Everest senza ossigeno

Film 2020 | Documentario, 81 min.

Anno2020
GenereDocumentario,
ProduzioneDanimarca
Durata81 minuti
Regia diJesper Ærø
Uscitalunedì 9 gennaio 2023
DistribuzioneMescalito Film
MYmonetro Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Regia di Jesper Ærø. Un film Genere Documentario, - Danimarca, 2020, durata 81 minuti. Uscita cinema lunedì 9 gennaio 2023 distribuito da Mescalito Film. Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 dicembre 2022

Cosa spinge una persona a rischiare la propria vita, a mettere da parte famiglia, amici e affetti per realizzare l'impossibile? Scalare il monte Everest senza l'uso di ossigeno. In Italia al Box Office Everest senza ossigeno ha incassato 21,1 mila euro .

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
Il racconto per immagini di un'ossessione pericolosa. E sfiancante.
Recensione di Luigi Coluccio
mercoledì 21 dicembre 2022
Recensione di Luigi Coluccio
mercoledì 21 dicembre 2022

Rasmus Kragh si è sempre spinto al limite: corse, maratone, arrampicate, ogni prova che potesse portare all'estremo il suo fisico e la sua mente, lui la inseguiva. Fino a quando sembra prevalere una pratica migliore delle altre con l'arrampicata, la scalata, e come unica immagine in fondo a questo periplo psico-fisico la cima più alta del mondo, l'Everest. Ma Rasmus non è uno che si rende le cose facili, così il suo obiettivo è sì arrivare agli 8.848 metri, ma senza usare le maschere di ossigeno. Un'impresa già fatta in passato, ma un'impresa sempre e comunque rischiosa, quasi mortale. Lo sa bene lui, lo sanno bene i suoi genitori, il fratello Jesper, l'ex-fidanzata Liva, tutti insieme coinvolti loro malgrado in questo progetto avventuroso che presto si trasforma in un viaggio nell'ego smisurato e solitario di Rasmus...

Il documentario di Jesper Ærø, nonostante alcuni momenti che allargano l'immagine, non va oltre il racconto di un'ossessione sì pericolosa ma a volte sfiancante

Cosa c'è dentro questo Everest senza ossigeno? Quali immagini lo popolano, lo infestano, lo condannano o assolvono? Certo, c'è Rasmus che si racconta con davanti una cinepresa e dietro uno sfondo neutro; poi le talking heads dei familiari e dei compagni di impresa; infine le riprese fatta da lui stesso, sequenze di repertorio, spezzoni di apparizioni televisive. Un'estetica delle forme messa in piedi senza il minimo sforzo, che però in alcuni passaggi mette in moto l'estetica dello sguardo.

E non si tratta di quello che dovrebbe stare al centro della nostra visione - lo sforzo ripetitivo e alienante degli allenamenti, le panoramiche a tutto campo del cielo sotto l'Himalaya, la tensione e il brivido per l'impresa al limite -, no, niente di tutto questo afferra il nostro coinvolgimento e la nostra compassione. L'accumulo preciso e ordinato delle immagini ad un certo punto ci fa guardare oltre, ad altre riproduzioni e icone, forme che sfuggono al reame di necessità dell'impresa di Rasmus e che insieme la contengono e la risolvono.

Il primo momento - quello che contiene il tutto - è quando viene mostrata la celebre foto scattata da Nirmal Purja che mostra una fila di decine di scalatori fermi ad aspettare il loro turno per mettere piede sulla vetta dell'Everest. È il 2019, il terzo tentativo per Rasmus dopo i fallimenti del 2017 e del 2018, in un anno in cui è l'unico, assieme al cileno Juan Pablo Mohr, a tentare di arrivare in cima senza l'utilizzo dell'ossigeno. La foto di Purja ferma in una composizione estetica esemplare - e quindi ancora più attraente - quello che è diventato arrampicarsi sulla catena montuosa più alta al mondo: un business turistico.

Solo per il 2019, infatti, l'Himalayan Database ha registrato 885 arrivi in vetta, di cui 644 dal Nepal e 241 dal Tibet. I morti sono stati 11. Quei numeri, quelle persone, sono gli ingorghi che Rasmus incontra quando cerca di scendere dalla vetta e deve farsi strada, stremato e senza ossigeno, agganciandosi alle funi degli altri e sporgendosi nell'abisso; è lo sciame di luci notturne che registra con la videocamera prima di salire in cima, perché adesso il pericolo maggiore non sono il vento o i crepacci ma l'affollamento delle genti; è il corpo immerso nel buio, disteso in mezzo al niente, solitario, che si trova davanti nel 2017 al tempo del suo primo tentativo.

L'altro passaggio - quello che risolve il tutto - è in coda al documentario, quasi una postilla vergata a mano di fretta e all'ultimo perché c'era qualcosa che non tornava, cioè quando Rasmus racconta che alla madre è stata diagnosticata una forma grave di SLA. Lì tutto cambia, come non potrebbe, e anche il racconto per immagini di Rasmus, per Rasmus e su Rasmus (il sottotitolo inglese è The Ultimate Egotrip), accoglie dentro le sue possibilità anche quella di un'altra figura.

Una figura che prima abbiamo visto defilata e silenziosa - come purtroppo diventerà dopo la SLA, perdendo quasi subito l'uso della parola -, e che adesso occupa insieme al figlio il centro della scena, posizione che prima nessuno era riuscito a strappare a Rasmus. Così l'immagine si apre e accoglie altro-da-sé, cioè altro da Rasmus, e per un breve istante cogliamo da fuori questo giovane danese ossessionato solo e soltanto dalla sua impresa, che ha dimenticato ogni cosa, ogni altro sguardo, ma non quello della madre. E così finisce la sua storia.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 8 gennaio 2023
Leonardo Lardieri
Sentieri Selvaggi

Everest senza ossigeno è l'ennesimo documentario sulla conquista di una vetta, questa volta si tratta dell'Everest, la montagna che con i suoi 8848 metri è la più alta del mondo. L'unica a "bucare" il limite oltre il quale si scatenano raffiche di vento violente quanto uragani, dove l'ossigeno si riduce di 1/3 presente a livello del mare. È come respirare da una cannuccia con tutto l'equipaggiamento [...] Vai alla recensione »

martedì 3 gennaio 2023
Matteo Marelli
Film TV

Rasmus Kragh - altrimenti detto, prendendo a prestito dalle pagine di Eros e Priapo di Carlo Emilio Gadda, «il folle narciso» - è l'alpinista che stravolge in ossessione il sogno di diventare il primo danese a raggiungere senza ossigeno la cima del mondo. Ne è ben consapevole, come dimostra il titolo della sua autobiografia, Egotrip; ma questo non significa che ci sia da parte sua una volontà di aprirsi [...] Vai alla recensione »

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mercoledì 21 dicembre 2022
 

Regia di Jesper Ærø. Da lunedì 9 gennaio al cinema. Guarda il trailer »

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