Un giovane regista cammina seguendo le orme del maestro Werner Herzog. Espandi ▽
Nel 1974 Werner Herzog andò da Monaco a Parigi, un atto di fede per impedire la morte del suo mentore Lotte Eisner. Nel 2020, un giovane regista cammina seguendo le orme di Herzog in un atto d'amore verso uno dei migliori registi del nostro tempo. Un viaggio tra borghi, natura, solitudine e freddo, alla ricerca del senso del cinema. Compresi frammenti del libro "Of Walking in Ice" del leggendario regista Werner Herzog narrato da lui stesso esclusivamente per il film. Recensione ❯
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La notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata colpita da una serie di inondazioni che hanno sommerso la città per una settimana. Partendo dalle immagini della sua casa e del suo studio allagati il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l'acqua alta e come la sua città affronta la catastrofe. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo. Recensione ❯
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Un doc accattivante, capace di raccontare in modo originale ed efficace la storia dell'eroina dei due mondi. Documentario, Italia2020. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna unica, coraggiosa, imprevedibile. Anita Garibaldi ha vissuto una vita avventurosa, ha combattuto battaglie cruciali per la libertà dei popoli in due continenti. Espandi ▽
Sebbene sia stata spesso oscurata dalla figura del marito e relegata allo status di moglie dell’eroe Giuseppe Garibaldi, alcune recenti ricerche hanno messo in luce come Anita fosse una donna autonoma e indipendente, capace di compiere scelte difficili e, molto spesso, scomode. La sua è stata una vita straordinaria: a più di duecento anni dalla sua nascita, Anita è pronta a raccontarla in prima persona, ripercorrendo le tappe più importanti della sua biografia. Anita passeggia per i luoghi che hanno segnato la sua storia in jeans e giacca di pelle: rappresentata come una donna del presente, viene così raccontata come una figura capace di uscire dagli schemi imposti dalla società ottocentesca di cui faceva parte per perseguire con coraggio i suoi ideali di libertà, che ancora oggi non hanno perso il loro valore né la loro attualità. Per le nuove generazioni, poi, una rappresentazione così moderna di Anita Garibaldi può essere d’aiuto nel promuovere uno sguardo interessato nei confronti di una donna dell’Ottocento che riesce così ad apparire meno distante, sia da un punto di vista temporale sia emotivo. Recensione ❯
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Una riflessione sul tempo e sulla memoria attraverso le opere dell'artista israeliano Dani Karavan. Documentario, Israele2020. Durata 66 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film al contempo lineare e intricato, emozionante ma mai melodrammatico, doloroso quanto divertente e appassionato, su uno dei più importanti artisti contemporanei. Espandi ▽
Nato nel 1930, Dani Karavan è autore di circa settanta opere e installazioni disseminate per il mondo, tra land art e urbanistica. Il filmmaker Barak Heymann, con la complicità di Hava e Tamar, rispettivamente moglie e figlia di Karavan, pedina l’artista mentre controlla e verifica lo stato di manutenzione delle sue creazioni, che si tratti di una piazza o di un monumento, delle aiuole di un giardino o di un supposto canale d’acqua. Il documentario si svela in modo progressivo e paradossale come una riflessione sul tempo e sulla memoria. Mentre cerca di conservare nel miglior stato possibile le sue creazioni, perché perpetuino la traccia di riflessioni filosofiche e storiche, l’artista deve prendere atto della labilità del proprio corpo mortale, del suo limite. Recensione ❯
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Cosa spinge una persona a rischiare la propria vita, a mettere da parte famiglia, amici e affetti per realizzare l'impossibile? Scalare il monte Everest senza l'uso di ossigeno. Espandi ▽
Rasmus Kragh si è sempre spinto al limite: corse, maratone, arrampicate, ogni prova che potesse portare all'estremo il suo fisico e la sua mente, lui la inseguiva. Fino a quando sembra prevalere una pratica migliore delle altre con l'arrampicata, la scalata, e come unica immagine in fondo a questo periplo psico-fisico la cima più alta del mondo, l'Everest. Ma Rasmus non è uno che si rende le cose facili, così il suo obiettivo è sì arrivare agli 8.848 metri, ma senza usare le maschere di ossigeno. Un'impresa già fatta in passato, ma un'impresa sempre e comunque rischiosa, quasi mortale. Questo progetto avventuroso si trasforma in un viaggio nell'ego smisurato e solitario di Rasmus...
Il documentario di Jesper Ærø, nonostante alcuni momenti che allargano l'immagine, non va oltre il racconto di un'ossessione sì pericolosa ma a volte sfiancante.
Ad un certo punto l'immagine si apre e accoglie altro-da-sé, cioè altro da Rasmus, e per un breve istante cogliamo da fuori questo giovane danese ossessionato solo e soltanto dalla sua impresa, che ha dimenticato ogni cosa, ogni altro sguardo, ma non quello della madre. E così finisce la sua storia. Recensione ❯
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Attraverso un incredibile video-diario di guerra il regista Fariborz Kamkari racconta il "segreto" dell'identità curda. Espandi ▽
La giornalista Berfin Kar con il fotografo Baran Yasak testimoniano con immagini e parole l'assedio da parte delle forze armate e paramilitari turche della città di Cizre nel sud della Turchia. Cizre rappresentava un modello di gestione definito "confederalismo democratico" (nato dalle lotte del popolo curdo) che il governo di Recep Tayyip Erdogan non poteva tollerare. Dopo un ultimatum al consiglio comunale affinché si sciogliesse si è proceduto all'assedio che ha devastato la città.
Il materiale girato da due coraggiosi free lance finiti quasi per caso nella tragedia vissuta dalla città curda nel 2015/16 diviene occasione di riflessione sulla tenacia di un popolo che non vuole farsi sottomettere.
Grazie a un mix di materiale girato sul campo e a una grafica che focalizza alcuni momenti della storia del popolo curdo riesce ad informare anche chi non è a conoscenza di quello che si può definire un genocidio pianificato con determinazione del quale però il governo turco si vergogna. Recensione ❯
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Un viaggio in India che è anche un percorso interiore su quanto il vissuto passato influisca sul presente. Documentario, Italia2020. Durata 60 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio fantasioso e inconsueto alla ricerca di un'antica leggenda indiana, che parte dalla Sardegna e arriva fino alle pendici dell'Himalaya. Espandi ▽
Stefano Deffenu nel 2011 fece un viaggio in India con l’obiettivo di cambiare se stesso avendo cambiato mondo. Fece tantissime riprese video che gli vennero rubate da un bambino. Tre anni dopo se le vide recapitare in un pacco privo di mittente. Trascorsi altri tre anni il regista ha trovato la forza per vedere quelle immagini e suddividere la narrazione in capitoli con un prologo ed un epilogo. Alla base del viaggio con un amico c’era la ricerca dei misteriosi Ananda, dei bambini che avevano sovvertito le regole imposte dagli adulti ribellandovisi e creando una comunità. Ananda è un percorso nell’India contemporanea che, alla disordinata curiosità del turista quasi per caso, aggiunge una ricerca interiore sul proprio vissuto di fratello gemello. Recensione ❯
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Per far fronte al trauma quotidiano di vivere in una zona di guerra, Anna e i suoi quattro figli girano un film sulla loro vita in questo ambiente surreale. Espandi ▽
Anna, madre single, insieme ai suoi quattro figli, vive al confine della zona di guerra di Donbas, in Ucraina. Nonostante il mondo esteriore sia pieno di bombardamenti e di caos, la famiglia riesce a mantenere la propria casa un rifugio sicuro, pieno di gioia e di vitalità. Ciascun membro della famiglia ha una passione per il cinema, passione che li spingerà a riprendere alcune scene della propria vita quotidiana durante il periodo di guerra. Per Anna e i suoi bambini, la conversione del trauma in arte è il modo migliore per rimanere umani. Recensione ❯
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Un viaggio nella memoria famigliare della regista ma anche nella Storia della Rivoluzione iraniana. Documentario, Norvegia, Iran, Svizzera2020. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia d'amore, due modi di intendere la vita e la fede, una figlia divisa tra un padre laico e una madre religiosa praticante negli anni che hanno cambiato la storia dell'Iran. Espandi ▽
Hossein, iraniano occidentalizzato, sposa Tayl, una donna del suo Paese che non ha mai lasciato la famiglia di origine. Insieme si trasferiranno in Svizzera, conducendo una vita lontana anni luce da quella che avrebbero vissuto in Iran, anche se il rapporto fra marito e moglie mostra qualche segno di disparità anche in terra straniera. Quando la coppia tornerà a Teheran le tradizioni avranno tuttavia il sopravvento e le difficoltà per Tayl aumenteranno: la sua casa diventerà una prigione dorata per sottrarsi alla quale, e per recuperare la propria identità e indipendenza, la donna si unirà ai movimenti fondamentalisti che hanno preso piede nel suo ritrovato Paese. Radiograph of a family ricrea le difficoltà di una donna mediorientale calata in due culture diverse ma in qualche misura discriminatorie nei confronti del genere femminile, e soprattutto apre uno squarcio su una realtà poco conosciuta in occidente: la militarizzazione delle donne nell'esercito della Rivoluzione iraniana del 1979. La regista contestualizza i documenti personali lasciati dai suoi genitori con filmati d'archivio e Radiograph of a family compie un viaggio nella memoria famigliare ma anche nella Storia, ricostruendo quelle dinamiche esplosive che ancora oggi sfociano in violenza e ribellione, sia all'interno del nucleo domestico che sui campi di battaglia. Recensione ❯
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Una famiglia di Sherpa decide di accompagnare un gruppo di scalatori verso la vetta più impegnativa del Monte Everest. Non dovrebbero, vista la sacralità della montagna, ma lo fanno per una nobile ragione. Espandi ▽
Eliza Kubarska realizza un documentario che va oltre le aspettative o, forse per qualcuno, può anche deluderle. Perché dedica buona parte del tempo non alla scalata in sé ma alla famiglia dello sherpa e ai problemi che riguardano il futuro del figlio. È questo il tema che le interessa: comprendere le basi di una religiosità che a uno sguardo occidentale può sembrare solo superstizione e che lì invece si radica in un rapporto animistico con la Natura. Tra gli elementi più interessanti c'è l’osservazione del rapporto che si instaura tra gli scalatori e gli sherpa: gli europei guardano con ironico distacco ai riti propiziatori che vengono celebrati per far sì che la divinità comprenda le ragioni della violazione del tabù. In quel momento si ha la sensazione che sia necessario qualcosa di più della passione per la montagna per chi decide di affrontare certe imprese. Ci vorrebbe anche la comprensione delle culture locali che, in questo caso, manca o è troppo superficiale. Recensione ❯
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Un'indagine ad ampio raggio sul perché le idee di Hitler trovino consenso ancora oggi, nonostante tutto. Documentario, USA2020. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'indagine alternativa e rivoluzionaria sull'influenza che Adolf Hitler continua ad esercitare ancora oggi sulla società. Espandi ▽
Il documentario, basandosi sull'omonimo libro di Sebastian Haffner si interroga su come, a distanza di quasi 80 anni dalla sua morte, Adolf Hitler e la sua ideologia di sterminio possano ancora affascinare un numero non del tutto trascurabile di persone. Il ritorno dell'antisemitismo, la riscrittura falsificante della Storia e i movimento del suprematismo bianco si rifanno, anche quando apparentemente lo negano, alla sua dottrina e alla sua azione. Intervengono numerosi storici e anche dei cosiddetti 'cacciatori di nazisti' che si interrogano sul fenomeno. Viene anche però concesso spazio al saggista inglese David Irving noto supporter dei negazionisti dell'Olocausto. Recensione ❯
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Il documentario racconta la scalata al Nanga Parbat compiuta dal Alex Txikon nel 2016. Espandi ▽
Oltre un secolo fa, nel 1895, Alfred Mummery tentò di scalare il Nanga Parbat. La prima salita fu fatta da Hermann Buhl nel 1953. Alex Txikon, insieme ad Ali Sadpara e Simone Moro, è riuscito a raggiungere la cima del Nanga Parbat nel 2016, in inverno, segnando una pietra miliare nella storia dell'alpinismo. Recensione ❯
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Lo smarrimento del sistema Scuola nei percorsi di vita di un ex docente e dei suoi alunni. Documentario, Italia, Svizzera2020. Durata 76 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
15 anni dopo aver realizzato un video diario insieme ai ragazzi della 1E, un vecchio professore, ormai in pensione, va alla ricerca dei suoi ex studenti. Quello che scoprirà su di loro diventa un emozionante racconto. Espandi ▽
L'acqua, l'insegna la sete - Storia di classe è il percorso di un docente ora in pensione e dei suoi ex alunni, ma anche lo smarrimento di un'istituzione scolastica, e di un Paese, che si vedono sfuggire di mano molte vite giovani. Jalongo segue il loro percorso accostando le riprese degli anni 2004-2007 a quelle del presente, leggendo insieme al loro professore i temi in classe con cui i ragazzi confessavano paure e fragilità, alcuni già bocciati e destinati ad ulteriori bocciature, alcuni abbandonati da genitori che non hanno saputo prendersene cura. Il suo non è mai compiacimento della desolazione, o ritratto sociologico da intellettuale. È un'aderenza narrativa ed empatica nei confronti di un gruppetto di esseri umani che hanno provato e ancora provano a trovare il proprio posto nel mondo, e a quel Professor Lopez che non molla mai, che tiene da parte i temi dei suoi ex alunni, che allunga la mano a toccare una spalla nei momenti di sconforto: il docente che ogni alunno (e ogni genitore) vorrebbe accanto. Recensione ❯
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Una scalatrice iraniana sfida i pregiudizi del suo paese. Espandi ▽
Nasim Eshqi, iraniana, e Francesca Borghetti, italiana, si scrivono via chat dall'Iran all'Italia. Si sono messe in contatto dopo che Francesca ha letto di lei come l'unica donna capace di aprirsi delle vie sulle montagne dell'Iran. Francesca vorrebbe raccontare la storia di Nasim al mondo e per farlo si pone delle questioni di rappresentazione: può ritrarla senza velo? La risposta di Nasim è chiara: fuori dal suo Paese islamico, l'Iran, sì. E allora la regista attinge al suo repertorio di foto private, dalle quali si evince un percorso di evoluzione impervio e anticonformista. Nata nel 1982, a nove anni secondo la legge islamica ha dovuto mettersi il velo e coprire pelle e capelli. Quello è stato il discrimine, per lei e sua sorella, rispetto alla vita dei due fratelli maschi, che prima non avvertivano differenze con le sorelle. Recensione ❯
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