Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 54 minuti |
Regia di | Francesca Borghetti |
Attori | Nasim Eshqi . |
Uscita | lunedì 22 novembre 2021 |
Distribuzione | Mescalito Film |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 11 febbraio 2022
Una scalatrice iraniana sfida i pregiudizi del suo paese. In Italia al Box Office Climbing Iran ha incassato 15,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nasim Eshqi, iraniana, e Francesca Borghetti, italiana, si scrivono via chat dall'Iran all'Italia. Si sono messe in contatto dopo che Francesca ha letto di lei come l'unica donna capace di aprirsi delle vie sulle montagne dell'Iran. Francesca vorrebbe raccontare la storia di Nasim al mondo e per farlo si pone delle questioni di rappresentazione: può ritrarla senza velo? La risposta di Nasim è chiara: fuori dal suo Paese islamico, l'Iran, sì. E allora la regista attinge al suo repertorio di foto private, dalle quali si evince un percorso di evoluzione impervio e anticonformista. Nata nel 1982, a nove anni secondo la legge islamica ha dovuto mettersi il velo e coprire pelle e capelli. Quello è stato il discrimine, per lei e sua sorella, rispetto alla vita dei due fratelli maschi, che prima non avvertivano differenze con le sorelle.
Al classico racconto di emancipazione grazie all'opportunità di fare sport, Climbing Iran accosta una differenza di genere e una possibilità aperta dai social media, prima di tutto Instagram.
Prima tramite il codice dell'abbigliamento, poi con lo skate e il kickboxing, ma attenta al suo smalto rosa, Nasim si affranca dalle aspettative che la società iraniana ha su di lei, e sulle montagne dell'Iran scopre il free climbing, che la fa crescere come individuo. "Non ha importanza se sei ricco o povero, nero o bianco, iraniano o italiano, uomo o donna: la gravità attira tutti verso il basso con la stessa forza. E questo mi ha dato un grande senso di libertà e uguaglianza".
Il film documenta le fasi di difficoltà di uno sport che si presta ad aperture metaforiche e filosofiche - aprirsi una via per poterla condividere con l'altro da sé, sconosciuto - e insieme sottolinea l'unicità di questo cammino transnazionale e transculturale: una sequenza rapida ma essenziale sovrappone a un cielo plumbeo le news da tutto il mondo che testimoniano la difficoltà delle donne di esprimersi tramite lo sport, e la pratica della polizia morale di Teheran di intercettare le notifiche di avvistamenti di donne non velate.
Segue un'evoluzione felice della storia, grazie all'intervento di sponsor tedeschi che portano Nasim in Europa e un maestro italiano con cui esplora la montagna trentina. Anche se il cartello in chiusura (Nasim non svolge attività politica contro il governo e segue le leggi del suo Paese) suona come una cautela doverosa.
Lei è "la donna che apre le vie". Già questo appellativo parla da sé, è evocativo, perché fin dall'infanzia Nasim è una bambina che non si accontenta mai, che vuole sempre di più, ama giocare coi più forti (cioè i maschi), ha il coraggio di osare laddove addirittura un paese intero glielo proibisce. Ma non è un "osare" che mira a trasgredire, come le tante donne femministe che lottano contro il governo [...] Vai alla recensione »
Sguardo fiero, sorriso gentile e smalto rosa sulle unghie, la free climber iraniana Nasim Eshqi assapora boccate di libertà a ogni scalata. Così la ritrae Borghetti nel suo esordio, storia di un'atleta che apre una nuova via sulle Alpi. Nasim si arrampica non tanto per conquistare la vetta, quanto per lasciare a terra il velo, e con esso le restrizioni e i divieti del suo paese.
Ci sono film biografici che, oltre a portare sullo schermo le storie di personalità note o meritevoli di essere conosciute per quello che hanno detto o fatto nel corso delle rispettive esistenze, si fanno portatori sani di messaggi dal peso specifico rilevante. Due aspetti, questi, che diventando una cosa sola nel tessuto narrativo e drammaturgico possono possono dare forma e tanta sostanza alla pellicola [...] Vai alla recensione »