in cui intervistano teologi, archeologi, allevatori, produttori e sciamani per rivelare ciò che definiscono «il più grande insabbiamento degli ultimi 2000 anni».
Al centro c'è ovviamente l'industria della macellazione degli animali, dagli Stati Uniti ossessionati dalla carne bovina all'India che considera le vacche creature sacre, ma il discorso discende fino alle origini della religione (soprattutto cristiana, ma anche buddista e islamica) come modo per regolare il rapporto fra uomo e natura.
I due autori commentano le loro stesse immagini come voce narrante; danno interpretazioni e tirano le fila dei loro discorsi; ipotizzano complotti e si dipingono come militante contro il sistema; costruiscono il film come un viaggio che mostra la sua stessa costruzione (ad esempio, tenendo conto di tutti i tentativi andati a vuoto di intervistare il Dalai Lama e chiedergli perché per una buddista la carne di un animale morto si può mangiare). Recensione ❯
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Un documentario che non fa sconti ma ci invita a porci delle domande su una realtà che non vogliamo vedere. Documentario, Italia2024. Durata 86 Minuti.
L'umanità che vive attorno alla stazione Termini di Roma vista insieme ad uno dei suoi componenti. Espandi ▽
Damiano (35 anni), fuggito dall’ospedale psichiatrico di Breslavia, in Polonia, è arrivato a Roma alla ricerca di una nuova vita e, senza un soldo in tasca, si è immerso nel brulicante mondo che bazzica intorno alla stazione Termini. Rifiutandosi di vivere come un senzatetto, ha trovato rifugio in una torre sulle antiche mura romane e ha cominciato a frequentare la determinata Sofia. Un documentario senza filtri che ci immerge in un microcosmo che chiunque sia passato dalla stazione Termini di Roma ha sicuramente sfiorato magari voltando lo sguardo. I due registi non hanno la benché minima intenzione di fare del pietismo e di tracciare un ritratto agiografico di questo mondo e dei suoi abitanti. Si mostra la realtà così come si presenta. Con le sue luci e con le sue ombre invitandoci a porci delle domande. Perché queste persone sono lì? Qual è il loro vissuto? Qualcuno ce lo racconta. Qualcuno, come Sofia, mostra un carattere deciso pur tra innumerevoli contraddizioni. Recensione ❯
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Un film che raccoglie circa cento opere restaurate dei fratelli Lumière. Espandi ▽
Chi credeva di conoscere i Fratelli Lumière solo perché ha contezza delle loro più famose "vedute" - L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, L'uscita dalle officine Lumière, La battaglia di palle di neve - dovrà ricredersi davanti ai 120 brevissimi film inediti firmati dai padri del cinema, restaurati dal laboratorio "L'immagine ritrovata" della Cineteca di Bologna e presentati da Thierry Fremaux, Direttore artistico del Festival del cinema di Cannes e dell'Institut Lumière di Lione, che riprende il suo viaggio iniziato nel 2017 con Lumière! La scoperta del cinema.
La voce narrante in francese di Lumière - L'avventura del cinema è proprio quella di Fremaux (in italiano quella di Valerio Mastandrea, che purtroppo non rende giustizia all'originale): ma quel che conta sono soprattutto le immagini, sorprendentemente moderne e ricche di suggestioni per la contemporaneità.
Lumière - L'avventura del cinema è un documento indispensabile non solo per i cinefili puri, che andranno in brodo di giuggiole davanti a questa cornucopia di immagini inedite, ma per il pubblico che vuole ricordare un mondo e un'epoca forgiatori di quelli attuali, carichi di energia innovativa, di speranza e assertività, diversamente dagli attuali tempi di rassegnazione ed impotenza. Recensione ❯
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Un'interessante riflessione sul nostro rapporto con il cibo, per stimolare un pensiero più consapevole. Documentario, Gran Bretagna2024. Durata 97 Minuti.
Un documentario che sfida le convenzioni sul veganesimo. Espandi ▽
Io non potrei mai diventare vegano.
"Dove prendi le proteine", "la soia sta distruggendo le foreste pluviali", "il cibo vegano è costoso", "il cambiamento climatico non esiste".
Non passa giorno senza che qualcuno dica a Tom perché non potrebbe mai diventare vegano.
Tom decide quindi di intraprendere un viaggio per indagare le tante ragioni che ha sentito nel corso degli anni, per capire se siano fondate o meno. Recensione ❯
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A Oristano, Monica Pais, Paolo Briguglio e una squadra di giovani veterinarie toste e appassionate curano tutti: animali domestici e selvatici, con o senza proprietari, in clinica e sotto i cieli di Sardegna. "Gli animali sono il collegamento con le nostre origini, non sono 'altro' da noi" - dicono Monica e Paolo, coppia nella vita e nel lavoro sin dall'università, con progetti sempre nuovi in cantiere.
Randagi investiti e galli inappetenti, agnelle infette e rapaci fratturati, cavalli anziani da sostenere e tartarughe ferite da ricucire. Poi visite, vaccini, sterilizzazioni: il documentario segue un ritmo che non è mai routine, perché c'è sempre un'urgenza, un nuovo arrivo, il pronto soccorso è sempre aperto, e la Sardegna, terra selvatica anche quando è domestica, ci mostra in ogni momento quanto delicato sia l'equilibrio tra noi e gli altri animali. Recensione ❯
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Un film a episodi per celebrare il centesimo anniversario dell'Archivio Luce. Espandi ▽
Da un progetto di Maura Cosenza è nata questa compilation di sette cortometraggi che vede impegnati nomi noti del nostro cinema impegnati nell'utilizzo originale dello sterminato materiale dell'Archivio Luce che dal 1924 raccoglie e custodisce filmati. Ne nasce un'interessante proposta alternativa che potrebbe fare da apripista a una valorizzazione originale della memoria collettiva consentendo di compiere un produttivo viaggio nel nostro tempo.
Come utilizzare materiale d'archivio in modo creativo. Istruzioni per l'uso. L'idea di Maura Cosenza si rivela vincente e spazza via qualsiasi rischio in materia. L'affidare ad Andreozzi, Bruno, Gerini, Leo, Mazzoleni, Papaleo, Sibilia consente di sviluppare sette modalità di utilizzo del materiale d'archivio che vanno dalla narrazione in prima persona al dialogo passando per altre variazioni.
Ogni regista (a volte anche protagonista o coprotagonista) ha lavorato su tematiche che sente più vicine. Recensione ❯
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Un film che ripercorre la vita e la grande carriera di Giacomo Agostini. Espandi ▽
Leggenda vivente e icona italiana a partire dagli anni Sessanta, Giacomo Agostini è stato uno dei più grandi piloti nella storia del motociclismo. Ha vinto più di chiunque altro (15 titoli mondiali tra le classi 350cc e 500cc) e ha traghettato il motomondiale verso la modernità. È sopravvissuto in un’epoca nella quale correre significava guardare in faccia la morte ad ogni gara, e ha contribuito a migliorare la sicurezza delle corse. Oltre ai successi e ai record, ha rivoluzionato la figura del pilota su due ruote, adottando per primo un approccio da sportivo professionista e imponendosi come una star anche fuori dalla pista. In maniera lineare ed efficace (un po’ come lo stile di guida di Ago), il docufilm ritrae il campione alternando filmati d’archivio e interviste allo stesso Agostini e ad altri piloti e addetti ai lavori. Ago ha battuto tutti i suoi rivali, da Mike Hailwood a Kenny Roberts, dal romagnolo Renzo Pasolini al finlandese Jarno Saarinen, e ha trasformato la figura del pilota: prima di lui i piloti erano considerati dei selvaggi; Ago farà invece della preparazione metodica, sia atletica sia mentale, una delle sue armi vincenti.
Lontano dalla pista, non tarda a diventare una celebrità. Recensione ❯
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Un documentario sugli attivisti di Ultima Generazione che centra l'obiettivo di mostrare le azioni del movimento. Documentario, Italia2024. Durata 90 Minuti.
La storia e le esperienze di questo gruppo di giovani pieni di volontà e voglia di vivere. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
"A partire dal 2018 sono nati in Europa e nel mondo movimenti di resistenza civile non-violenta che lottano per ottenere dai governi interventi immediati ed efficaci per contrastare la crisi climatica in corso. Uno di questi si chiama Ultima Generazione".
La didascalia sui titoli di testa è già rivelatrice. Le azioni di Ultima Generazione hanno spesso diviso l'opinione pubblica quando, per esempio, gli attivisti si sono stesi per strada e incatenati per bloccare il traffico, hanno colorato l'acqua come quella di Fontana di Trevi a Roma, si sono incollati con le proprie mani al vetro che protegge La Primavera del Botticelli il 22 luglio 2022. Sono anche intervenuti in prima persona, per esempio, in Toscana e in Emilia- Romagna dopo le alluvioni (i cui danni sono stati stimati in circa 11 miliardi di euro) o la tromba d'aria a Jesolo. I numeri riferiti al 2023 sono inquietanti: è stato l'anno più caldo sulla terra, si sono verificati 378 eventi metereologici estremi e l'emissione dei gas serra continua ad aumentare.
Prodotto da Paolo e Ottavia Virzì e Marco Belardi, il documentario diretto da Riccardo Cremona e Matteo Keffer mostra gli attivisti di Ultima Generazione in azione, ma racconta anche il 'dietro le quinte' e squarci della loro vita privata. Recensione ❯
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