Susanna della Sala racconta l'assurda Bombay Beach e i suoi abitanti. Alla Semaine de la critique di Locarno.
di Tommaso Tocci
Nasce da un percorso di passione personale, questo viaggio nella California profonda alla scoperta di un’idea di città nata e poi morta e poi trasformata in qualcosa d’altro. I materiali li ha girati sul posto la filmmaker italiana Susanna della Sala, che ora li assembla in un documentario di esplorazione molto efficace nel dipingere lo spirito e la filosofia di un luogo residuale.
“Una baia di sale e decadimento” la definisce in una composizione rap-poetica uno dei residenti di Bombay Beach. Le difficoltà nel viverci sono ben evidenti, tra il lago inquinato che va prosciugandosi, le case abbandonate di chi è scappato e la scarsità dei rifornimenti nel deserto. Il film è però più dell’assurda cronaca di uno scempio geografico per mano dell’uomo, e trova notevoli punti di interesse antropologico su come l’umanità stessa sappia raccontare il proprio cambiamento.