Jennifer Lopez e Owen Wilson vorrebbero aggiornare Notting Hill ma devono fare i conti con trovate non sviluppate, citazioni che sfiorano il plagio, personaggi che non parlano e agiscono in corrispondenza col loro profilo. Al cinema.
di Marianna Cappi
Se quello che conosci ti delude, magari la risposta è in ciò che non conosci. È con questo genere di spiegazioni insoddisfacenti che gli sceneggiatori di Marry Me cominciano da subito un’opera di autosabotaggio dell’opera, minando le basi di un’idea che poteva essere divertente a colpi di trovate non sviluppate, citazioni che sfiorano il plagio, personaggi che non parlano e agiscono in corrispondenza col loro profilo, che abitano ambienti che non possono permettersi e indossano imbarazzanti quantità di trucco prima che tutto questo abbia un’anche timida giustificazione.
Per quanto balzana, per quanto irrealistica, l’idea era perfetta per una commedia sentimentale. È la stessa di quel capolavoro di Notting Hill. È tutto il resto che non è credibile, a partire dalla passività del personaggio di Charlie interpretato da Owen Wilson. Perché anche le favole (o soprattutto loro) hanno bisogno di essere ben raccontate, mentre con ogni probabilità anche per i dodicenni che mette in scena questo film sfigurerebbe al confronto di qualsiasi buon episodio di una buona serie televisiva.