Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Mario Tani |
Attori | Roberto Corradino, Michele Sinisi, Elena Cotugno, Vincenzo De Michele, Lucia Zotti Danilo Giuva. |
Uscita | giovedì 4 maggio 2023 |
Distribuzione | Amaranta Frame |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 maggio 2023
Dopo un incubo notturno, Giulio non riesce più ad uscire dal cortile di casa. Da quel momento mancano sette giorni alla fine del mondo. In Italia al Box Office Il Grande Male ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 8,5 mila euro e 4,8 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Giulio è un attore, o meglio un ex attore. Abita in un appartamento all'interno di un grande complesso di condominii e si rende conto di non essere più in grado di uscirne. Quando arriva all'uscita, infatti, non riesce fisicamente a varcarla, incomprensibilmente bloccato non si sa da cosa. Ne parla con un comprensivo vicino, un medico, che lo conforta, ma non lo comprende. Giulio è confuso, non riesce a ricordare nemmeno da quanto tempo abita lì. Sa però che tra sette giorni il mondo finirà e non capisce l'indifferenza degli altri verso quella terribile circostanza. I giorni passano e Giulio, tra incontri strani e meno strani, è testimone di un omicidio che nessun altro ha visto e cerca disperatamente di capire cosa gli sta succedendo prima che sia troppo tardi.
Immerso in un clima trasognato e rarefatto, il film parte da una premessa interessante e anche originale(l'impossibilità di uscire da un luogo nonostante non vi siano ostacoli "fisici" sembra richiamare il Buñuel de L'angelo sterminatore, ma contesto e finalità sono del tutto differenti), cercando di svilupparla in modo da rappresentare lo sconcerto e l'inquietudine del protagonista e di trasmettere queste sensazioni allo spettatore.
La figura dell'attore teatrale incapacitato a proseguire la sua attività per le continue amnesie che gli impediscono di ricordare le battute è un'efficace metafora della difficoltà di vivere. I vari personaggi che il protagonista incontra sono tasselli di un quadro esistenziale nel quale si cela il mistero della vita che l'attore in disarmo cerca di risolvere: l'imminente fine del mondo, della quale sentiamo i resoconti dalla radiolina del protagonista, ma della quale gli altri personaggi per diversi motivi sembrano non interessarsi, è un riflesso della finitezza disperante della vita, alla quale Giulio non vuole rassegnarsi.
L'argomento, come si capisce, è ambizioso, e Mario Tani, anche sceneggiatore e produttore, lo affronta con capacità e una certa inventiva. Il film però risente dell'eccessiva dilatazione della materia narrativa e della talora monotona ripetizione delle situazioni, che la scansione ritmica in giorni finisce con l'enfatizzare traducendosi solo in parte in un crescendo drammatico, oltre che di una certa lentezza, che solo talvolta è realmente funzionale all'approfondimento di quel poco che accade.
La conclusione non arriva del tutto inaspettata, ma è una significativa e coerente finalizzazione delle premesse narrative, giungendo a un'apprezzabile catarsi e sviluppando nel contempo un adeguato pathos.
L'ambientazione nel complesso residenziale ampio e spersonalizzante fornisce un adeguato supporto visuale per la creazione di un'atmosfera inquieta e sospesa, aiutata anche, in questo, dalle musiche suggestive e appropriate di Mattia Vlad Morleo. Roberto Corradino offre una prova intensa e convincente nel difficile ruolo del protagonista.
Nel 2023 non è solo Beau ad avere paura. Ce l'ha anche Giulio (Roberto Corradino, intenso), attore teatrale impossibilitato a recitare perché preda di amnesie e, proprio come Beau, incapace pure di uscire dal condominio state of mind dove si è trasferito, con un giardino rizoma intorno e presenze inquietanti oltre la soglia, un sibilo-acufene perenne nelle orecchie.
Presentato come evento speciale al Bif&st e concepito nei giorni del lockdown, Il grande male fa muovere il protagonista in un mondo metaforicamente limitato e confinato. Il film è stato girato a Bari, in un complesso residenziale, intricato, eterogeneo e residenza del regista, che si è trasformato in un adatto, enorme teatro di posa: una location labirintica e senza vie di fuga, metafora della mente [...] Vai alla recensione »