Un cinema che guarda molto a Herzog e che si apprezza nella sua strada più nascosta. Al TFF.
di Simone Emiliani
David Rumsey, un uomo di quasi 80 anni, ha trascorso gli ultimi trent’anni della sua vita a collezionare mappe che per lui, dopo che le ha riunite in un unico posto, costituiscono il suo poema. Secondo l’ottica dell’intelligenza artificiale questo amore per la cartografia è qualcosa di inspiegabile ma segue comunque David in questo percorso sospeso tra reale e virtuale, dove riemergono tutti i fantasmi del passato e l’ombra della fine che si avvicina.
A Stranger Quest cerca di dare una forma visiva, emotiva, sentimentale alla passione di David Rumsey per le mappe. È proprio questo il principale elemento di attrazione con cui poi si avverte un legame invisibile ma sempre presente tra il regista e il protagonista.Un documentario sull’uomo e sul senso della vita dove Gatopoulos, classe 1994, potrebbe riprendere la lezione di Werner Herzog soprattutto quando cerca di filmare l’inafferrabilità del rapporto dell’individuo con l’immensità dell’universo.